A Vienna l'Opec ci riprova

A Vienna l'Opec ci riprova Nuovo vertice dopo lo scacco della conferenza straordinaria di maggio A Vienna l'Opec ci riprova K" già scontro sull'ipotesi di diminuire la produzione di greggio per far salire i prezzi L'Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo sono contrari - Difficile l'alleanza con i «Nopec» VIENNA — L'Opec torna a riunirsi questo pomeriggio a Vienna per la propria conferenza ordinaria dopo il fallimento della conferenza straordinaria di inizio maggio che avrebbe dovuto portare ad un accordo siorico con i Paesi produttori esterni: lo scopo della nuova riunione è quello di decidere le quote di produzione per il secondo semestre dell'anno e di conseguenza di fissare i prezzi. Ma certamente anche l'accordo con i ■ Nopec •. come so. stati chiamati i sette esterni che avevano accettato di discutere una strategia comune (Angola. Cina. Colombia. Egitto. Malaysia. Messico e Oman) tornerà sul tavolo della trattativa anche se le dichiarazioni dei primi ministri arrivati ieri pomeriggio nella capitale austriaca hanno già fatto intendere che le spaccature •ideologiche, che avevano reso impossibile un'alleanza il 2 maggio sono rimaste tali e quali. Si è cominciato a litigare a distanza già ai piedi della scaletta degli aerei in arrivo all'aeroporto di Vienna. Lo sceicco del Kuwait, Al-Sabah. interrogato su possibilio tagli alla produzione ha finto di cadere dalle nuvole: «Quali tagli? Ma se sta arrivando l'inverno!». I tagli della produzione messa sul mercato erano stati uno dei motivi del fallimento della conferenza straordinaria: i ■ Nopec>. infatti si erano detti disposti ad allearsi all'Opec nella politica di sostegno dei prezzi a condizione che i .tredici, si fossero messi d'accordo per tagliare le veni'.ite del 5 per cento. Ora la situazione si ripete ma il ministro venezuelano del petrolio ripropone la trattativa; i contatti sono proseguiti, ha detto Arturo Hernandez Grisanti. e i sette «Nopec. sono sempre -fortemente intenzionati a collaborare per stabilizzare il mercato.. Quindi si torna sempre alla questione dei tagli. A favore sono i .falchi, di Iran, Libia, Algeria: contrari sono tutti i potenti Paesi del Golfo, Kuwait, Emirati Arabi, Qatar e soprattutto l'Arabia Saudita: il rappresentante di Riad. il ministro Nazer. ha già detto che i tagli non sono necessari .se tutti i Paesi si attengono alle loro quote di produzione.. Il gruppo del Golfo, che nel vertice precedente era riuscito ad imporre la propria volontà, intende con questa politica di depressione dei prezzi intervenire nello scontro Iran-Iraq creando difficoltà economiche a Teheran e favorendo invece gli Iracheni i quali, con il tacito consenso degli amici della penisola arabica non hanno mai firmato l'accordo dell'87 sul tetto produttivo e perciò sono praticamente liberi di produrre quanto ritengono necessario per finanziare !a guerra. Secondo molti osservatori l'esito più probabile del nuovo vertice è la conferma della situazione attuale: prezzr •di riferimento, dei barile a 18 dollari, come stabilito ne!l'87, -tetto» produttivo di 15,1 milioni di barili il giorno, quote per ciascun Paese ribadite. A meno che non passi la proposta da qualche osservatore attribuita al gruppo del Golfo, di aumentare addirittura la quantità di greggio da mettere sul mercato. r. e. s.

Persone citate: Arturo Hernandez Grisanti