Natta smentisce il complotto di Alberto Rapisarda

Natta smentisce il complotto Lettera ali'«Unità»: nessun mistero nelle mie dimissioni Natta smentisce il complotto «Parlare di congiure ai miei danni è un'offesa al buon senso» • «Così si danneggia il partito» Occhetto ad Aosta: «Non pensiamo a un'altra società, bisogna trasformare e far nuova questa» ROMA — Ha letto i giornali che ieri mattina narravano di «misteri" e «complotti » a proposito delle sue dimissioni, e immediatamente ha deciso che occorreva un suo intervento chiarificatore. Così Alessandro Natta, dalla sua casa di Oneglia, ha alzato il telefono e ha chiamato a metà mattinala il direttore dell'Unità Gerardo Chiaromonte per preannunziargli l'arrivo di una lettera. Alle 14 il testo era recapitato al giornale del pei e a Botteghe Oscure, facendo tirare un sospiro di sollievo ai dirigenti del partito che nelle ultime ore avevano visto degenerare impotenti la vicenda politica della transizione alla segreteria in una sorta di romanzo nero. -Leggo sui giornali die si tenta di costruire non si sa quali misteri sul gesto che ho compiuto — esordisce l'on. Natta — Si tratta di una campagna grottesca e di mediocre gusto, ma anche di scarsa intelligenza. Non sono in esilio e non ho perso la parola. E dunque posso dire che è l'ora di finirla. E' possibile che il dibattito sui comunisti debba sempre scadere in cosi misera propaganda?*. Natta spiega che parlare di manovre e congiure contro di lui -è un'offesa al buon senso e al lavoro che ho svolto*. Ricorda che la sua intenzione di lasciare la segreteria era esplicita sin da quando propose Occhetto come vicesegretario e che ora ha lasciato non solo per ragioni di salute -ma per dare impulso al rinnovamento e all'iniziativa politica che ho cercato di iniziare assieme agli altri compagni. E li incito ora ad andare avanti*. Natta approva il comportamento del gruppo dirigente (. Vedo che ci si sta muovendo rapidamente e bene. Non ne dubitavo*) e conclude con «un saluto affettuoso per tutti*. La lettera è di tono assai diverso dalla precedente con la quale Natta annunciava la decisione di dimettersi al¬ la segreteria. -E' di una chiarezza cristallina. Mi sembra che il caso sia chiuso* ha commentato Aldo Tortorella. uno dei principali artefici della transizione di questi giorni e grande elettore di Occhetto alla segreteria. Con evidente sollievo, altri dirigenti di Botteghe Oscure hanno commentato entusiasticamente il tanto atteso messaggio di Natta. -Una bellissima lettera* ha detto Walter Veltroni, responsabile per l'informazione. -Taglia la testa al toro e la speranza è che ora l'attenzione verso il pei sia di altra natura, quella die il partito veramente merita* ha aggiunto Gianni Pellicani. In mattinata il capo dei deputati. Renato Zangheri, aveva spiegato che è -folle sostenere che ci sia stato addirittura un complotto per far dimettere Natta dalla segreteria. Certo, un po' di amarezza quando uno si dimette la si prova. E' umano e comprensibile. Natta ha deciso personalmente quando e come dimettersi. E' singolare che ci si stupisca prima die i segretari del pei non si dimettono mai e poi, quando ciò avviene, che si cerchino trame da libro giallo*. Ora Achille Occhetto può lavorare con maggiore tranquillità alla stesura della relazione che leggerà al comitato centrale di lunedi, prima del voto che lo eleggerà segretario. Dovrebbe essere una relazione Dreve e incisiva. Parlando ieri sera ad Aosta, per la campagna elettorale regionale. Occhetto ha anticipato una parte di quel che ha intenzione di dire al • parlamento» del pei. -Non ci sono terre promesse da raggiungere, non ci sono leggi eterne, ideologie a cui si debba piegare il mondo* ha detto con chiarezza Occhetto. ricordando di fatto che il pei non pensa certo più alla rivoluzione e non considera l'ideologia marxista il suo unico faro nella notte. Cose già dette in passato ma ripetute ora oon maggior chiarezza. Ma quello che mai era stato enunciato da un segretario del pei in modo cosi netto è contenuto nel passaggio successivo: -Non pensiamo a un'altra società, ma a trasformare e far nuova questa società. Questa è la società in cui viviamo e in questa società vogliamo agire, lavorare per cambiarla*. Sono affermazioni che costituiscono il «manifestodei nuovo pei. Dette alla vigilia del comitato centrale assumono una importanza determinante anche per la costituzione degli equilibri interni. E' stato detto in questi giorni che Occhetto veniva spinto dai suoi più giovani collaboratori e dalle circostanze a scegliere un'alleanza con la sinistra del partito. Ciò che il quasi-segretario ha detto ad Aosta, invece, può far piacere solo alla destra e pare una presa di distanza dalla sinistra. Stabilita questa premessa fondamentale, che spazza via ogni residuo sogno di «terza via. e di «diversità-, Occhetto dice che c'è comunque un'ideologia nascosta da combattere, quella che difende l'esistente, che consacra -le leggi, le compatibilità, le strutture del sistema dato che sarebbe in tutto e per tutto immodificabile*. Che è la parte del discorso che dovrebbe piacere alla sinistra. Il pei di Occhetto garantisce una -ferma* opposizione al governo De Mita e un pungolo ai socialisti, invitati a «non adirare solo bandiere* ma ad impegnarsi seriamente per realizzare le riforme di cui parlano. Parole di incoraggiamento al pei sono arrivate ieri dalla rivista dei gesuiti. La civiltà cattolica, secondo la quale non è irreversibile la crisi del partito il quale è fortemente radicato nella realtà italiana. La rivista considera «impro6abiit'« l'alternativa di sinistra alla de. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Aosta, Roma