Una trappola per l'eco-pirata di Maria Grazia Bruzzone

Una trappola per l'eco-pirata Il ministro Ruffolo presenta un decreto sull'esportazione di rifiuti Una trappola per l'eco-pirata La spedizione dei residui tossici subordinata al sì del ministero - Le condizioni: l'esistenza di un contratto, un deposito cautelativo per eventuali danni, l'assenso dei governi interessati ROMA — 11 ministro dell'Ambiente Giorgio Ruffolo proporrà al prossimo Consiglio dei ministri un decretolegge che regolamenti il traffico di rifiuti da e verso l'estero. E chiederà 6000 miliardi per gestire l'emergenza. Nel frattempo, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri ha già cominciato a indagare su una quarantina di società ombra italiane sospettate di avere a che fare coi rifiuti. La proposta viene dopo il caso della Zanoobia. dopo la nave italiana bloccata in Nigeria, dopo la pubblicazione da parte del Parlamento Cee della prima .lista nera» di 13 ditte (tre delle quali italiane: Ambrosinl di Genova. Jelly Wax di Milano. Olympia Arbitrans dì Livorno): e. ancora, viene dopo la scoperta dei fusti di rifiuti lombardi depositati abusivamente a Lemmi, in Sicilia. Del resto un'Iniziativa del genere era prevista dalla legge 441 del 29 ottobre scorso la quale deve permettere l'attuazione pratica di un'altra legge del 1982 e si intitola significativamente «Disposi¬ zioni urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti». Un testo 1 rutto di molte discussioni e in qualche modo ancora provvisorio, che il ministro dell'Ambiente si è impegnato ad aggiornare L'articolo 12 di quella legge prevedeva infatti che entro sei mesi venisse varato un regolamento sulle spedizioni oltre frontiera dei rifiuti urbani e di quelli industriali tossici e nocivi, recependo una direttiva comunitaria del 1985. D'accordo con le norme Cee. la proposta di Ruffolo prescrive che si possano esportare rifiuti verso Stati esteri solo dopo aver avuto l'assenso da parte del ministero dell'Ambiente il quale avrà anche poteri di sorveglianza e controllo. Un'autorizzazione che sarà concessa solo se esiste un contratto fra esportatore e importatore: se viene depositata una somma in garanzia di eventuali costi di smaltimento: soprattutto, se ce ti consenso del Paese interessato. Nessun divieto dunque a | commerciare in rifiuti, ma solo dei dispositivi che dovrebbero assicurarne la trasparenza e impedire le odissee dei veleni dai Paesi industriali verso il Sud del mondo, assetato di valuta estera. E' un problema pla| netario di cui ci si occupa ormai a livello Onu. Proprio mercoledì Greenpeace ha presentato a Lussemburgo un lungo rapporto, preparato in vista della prossima riunione Onu a Caracas in cui si denunciano più di 120 contratti semilegali in tutto il mondo. -Eppure proibire i viaggi dei rifiuti sarebbe impossibile perché almeno una parte di essi si indirizza verso le zone di smaltimento, per quanto poche-, e il parere di Walter Ganapini. uno dei maggiori esperti italiani in materia, chiamato a far parte del comitato tecnico del ministero dell'Ambiente. -Se si pensa cìie la Svezia, che è uno dei Paesi più avanzati nel trattare i rifiuti urbani e industriali, ammette pubblicamente dx controllare non più del 50 per cen to della sua produzione, ci si rende conto di quanta arretratezza ci sia ancora-, ammette Ganapini. • L'Italia è dietro a Scandinavia, Olanda, Germania federale — aggiunge —. non certo a Paesi come Francia o Inghilterra e tanto meno all'Est europeo-. Una magra consolazione. Con i miliardi chiesti da Ruffolo potremmo forse cominciare a colmare il divario. Dei 6000. 1000 (aggiornabili) dovrebbero servire a costruire almeno 10 piattaforme per il trattamento dei rifiuti industriali (come quelle della Montedison, dell'Eni, o come quella modello di Modena che ricicla anche quelli urbani: la cosiddetta spazzatura). Altri 1000 verrannno usali per smaltire appunto la nettezza urbana mentre 200 miliardi favoriranno la raccclta differenziata — primo passo verso il riciclaggio — e 300 serviranno per la bonifica delle zone contaminate. 'Un terreno delicato — dice ancora Ganapini — che comporta tecnologie avanzate e competenze purtroppo poco comuni-. Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Ganapini, Giorgio Ruffolo, Ruffolo, Walter Ganapini