E l'Ariane ha lanciato l'Europa di Piero Bianucci

E l'Ariane ha lanciato l'Europa Partito il razzo degli Anni Novanta che porta in orbita tre satelliti E l'Ariane ha lanciato l'Europa Alle 13,19 di ieri sono decollate dai Caraibi 420 tonnellate di tecnologie per telecomunicazioni e osservazioni meteorologiche - Al progetto spaziale, costato 750 miliardi, hanno contribuito molte aziende italiane DAL NOSTRO INVIATO KOUROU — Alle 13,19 ora italiana 420 tonnellate di raffinatissima tecnologia hanno preso il volo dalla base spaziale europea nella Guyana francese e hanno portato felicemente in orbita tre satelliti: due per telecomunicazioni e uno per osservazioni meteorologiche. Le condizioni del tempo, incerte fino all'ultimo, sono migliorate nella notte, e alla fine il cielo era completamente sereno. Non era un lancio di routine, ammesso che routine sia una parola che si può usare a proposito delle attività spaziali. Era il primo attesissimo test del razzo «Ariane 4», una nuova versione fortemente potenziata del vettore europeo, capace di portare in orbita un carico quasi doppio rispetto ai modello precedente •Ariane 3». Il carico utile è passato infatti da 2,5 a 4,2 tonnellate. Dopo i vettori sovietici e il «Tltan 3» americano, «Ariane 4» è oggi il più potente razzo che esista sul mercato. Tre stadi, alto 58 metri, ha inoltre una composizione modulare che ne permette l'adattamento ai più diversi tipi di carico. L'agenzia spaziale europea ha acquisito ordinazioni di messa in orbita per 67 satelliti nei prossimi quattro anni. Occorreva quindi un vettore particolarmente flessibile per dare al cliente che compra un biglietto per lo spazio una risposta personalizzata, cioè la più perfetta tecnologicamente e la più conveniente. Questo primo test mette l'Europa all'avanguardia sul mercato spaziale. Venti esemplari di «Ariane 4» sono già in cantiere, altri 50 probabilmente serviranno per soddisfare le richieste del mercato dal 1992 al 1998. E ora si può puntare con fiducia alla prossima tappa: •Ariane 5», una versione ancora più potente, che alla fine degli Anni 90, porterà in cima al terzo stadio «Hermes», il piccolo «Shuttle» europeo progettato per fare la spola, con tre astronauti a bordo, tra la terra e la stazione spaziale euroamericana. Un uovo gigante Uno sguardo al razzo. Il primo stadio è stato profondamente rinnovato, aumentando del 50 per cento la quantità di propellente, fino a 226 tonnellate. I suoi quattro motori Viking ora funzionano per 226 secondi (un minuto più di quelli di •Ariane 3»), spingendo il razzo a 76 chilometri di altezza e ad una velocità di 3256 metri al secondo (un terzo in più sia in altezza sia in velocità rispetto ad •Ariane 3»). Ad aumentare la spinta del primo stadio provvedono quattro piccoli razzi (Booster) aggiuntivi. Piccoli per modo di dire. Due di essi, di concezione completamente nuova sono alti 19 metri e contengono 39 tonnellate di propellente liquido ciascuno. Bruciano per 143 secondi e poi vengono abbandonati. Gli altri due sono razzi a combustibile solido già usati con .Ariane 3». ma anch'essi in versione potenziata: alti 12 metri, contengono quasi 10 tonnellate di propellente e bruciano per 42 secondi (mentre nella versione precedente esaurivano la loro funzione in 30 secondi). E', questo, il più importante contributo italiano al razzo europeo. I due «Booster, a propellente solido sono infatti costruiti dalla Snia BPD, società del gruppo Fiat. Il secondo stadio porta 34 tonnellate di propellente, brucia per 124 secondi e non differisce in sostanza da quello di «Ariane 3». Convenzionale è pure il terzo stadio che in passato ha dato tanti problemi e che oggi ha funzionato perfettamente per 725 secondi. Completamente ridisegnato è invece il contenitore del carico utile, in cima al razzo. Si tratta di un gigantesco «uovo» in fibra di carbonio, con un vano libero interno di 3 metri e mezzo di diametro e 10 di lunghezza. In esso troviamo due sistemi di lancio di satelliti e le configurazioni dei vari carichi utili sono estremamente flessibili. Lo sviluppo di «Ariane 4» per conto dell'agenzia spaziale europea è incominciato 6 anni fa ed è costato circa 750 miliardi di lire. Naturalmente le maggiori responsabilità tecnologiche sono della «Ariane Space» e della «Aerospatiale», con importanti contributi dell'industria tedesca. Ma un po' tutti i Paesi europei hanno fatto la loro parte : le imprese spaziali sembrano unire i popoli più che il Parlamento di Strasburgo. Il contributo tecnologico ita¬ liano è significativo: oltre ai razzi di supporto della Snia BPD. troviamo tecnologie dell'Aeritalia. della Selenia, della FBM, mentre a terra la Peyrani di Torino ha realizzato la seconda tavola di lancio e altre importanti infrastrutture. Ed ora qualche notizia sul carico che «Ariane 4» ha messo in orbita. Il «Meteosat P2» è il più importante. Pesa 700 chili e va a completare il sistema di satelliti geostazionari che ogni mezz'ora ci inviano un'immagine della Terra vista da 36 mila chilometri di distanza. E' grazie a queste fotografie se le previsioni meteorologiche hanno raggiunto un'alta affidabilità e se noi possiamo programmare i nostri fine settimana con tre giorni di anticipo. Sfida nel cielo Sul «Meteosat» è anche imbarcato un interessante esperimento scientifico chiamato «Lasso»: lo scopo è di sincronizzare con una precisione superiore al miliardesimo di secondo orologi atomici sparsi dall'America all'Europa all'Asia. La tecnica consiste nello sparare un raggio di luce laser verso il satellite. Qui 98 specchietti rimandano al suolo la luce dove viene raccolta con speciali telescopi. Misurando il tempo impiegato dalla luce per compiere il viaggio di andata e ritorno si possono non soltanto sincronizzare gli orologi atomici, ma compiere ricerche di geofisica, come lo studio della natura del sottosuolo o la deriva dei continenti. La distanza tra le varie stazioni a terra può infatti essere calcolata con errori di pochi centimetri. Coordinatore dell'esperimento per conto dell'Esa è Sigfrido Leschiutta, del Politecnico di Torino. Vi partecipano però scienziati di tutto il mondo, inclusi i sovietici. Gli altri due satelliti lanciati da «Ariane 4» servono per telecomunicazioni. Il primo è il «Pan American Satellite 1». pesante 1220 chili, destinato a mettere In collegamento America del Sud, America Centrale ed Europa. Il secondo è «Amsat 3C». Rientra in un programma internazionale dei radioamatori. Pesa 150 chili e segue un'orbita molto ellittica, tra 1500 e 36.000 chilometri di altezza. Con il successo di «Ariane 4» l'Europa si pone definitivamente come la potenza spaziale emergente, sia sul piano commerciale sia su quello scientifico. Gli Stati Uniti, intanto, stanno per rimettere alla prova lo «Shuttle», non senza incertezze e preoccupazioni, mentre per i carichi piccoli e medi hanno rimesso in produzione razzi degli Anni 60 e 70. Giappone e Cina, a loro volta, stanno recuperando il terreno perduto, mentre l'Unione Sovietica ha senz'altro in questo momento il primato dei vettori più potenti e si accinge a lanciare, il 7 luglio, una sonda verso Marte. Insomma, la gara spaziale è ricominciata. Ma questa volta i Paesi europei non saranno soltanto spettatori. Piero Bianucci

Persone citate: Ariane Space, Peyrani, Sigfrido Leschiutta