Tre su quattro arrivano agli esami

Tre su quattro arrivane agli esami Tre su quattro arrivane agli esami Domani comincia la maturità - Ma la selezione si è già verificata negli anni precedenti ROMA — Chissà come andrà a finire quest'anno. Ricordate 1*87? Bastò conoscere l'esito degli scrutini in alcuni istituti professionali, esito catastrofico per gli studenti con percentuali di bocciati dell'ordine del 40 per cento, perché alcuni esclamassero soddisfatti: •Finalmente, la scuola ridiventa seria!». O perché, da un altro punto di vista, si gridasse al perìcolo di una scuola divenuta improvvisamente «più selettiva». Poi la linea di tendenza segnalata dai primi dati grezzi si ridimensionò. E alla fine la maturità, della quale domani s'inizierà un nuovo capitolo (435.322 candidati, 6837 commissioni), continuò a far registrare, grosso modo, il solito tasso di promozioni, attorno al 90 per cento. E' probabile che stiamo per assistere alla ripetizione della stessa storia. Ma que¬ st'anno c'è qualche novità: una più diffusa consapevolezza del significato del giudizio scolastico, la tendenza da parte di gruppi d'insegnanti a sollecitare strumenti più oggettivi per la misura del rendimento dell'alunno, un dibattito più approfondito. Prova ne sia che proprio nelle settimane scorse due importanti convegni, quello dell'Uciim. l'Unione cattolica degli insegnanti medi, e quello dell'Associazione nazionale presidi sono stati dedicati al tema della valutazione scolastica. Mentre nelle bacheche degli istituti scolastici, tra sospiri di sollievo e lacrime di rammarico, si espongono i tabelloni con i risultati delle classi intermedie, cerchiamo dì esporre i termini della questione. Con una precisazione. Nella nostra scuola sono vivi e operanti due tipi di selezione. Uno, in un certo qual senso fisiologico, legato allo strumento classico del voto e del giudizio; l'altro sommerso, a suo modo subdolo, costituito dal fenomeno dell'abbandono. La tabella pubblicata qui a fianco è significativa. Durante i primi due anni della scuola media superiore il 25 per cento degli alunni lasciano gli istituti per cause famigliari, perché non ce la fanno, perché ritengono più conveniente esercitare un mestiere, quale che sia. A questo 25 per cento bisogna aggiungere i tassi di ripetenza, che vanno dal 10.3 per cento della prima classe al 4.2 dell'ultima. Ne consegue che alla maturità si presentano gruppi di studenti già notevolmente «scremati.. La manica larga delle commissioni durante gli esami di maturità, di cui si parla abitualmente, è dunque concetto relativo. Esiste, ma ri- guarda studenti che hanno già superato notevoli scogli. Ciò nonostante (o forse a causa di ciò), è diffuso il desiderio, come dicevamo, di migliorare 1 criteri di valutazione per renderli più aderenti alla realtà. E in primo luogo viene il problema della «scheda di valutazione» della media dell'obbligo (la questione, per certi aspetti, riguarda anche le elementari). Introdotta nel 1977, essa ora mostra un po' di rughe: troppi spazi bianchi riservati agli insegnanti, ridotti al semplice ruolo di scribacchini, si dice, difficoltà di lettura per i famigliari, che non sempre riescono a individuare con esattezza qua! è il rendimento del ragazzo. Da tre anni il ministero della Pubblica Istruzione sta sperimentando in un gruppo di scuole-campione una scheda più chiara ed analitica, contenente tutta una serie di valutazioni disciplinari e provvista di strumenti più snelli ed efficaci per la comunicazione dei risultati ai genitori. Al congresso dell'Uciim hanno sottolineato l'opportunità di sottoporre una simile scheda a un piano nazionale di sperimentazione. Ma gruppi rilevanti, all'interno dell Associazione presidi, hanno espresso le loro perplessità. Importante, per esempio, la presa di posizione di capi d'istituto che operano nella realtà torinese, come Bruno Zallio e Paola Cornaglia. Essi affermano che è inopportuno porre l'accento in modo quasi esclusivo sulla valutazione per discipline. Conformemente agli scopi della media dell'obbligo, bisognerebbe.-invece, definire prima una serie di obiettivi comuni (per esempio la capacità di classificazione, di analisi, di elaborazione) e da essi far discendere la programmazione disciplinare, le abilità prima del sapere, insomma, il metodo prima del contenuto. Difficile dire che cosa uscirà da questo dibattito travagliato e solo apparentemente tecnico. Si sottolinea, infatti, che. a seconda della strada scelta, potremo avere una scuola dell'obbligo più tradizionale o più aperta alle innovazioni. Quel che sembra certa, però, è la ricerca, attraverso la rielaborazionc degli strumenti di giudizio, di valutazioni e di esami più corretti e .giusti». Il che vale, ancor di più. per la secondaria superiore. Lo chiedono in modo esplicito gli studenti. Ed è una richiesta importante. Non c'è tanto la polemica contro la scuola selettiva (polemica di sapore ormai ventennale), quanto una forma di critica serrata nei confronti del ■ modo» della selezione. Qu>. negli istituti secondari, abbiamo il voto, strumento di giudizio più chiaro, nelto ? uitmodiato. ma anche, si dice, più sORgett.v'O. più sensibile agli umori del docente. Non piace a nessuno, e soprattutto agli studenti, la selezione di fatto che si manifesta attraverso (ili abbandoni, ma non piacciono neppur più criteri di valutazione ritenuti poco «scientifici». Presa di posizione ben nota ai docimclogi. gli esperti de! giudizio scolastico. Clemente Granata E ripelenti e chi abbanctafi® Elementari Anni TOTAI.E NOW) CENTRO SUD dicorso Rjp Abb Rjp Abb Rjp Abb Rjp Abb I 1,6 — 0,5 — 03 — 2,9 — II 1.3 — 0.6 0.3 O.G — 2.2 — III 0,9 — 0,4 0,3 0.3 — 1.7 — IV 0.9 0,2 0,4 0,2 0.3 — 1,5 0.1 V 1,2 0,9 0.8 1,7 0,5 Medie I 12,3 4.1 9,1 1,5 11,3 1.7 15,9 7.fi II 8,6 3.7 6.4 2,0 8,4 2.2 11,1 u.2 III 4,6 3,1 4,1 2.3 53 2.8 5.0 4.1 Secondarie superiori lU'tlUu] . 10.3 -.W,4 10,6 , . ,U6,0 Mtyti 16-5. 9.7 1 193 II ' 8.3 16* 7,8 "' 83 8.5 73 8.8 1 6,9 III 8,0 — 7.0 — 8.1 — 8.1 IV 5,9 — 4.9 — 6.0 — fi.f) - V 4.2 4.5 - 4.4 - 8.8 Tassi in pprcentualr di ripetenti e di rhi abbandona per tipo di scuola e secondo la ripartizione rpogrdfirarelativiairannnscolastico 1983-1981. FONTE: Etaborazionc Censis Sli daii Istat.

Persone citate: Bruno Zallio, Clemente Granata, Paola Cornaglia

Luoghi citati: Fonte, Roma