Saragat, silenzioso addio di Cesare Martinetti

Saragat, silenzioso addio Ieri i funerali di Stato delPex Presidente della Repubblica Saragat, silenzioso addio Non c'è stata grande folla, ma una continua processione di gente comune - Il più commosso, Francesco De Martino ■ C'era anche la vedova di De Gasperi -1 discorsi di Cariglia e Spadolini ROMA — Giuseppe Saragat se ne va sulle note di un'Internazionale che sale un po" clandestina da un vicolo nascosto di piazza Navona, alla fine della cerimonia ufficiale, come se venisse dagli anni lontani della storia. E sono queste le uniche note uscite dai rìgido protocollo con cui lo Stato ha salutato ieri il fondatore del psdi, l'ex Presidente della Repubblica, il leader antifascista. Funerali religiosi (e privati) in mattinata nella parrocchia di Santa Chiara, alla Camilluccia; funerali di Stato nel pomeriggio, breve corteo dal Senato a piazza Navona, le due orazioni funebri di Antonio Cariglia, segretario del psdi, e Giovanni Spadolini, presidente del Senato. Tra le 11 e le 17 la camera ardente nella «saletta gialla» di Palazzo Madama, dove la bara di legno chiaro con un crocefisso di ottone era vegliata da due corazzieri in alta uniforme, due commessi della Camera e due del Senato. La grande folla non c'è stata. Piuttosto una processione continua davanti al feretro, un silenzioso via vai, le bandiere delle federazioni psdi che si raccoglievano con l'avvicinarsi della cerimonia funebre, gruppi socialdemocratici dall'Emilia, dalla Toscana, dal Piemonte. Il presidente della Repubblica Cossiga è stato il primo a sostare nella camera ardente del Senato e a firmare il registro delle condoglianze. Poi è arrivata Nilde lotti, presidente della Camera, abito estivo bianco e nero con fiori gialli: "Ricordo Saragal più come "padre della Patria" che uomo politico'. Davanti a Palazzo Madama uno squadrone dei Lancieri di Montebello ha montato la guardia. Il più commosso, alla cerimonia religiosa, è parso l'anziano ex segretario socialista Francesco De Martino; il più colpito sul palco delle autorità in piazza Navona il ministro della Giustizia Giuliano Vassalli, amico personale di Saragat: uno fra coloro che nella Roma occupata dai nazisti, lo fecero evadere da Regina Coeli con un falso ordine di scarcerazione. Il segretario socialista Bettino Craxi, accompagnato da Gennaro Acquaviva, ha salutato Saragat nella camera ardente del Senato alle 13, 30. Una breve sosta, nessuna parola. La cerimonia nella chiesa di Santa Chiara doveva essere privata, ma per un ex Presidente della Repubblica il privato è sempre molto relativo. E cosi, a fianco dei figli Giovanni, ambasciatore d'Italia a Bruxelles, ed Ernestina con il marito Gianni Santacatterina, i nipoti Augusto, Giuseppina e Pietro, si è vista una gran folla di politici. Lo stato maggiore del psdi compreso l'ex ministro Mario Tanassi, il presidente del Consiglio De Mita in partenza per gli Stati Uniti, l'ex presidente Giovanni Leone, successore di Saragat al Quirinale, la vedova di Alcide De Gasperi, signora Francesca, con la figlia Maria Romana. La cerimonia religiosa è stata breve e molto semplice. Don Gianni Todescato ha ricordato V-intensa esistenza' di Saragat, dall'esperienza di antifascista, al carcere, ai 'fasti di Presidente della Repubblica^. Una suora ha suonato all'or¬ gano la «Dorica», toccata e fuga di Bach. Le esequie civili non si sono discostate dal rigido protocollo dei funerali di Stato. Il corteo si è mosso da Palazzo Madama quando mancavano pochi minuti alle 17. In prima fila, dietro il feretro scortato dai corazzieri, accanto ai famigliari il presidente Cossiga, Giovanni Spadolini, Nilde lotti. In piazza Navona il corteo è stato accolto dalla marcia funebre di Chopin suonata dalla banda dei carabinieri. Hanno presentato le armi plotoni di Esercito, Marina, Aeronautica, Guardia di finanza. Affollatissimi i palchi con le bandiere rosse delle federazioni psdi, poca gente dietro le transenne, per lo più turisti molto incuriositi. Il segretario socialdemocratico Antonio Cariglia ha letto i telegrammi di condoglianze inviati da Francois Mitterrand e da Willy Brandt, presidente dell'Internazionale socialista. -Compagno Saragat, ti rendiamo l'estremo, commosso, riconoscente saluto". Il presidente del Senato Spadolini, da storico, ha ricordato Saragat "interprete appassionato del riformismo sociale", il politico che alla Costituente non dimenticò mai che se non fossero sopravvissute "le libertà individuali, sarebbe morto ogni tipo di società fondato sulla nozione di responsabilità personale. Libertà e giustizia sociale indissolubil-i mente congiunte: fu quello il suo punto di partenza insieme con Carlo Rosselli nella lotta contro il fascismo. Punto di partenza e di arrivo. Intorno a quel nodo si consumò tutta la vita di Giuseppe Saragat». Cesare Martinetti Roma. Un momento dei funerali di Giuseppe Saragat ieri in Piazza Navona (Tel. Associated Press)

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