Catturate le nuove Br

Catturate le nuove Br Nel covo di Milano scoperte prove che portano al delitto Ruffilli Catturate le nuove Br Trovati due berretti da postino, quattro adesivi gialli con la scritta «Pt» e una mitraglietta «Skorpion» - Dei nove arrestati due sono di Fano, a un'ora da Forlì dove è stato ucciso il senatore de MILANO — Due berretti grigi da postino e quattro adesivi gialli con la scritta blu «Pt». Carabinieri e magistrati si dichiarano ottimisti fino alla convinzione: sono questi gli elementi che collcgano i nove brigatisti, arrestati tra martedì e mercoledì a Milano e dintorni, all'assassinio del senatore de Roberto Ruffilli. E altro materiale sequestrato — volantini di rivendicazione, una mitraglietta Skorpion. un documento appena elaborato e battuto a macchina — fanno pensare a collegamenti con altri delitti e il tentativo di rinascita delle Br. A Milano, ieri, sembrava di esser tornati indietro di dieci anni. Indiscrezioni, conferenze stampa convocate dai carabinieri e poi rinviate e poi riconvocate; il ministro dell'Interno Antonio Gava che vola fino alla prefettura di corso Monforte per un'altra conferenza stampa alle sette di sera. Frenesia spiegabile con due frasi di Ferdinando Pomarici e Armando Spataro. i due sostituti procuratori che coordinano l'inchiesta: «£' la prima volta. dopo anni, che si scopre una base, un covo operativo. Degli arrestati sappiamo poco, ma dal materiale sequestrato potremmo sapere molto*. Dei nove arrestati sei sono definiti 'irregolari- e tre brigatisti -effettivi-. I sei sono Cinzia Antinori, 30 anni, di Fano; Ernesto Benna, 33 anni, di Torre de' Picenardi (Cremona); Francesca Campilongo, 31 anni, sempre di Fano; Bruno Cattoli, 28 anni, di Milano; Alessio Dalla Francesca, 30 anni, milanese; Francesco Mancuso, 33 anni, di Mesoraca (Catanzaro). I tre «effettivi» («siamo delle Brigate rosse - Partito comunista combattente-, hanno detto) sono Tiziana Cherubini, 28 anni, di Perugia; Franco Galloni, 32 anni, e Rossella Lupo, 31 anni, marito e moglie, entrambi di Roma. -Questo è il risultato di una nostra operazione iniziata due anni fa-, dice il colonnello Luigi Nobili, che comanda i carabinieri della legione di Milano ed il reparto antiterrorismo. Da due anni all'altro giorno erano sotto controllo i sei irregolari. Dai primi di maggio, a due settimane dall'assassinio di Ruffilli, U rapporto alla magistratura. Altri accertamenti — e pedinamenti, e controlli grazie al sofisticatissimo computer ora in dotazione al Comando generale dell'Arma — e all'alba di martedì 14 giugno 15 perquisizioni. Quindi arresti e fermi di personaggi più o meno sconosciuti. -Molti di questi, anzi tutti questi — dice alle otto di sera il ministro Gava. appena arrivato in prefettura — non lianno precedenti-. Insospettabili dunque, o solo appena sospettabili: come i tre brigatisti «regolari», che dagli archivi risultano noti come «già appartenenti all'area dell'Autonomia romana-. «La novità — insiste Gava — è die lo Stato ora dimostra stato ucciso il 16 aprile scorso. Era a Fano la base operativa del gruppo Br? E ancora: i due berretti grigi, e soprattutto gli adesivi con la scritta «Pt» sono identici a quelli utilizzati per l'agguato al senatore. Sarebbero questi, più che la mitraglietta Skorpion, gli indizi più pesanti. Indizi, tanti indizi e molto convincenti. «Se fosse una banale operazione antiterrorismo lei non sarebbe venuto qui a pochi minuti dall'inizio della partita Italia-Danimarca-, ha domandato una giornalista al ministro dell'Interno. E Gava, sornione, ha evitato la risposta. Ha preferito dire che è venuto a Milano -per una riunione di carattere operativo con tutte le forze dell'ordine in un momento in cui dobbiamo essere molto attenti e più vigili-. Il covo br — e ancora i carabinieri non hanno voluto confermare se è a Pero, a Buccinasco, a Segrate, in provincia o a Milano — sa- Giovanni Cerniti (Continua a pagina 2 in quarta colonna) di essere in grado di affrontare la situazione. Non è più la situazione degli anni di piombo, quando si interveniva in corso d'opera... E l'operazione non è ancora finita-. Si registrano la soddisfazione dei carabinieri, il compiacimento del ministro dell'Interno e l'interesse di magistrati come Pomarici e Spataro, che di terrorismo si occupano ormai da quindici anni. La loro opinione, dichiarata nella conferenza stampa convocata dai carabinieri e in quella convocata poi dal ministro, è che -la documentazione è importantissima-. Più che le responsabilità degli arrestati, regolari o irregolari bierre che siano, armi e documenti potrebbero far capire quali sono le prossime intenzioni delle Brigate rosse - Partito comunista combattente. L'attenzione è sull'ultimo delitto, quello del senatore Ruffilli, e sulle fiancheggiatrici Cinzia Antinori e Francesca Campilongo, che sono di Fano, poco più di un'ora d'auto da Forlì, dove il senatore amico e stretto collaboratore di Ciriaco De Mita è