Aids, dall'Italia uno spiraglio di Amedeo Lugaro

Aids, dall'Italia uno spiraglio Al convegno mondiale di Stoccolma annuncio dell'americano Gallo Aids, dall'Italia uno spiraglio Ricercatori di Pavia e Genova, in collaborazione con esperti Usa, scoprono una nuova strada di diffusione del virus • Riescono così a condurre per la prima volta esperimenti sui conigli PAVIA — Nelle ultime ore del congresso mondiale sull'Aids di Stoccolma l'unica «notizia buona» arriva da Pavia. L'americano professor Robert Ga'lo, uno dei massimi esperti delle ricerche sul virus, annuncia gli esperimenti condotti su conigli da équipe italiane di Pavia e Genova in collaborazione con l'Istituto di sanità statun'tense. Gallo comunica che [wr la prima volta si è riusciti a infettare con il virus dell'Aids dei conigli ed a studiarne le reazioni. I risultati ■•aprono una nuova e importarne possibilità per lo studio del vaccino e delle terapie anti-aids*. La ricerca verrà pubblicata su uno dei prossimi numeri della rivista scientifica «Nature». Ed ecco di che si tratta. Secondo una serie di sperimentazioni effettuate dai ricercatori della clinica di malattie infettive dell'istituto di cura -San Matteo» di Pavia, diretto da! proiessor Elio Guido Rondaneili. fino ad oggi si sarebbe percorsa la strada sbagliata su come il virus attacca l'organismo umano. Siamo di fronte ad una nuova «patogenesi» del male. Nella clinica pavese, che ha lavorato in stretta collaborazione con il laboratorio del professor Robert Gallo a Bethesda (Maryland) e gli istituti di microbiologia di Pavia, diretto dal professor Egidio Romero e di Genova, diretto dal professor Oliviero Vamier, è stato provato che il primo bersaglio contro cui si rivolge il virus-killer (Indicato con la sigla Hlv) non è, come si è sempre creduto, U linfocito (cellula la cui funzione è connessa all'attività immunitaria in quanto libera una grande quantità di anticorpi). Il primo attacco verrebbe invece sferrato dal virus contro 11 macrofago (cellula proveniente dal sistema reticolc-endoteliale, cosi chiamata per le sue dimensioni) che non lo distrugge ma lo fa replicare in maniera controllata. Il linfocita interverrebbe solo in un secondo lempo per «aiutare» il macrofago attaccato facendo cosi scattare la moltiplicazione folle del virus: dalle 5-6 unità virali all'origine, se ne generano 5000. 50.000. 100.000 fino all'inverosimile, come in tutte le altre infezioni virali. Inoltre finora si era creduto che il virus attaccasse gli scimpanzè e l'uomo, con una limitazione dunque delle cavie da impiegare negli studi. Il lavoro svolto dal professor Gaetano Filice, dell'istituto di malattie infettive, e la sua équipe, composta dal fratello, professor Carlo Filice, la dottoressa Laura Soldini e il dottor Paolo Orsolini. apre una nuova strada alla ricerca anche perché dimostra la possibilità di impiegare altre cavie. Infatti nei laboratori di Pavia si stanno per la prima volta ultimando su cavie diverse (i conigli) le sperimentazioni su nuove basi. «Cambiata la patologia — sottolinea il professor Filice — stiamo ora percorrendo una nuova strada per quanto riguarda la ricerca, potendo usufruire di modelli animali diversificati su cui agire. Se finora le sperimentazioni dovevano passare dal trattamento del virus dell'Aids (applicazioni dei vaccini comprese) in vitro, a modelli inolio evoluti come lo scimpanzè, se non addirittura l'uomo. Ora la strada più breve per arrivare a debellare l'Aids, potrà passare attraverso animali più piccoli, con possibilità sperimentali in pratica illimitate. Infatti gli esperimenti da noi fatti — continua il professor Filice — hanno provato che il virus non attacca solo l'uomo o lo scimpanzè. Abbiamo lavorato su conigli e il risultato è staio positivo. I dati di sperimentazione sono più che convincenti e a giorni si avrà la conclusione con prospettive sicuramente a tempi brevi». Il professor Filice è entusiasta: "Certamente si tratta della più grossa scoperta sull'Aids dopo l'identificazione e la classificazione del virus. L'Italia non è seconda a nessuno e lo stiamo dimostrando. A Pavia abbiamo lavorato in silenzio, confrontandoci sempre con l'istituto di Bethesda del professor Robert Gallo, che ha confermato e provato la nostra sperimentazione dandone l'ufficialità al congresso mediale sull'Aids in corso a Scoccaima*. I risultati della ricerca pavese sono pronti ora per essere codilicati. 81 tratta di riportare tutti gli studi finora fatti nella giusta dimensione che, secondo i ricercatori pavesi, sembrerebbe perfino più semplice di quello prospettato finora. Ma per saperne di più bisognerà aspettare la pubblicazione su «Nature» dello studio completo. Amedeo Lugaro