Il Senato boccia la lotti
Il Senato boccia la lotti Propone di trasformare Palazzo Madama in un'assemblea delle Regioni Il Senato boccia la lotti Il primo a insorgere è stato Spadolini - Tacciono gli stessi comunisti - L'unico sì al presidente della Camera è del! on. Bassanini - Il dibattito in commissione sulle riforme istituzionali DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Non è piaciuta al Senato la proposta del presidente della Camera, Nilde lotti, di tramutare l'assemblea di Palazzo Madama in un'assemblea delle regioni. Il primo a dire che bisogna mantenere l'impostazione bicamerale è stato lo stesso presidente del Senato Spadolini. Poi la maggior parte dei gruppi parlamentari di Palazzo Madama si è schierata contro la posizione della lotti. A cominciare da democristiani e socialisti. Nicola Mancino, capogruppo dei senatori de, ha detto che la proposta del presidente della Camera non ha trovato nessuno sostegno a Palazzo Madama. Fabbri, capogruppo socialista, ha criticato sia la lotti, sia il suo compagno di partito e vicepresidente della Camera Aniasi, sottolineando che dalle loro proposte esce solo l'intenzione di • comprimere il Senato e ridimensionarlo'. E, secondo indiscrezioni, gli stessi senatori comunisti non sembrano condividere la posizione della lotti. Insomma, i senatori difendono uniti la loro ragione d'essere. L'unico appoggio alla lotti è venuto da un altro deputato. Franco Bassanini che ha detto senza mezzi termini che «un arroccamento corporativo dei senatori nella difesa delle loro prerogative finirebbe con l'impedire ogni seria riforma'. L'argomento è stato affrontato anche nella riunione della commissione Affari costituzionali del Senato. Che ieri ha avviato l'esame del sette disegni di legge costiiuzionali sul rapporto tra i due rami del Parlamento. Nella sua introduzione il presidente della commissione Leopoldo Elia, ha sottolineato innanzitutto che bisogna sgombrare il campo .alalia convintone, ai>c.nsato da qualcuno, che i vroblemi del bicameralismi poss'no essere affrontati c utilmen¬ te risolti attraverso mere modifiche dei regolamenti parlamentari, sicuramente indispensabili, ma non sufficienti a fornire soluzioni esaustive*. Elia ha anche bocciato l'ipotesi di differenziare i compiti delle due Camere concentrando in una la funzione legislativa e assegnando ali altra la titolarità della funzione di controllo. Un'ipotesi — ha detto Elia — che era già stata messa da parte nel dibattito in commissione Affari costituzionali di Montecitorio nella scorsa legislatura, 'poiché — ha spiegato — la funzione di controllo o è comune alla due Camere o si risolve nell'assegnare ad un ramo del Parlamento tutte le attribuzioni oggi concentrate nelle commissioni bicamerali: il che è evidente motivo di perplessità essendo le loro attribuzioni giudicate da più parti come un'ingerenza nelle funzioni del governo*. Democristiani e socialisti hanno chiesto un dibattito sull'argomento in commissione prima di procedere alla costituzione di una souocommissione che vada avanti nell'esame dei provvedimenti. Repubblicani, missini e sinistra indipendente, invece, hanno criticato l'idea di creare un organismo ristretto. Sempre ieri, al Senato la giunta del regolamento sotto la presidenza di Spadolini è tornata ad esaminare i progetti di riforma. Tornerà a riunirsi per un esame preliminare il prossimo 28 giugno, e a quella data anche pei, pri e msi dovrebbero aver presentato i loro progetti. Comunque, le polemiche non mancano: il capogruppo della sinistra indipendente. Massimo Riva, al termine della riunione ha detto che si ha l'impressione -che qualcuno voglia portarsi a casa solo qualcosa in materia di voto segreto e basta. Se è così si comincia male*.
Persone citate: Aniasi, Bassanini, Fabbri, Franco Bassanini, Leopoldo Elia, Massimo Riva, Nicola Mancino, Spadolini
Luoghi citati: Roma
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