«Troppi errori a Stava» II pm chiede 11 condanne di Giuliano Marchesini

«Troppi errori a Stava» II pm chiede 11 condanne Al processo di Trento l'accusa elenca una serie di negligenze «Troppi errori a Stava» II pm chiede 11 condanne Per il disastro proposte pene da quattro a sei anni - Una soia assoluzione DAL NOSTRO INVIATO TRENTO — -Un disastro a denominazione di origine controllata'. Cosi il pubblico ministero Enrico Cavalieri definisce la catastrofe della Val di Stava. Errori superficialità, sfruttamento Intensivo degli impianti di Prestavel: sotto questi pesi cedettero i due bacini della miniera, creando quel torrente di fango che travolse tutto e fece 268 vittime. Ora il rappresentante dell'accusa presenta per 11 dei 12 imputati un conto complessivo di 59 anni e 3 mesi di carcere, per disastro e omicidio colposo plurimo. Per Alberto Bonetti, amministratore delegato della «Fluormine» e dirigente dell'Ufficio miniere della Montedison, la richiesta è di una condanna a 6 anni e 6 mesi; Vincenzo Campedel, ex direttore della miniera di Prestavel, 5 anni e 3 mesi; Aldo Curro Dossi, dirigente del Distretto Minerario, 5 anni e 6 mesi; Fazio Fiorini, direttore della miniera nel periodo tra il '69 e il "73, 5 anni; Mario Garavana, direttore dei servizi esterni, 4 anni; Antonio Ghirardint, autore di uno studio di fattibilità del bacino superiore, 6 anni; Alberto Morandi, successore di Fiorini alla direzione della miniera, 6 anni; Giuseppe Lattuca, direttore della miniera dal '76 al '78, 5 anni; Giuliano Perna, dirigente del Distretto Minerario, 5 anni; Giulio Rota, amministratore della .Prealpi Mineraria., 5 anni; Sergio Toscana, direttore generale della Fluormine, 6 anni; Giuliano Murara, capo dell'Ufficio minerario provinciale, assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Le attenuanti generiche dovrebbero essere concesse soltanto a Campedel, Curro Dossi, Fiorini, Garavana, Lattuca, Perna e Rota. Nella requisitoria di Cavalieri, a tratti convulsa, l'onda dell'emozione per la grande tragedia. •Secondo disastro industriale dopo quello del Vajont. Nel pio genere, per numero di vit me, il più grave accaduto nel mondo'. Dietro la transenna, poche persone a seguire il lungo atto d'accusa del pubblico ministero, forse perché un dibattito logorante, e in diverse fasi complicato, ha tolto a molti la fiducia in una giustizia piena. «Afa questo — dice Cavalieri — è un processo all'ombra dei morti'. E c'è, nell'avvio del suo discorso, un giudizio duro rivolto alla Montedison: .Non posso non sottolineare con amarezza come la dignità nel dolore di tante parti civili sia stata oltraggiata dal comportamento sconcertante del responsabile civile Montedison.. Sono agghiaccianti nella rievocazione del rappresentante dell'accusa, 1 dati della tragedia che si abbatté su quel pezzo di Tesero il 19 luglio dell'85: l'impatto sulla Valle di Stava a 2 minuti e 40 secondi dal crollo dei bacini, una velocità di caduta di 8 metri al secondo. Per la gente negli alberghi e quella lunga il declivio verde, nessuna possibilità di scampo. Stava fu distrutta in 13 secondi. Uno dei familiari delle vittime che ascoltano si nasconde 11 viso tra le mani. Cavalieri va avanti ricostruendo la storia .sinistra, dell'impianto di Prestavel per il lavaggio della fluorite. La prima concessione per l'estrazione è del 1935. Nel '41 subentrò la Montecatini, poi la miniera passò alla Montedison, alla -Fluormine.. infine alla .Prealpi.. E gli enti pubblici interessati erano il Distretto Minerario, il Comune di Tesero, la Provincia autonoma di Trento. Ma che cos'erano, secondo gli esperti, quegli enormi contenitori di melma che sovrastavano la Valle di Stava? Dighe o qualcos'altro di indefinibile? A quanto pare, non s'è trovata una risposta precisa. «Discarica., .struttura idraulica, sono esempi delle definizioni con cui s'è tentato di identificare quei terrapieni che stavano sopra le teste di abitanti del paese e di villeggianti. E chi avrebbe dovuto rispondere, alla resa dei conti, cii uno sfaldamento dalle terrificanti conseguenze? n fatto che .siano rimasti fuori, personaggi «più grandi. di quelli che siedono sul banco degli imputati, sostiene il rappresentante dell'accusa, «non dipende da una colpa del pubblico ministero.. .Si è lamentato un affrettato proscioglimento dei politici, ma si è anche detto che questo è un processo politico.. Cavalieri torna all'incredible gestione dei bacini di Prestavel. Tra l'altro, un professore di Cagliari segnalò in uno scritto la precarietà della .struttura idraulica-, che era stata sopraelevata. .Purtroppo, la sua voce è come quella di Cassandra: gli imputati lo considerano poco più che un dilettante.. Il fatto è. rammenta 1 pubblico ministero, che lassù alla miniera l'uno diceva di fidarsi dell'altro. E' il vecchio gioco dello -scaricabarile-. E qualcuno arrivò a dire che nei bacini -tutto si consolida.. Dalle carte del processo, rileva Cavalieri, risulta che in 16 anni non siano mai state eseguite prove della consistenza degli argini. uDagli atti emerge che tutti badavano al nspannio». Giuliano Marchesini

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