Nascosti in un attico a Parigi due capolavori rubati in italia di Claudio Cerasuolo

Nascosti in un attico a Parigi due capolavori rubati in Italia Restituiti dalla Francia, tornano oggi a Velletri e a Ronciglione Nascosti in un attico a Parigi due capolavori rubati in Italia I preziosi dipinti non hanno subito danni • Sgominata una banda che operava in mezza Europa DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Tornano oggi in Italia, nel Museo Capitolare di Velletri e nel Duomo di Ronciglione, due capolavori trafugati nel Lazio da una banda intemazionale di ladri e ricettatori e ritrovati a Parigi nel giugno dell'anno scorso. Uno spesso tendaggio nel salone di un favoloso attico vicino alla Tour Eiffel nascondeva 1 preziosi dipinti: una Madonna con bambino di Francesco Raibollni, detto il Francia (nato a Bologna nel 1450 circa, morto nel 1517) e il trittico raffigurante il Cristo Salvatore tra San Pietro e Santa Caterina, di Francesco Gabriele da Viterbo. Il critico e storico d'arte Federico Zeri lo autenticò come la seconda opera attribuibile con certezza al pittore del XV secolo. Il proprietario dell'attico, ora nei guaì con la giustizia francese, è l'italiano Gianni Ongaro, di professione rappresentante di impermeabili, ma all'occasione anche ricettatore di opere d'arte rubate. Dal momento del ritrovamento è trascorso un anno e ieri mattina al ministero dell'Interno, in rue de Saussaie 13, si è avuto il felice epilogo di uno dei capitoli più importanti di questa vicenda giudiziaria che riserverà ancora clamorose sorprese. La riconsegna - La restituzione all'Italia delle preziose tavole è avvenuta ieri mattina alla presenza di un ristretto gruppo di funzionari francesi e italiani: il vicedirettore degli Affari Criminali Lebruchel, il capo della quinta divisione della polizia Glrel, il commissario principale dell'Ufficio per la repressione dei furti di opere d'arte di Parigi, madame Mireille Ballestrazzi. il suo collaboratore Deferre e l'ispettore Bourguet, l'aggiunto della Gendarmerie Serge Lebrun; il maggiore Luigi Bacceli, capo del Reparto per la Tutela del patrimonio artistico di Roma e il brigadiere Leonardo Lagravinese, il giudice istruttore di Limoges Alain Reynal, 11 suo collega torinese Piergiorgio Gosso. il sostituto procuratore Vittorio Corsi. Il mancato scambio - Prima che l'ispettore Bourguet facesse firmare al maggiore Bacceli il verbale di riconsegna, monsieur Lebruchel ha esortato a proseguire la lotta ai trafficanti di opere d'arte con una collaborazione sempre più stretta tra i due Paesi. Ma non ha mancato di sottolineare il rammarico per non aver potuto celebrare con una cerimonia ancora più solenne la restituzione. Una ragione per dolersi i francesi ce l'hanno. Ieri avrebbero voluto festeggiare un altro ritorno a casa: quello di tre preziosissimi arazzi della manifattura di Aubusson del XVII secolo. Gli arazzi, acquistati dalla Centro Banca di Firenze per la risibile somma di 80 milioni (1 francesi li stimano dieci volte di più), sono stati riconosciuti come quelli rubati al Museo di Arles nell'82 e sequestrati nel novembre scorso dal giudice fiorentino Manucci. Ma la banca ha fatto ricorso al tribunale della libertà: -Li abbiamo comprati da un antiquario, ad un prezzo ragionevole, dunque non si tratta di incauto acquisto-. L'inchiesta - Recriminazioni a parte, l'inchiesta condotta dai carabinieri del Reparto Patrimonio di Roma e del nucleo di Torino e dagli uomini di madame Ballestrazzi, ha messo a nudo le ramificazioni e le complicità di una banda che opera a livello europeo. Dicono gli in¬ quirenti: All'inizio sapevamo soltanto che un gruppo di ladri torinesi aveva razziato i castelli francesi, piazzando poi le opere d'arte presso antiquari piemontesi, liguri e toscani. Poi abbiamo scoperto che i pezzi rubati possono finire in Svizzera. Olanda. Inghilterra, un traffico che si allarga a mezza Europa. La spiegazione è semplice: è un commercio lucroso quasi quanto quello della droga ma meno rischioso per gli organizzatori. I dipinti - La tavola del Francia (66 x 54 cm.) fu rubata la notte del 30 maggio dell'83 dal Museo Capitolare di Velletri, il trittico (la pala centrale misura 140 x 67 cm, le due laterali 137 x 31 cm.) del Duomo di Ronciglione fu trafugato nell'agosto dell'85. Claudio Cerasuolo