Assemblea di fuoco por Generali e Midi
Assemblea di fuoco por Generali e Midi Contrasto più duro dopo il freno di Parigi Assemblea di fuoco por Generali e Midi La compagnia trestina pronta a dar battaglia sull'ordine del giorno MILANO — Doveva essere una passeggiata. Invece a Parigi, il giorno 22. ci sarà battaglia, un'altra battaglia d'assemblea tra italiani e francesi. Il giorno dopo la decisione del Comitato del credito francese di congelare fino al 13 luglio la richiesta delle Generali di accrescere la partecipazione nella Midi, già si profila un duro conflitto procedurale. Le Generali non potranno far valere il peso del 20,86% che detengono assieme ad alleati né potranno marciare, assieme alle alleate Lazard e Mediobanca, verso l'obiettivo di quel 33% necessario per far saltare il progetto di fusione tra Midi e Axa. La compagnia di Trieste dispone però dei mezzi per opporsi, magari attraverso nuovi alleati, alla modifica dell'ordine del giorno dell'assemblea. E una variazione dell'ordine assembleare appare, a questo punto, neces¬ saria. Altrimenti, dicono alla Generali France, il vincolo posto dal Comitato del credito parigino potrebbe valere per la stessa Axa che, con la fusione, disporrebbe di una quota di capitale largamente superiore al 20%. Se le Generali devono essere autorizzate da un organo governativo a valicare questa soglia, si afferma, la stessa regola deve valere per Axa. Gli italiani, appoggiati da Lazard, possono sollevare altre difficoltà In questa contesa iniziata con »spirito amichevole» e proseguita su toni sempre più aspri. Tipo la richiesta di un esperto di minoranza per valutare la correttezza delle perizie per la fusione. Ma. al di là delle schermaglie procedurali, il conflitto che oppone Randone a Pagezy va ormai assai oltre un semplice confronto Innanzitutto è evidente il peso politico della decisione del Comitato francese per il credito. Pochi giorni prima lo stesso primo ministro Delors aveva chiesto regole europee comuni sul fronte delle acquisizioni sollecitando • reciprocità di fatto e non solo di diritto» tra gli Stati. A far le spese dell'irrigidimento transalpino, ironia della sorte, è stata una società italiana, ovvero di un Paese che non dispone di alcuna barriera contro Investimenti da nazioni comunitarie e non. Ma a Parigi temevano che l'autorizzazione per le Generali potesse valere come precedente pericoloso per altre questioni. Resta ora da registrare l'imbarazzo che si respira a Trieste ove tra pochi giorni l'assemblea dovrà deliberare un'operazione sul capitale di oltre mille miliardi destinata a finanziare un'operazione incerta negli esiti e condotta in maniera opinabile dal gruppo sul piano strategico. u. b.
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