Aborto, verso una mozione comune di Alberto Rapisarda
Aborto, verso una mozione comune Il dibattito alla Camera a dieci anni dall'entrata in vigore della legge Aborto, verso una mozione comune Si punta soprattutto a prevenire le interruzioni di gravidanza - Accanto ai consultori avrebbero un loro ruolo i movimenti volontari cattolici - Le obiezioni delle donne socialiste ROMA — I partiti abortisti e quelli antiabortisti (la de e il msl) stanno lavorando per concludere il dibattito alla Camera sul «diritto alla vita- con una mozione comune. Dopo dieci anni di sperimentazione della legge che ha reso legale l'aborto togliendolo dalla clandestinità, i contrasti frontali di un tempo sembrano attenuati. Ed è subentrata una riflessione che attraversa in modo trasversale tutti i partiti, attorno alla necessità di prevenire il ricorso all'aborto, favorendo la conoscenza delle tecniche di controllo delle nascite, l'educazione sessuale, la diffusione dei consultori pubblici. Queste proposte sono contenute nella mozione dei partiti di governo (psi, psdi, pri, pli) che approvarono la legge 194, che legalizzò l'aborto. E potrebbero cu-, 'tuire la bozza per la n. ine unitaria conclusiva. I .nocririiani stanno lavùrfjido attivamente per arrivare a questo risultato che può dare loro notevoli vantaggi po¬ litici. Intanto, il presidente dei deputati comunisti, Renato Zangheri, ha invitato i colleghi degli altri gruppi «abortisti» per discutere insieme il da farsi. Gli Invitati sono i quattro partiti di governo, i radicali, i Verdi e i demoproletari. Questo grande supergruppo di maggioranza abortista pare essere stato colto di sorpresa dal dibattito aperto dal cattolici, ma anche da esponenti del mondo laico, come il socialista Amato, sui limiti della legge 194. E' un ripensamento di tipo morale, che vuole ricordare che la legge che tolse l'aborto dalla clandestinità non può comunque essere considerata uno strumento per il controllo delle nascite. Gli ■abortisti» replicano che se si è corso questo rischio lo si deve alla pervicace volontà di sabotaggio della legge da parte dei ministri democristiani della Sanità. I quali hanno sempre rifiutato che fossero propagandati a livello di massa i metodi per il controllo delle nascite. •L'agenzia Testa aveva preparato una campagna di informazione per combattere la diffusione dell'Aids con l'uso dei preservativi — rivela l'ex ministro liberale. De Lorenzo —. Era stata ordinata dello stesso ministro della Sanità. La Rai-tv aveva dato il suo ok. Poi il "Movimento per la vita" ha chiesto a Donat-Cattin che accanto al preservativo comparisse sugli schermi tv una scritta che avvisava che non è un mezzo sicuro al 100 per cento. E cosi la campagna si è bloccata'. Comunque, ora i cattolici assicurano che vogliono che si propagandino i metodi contraccettivi «Ho fatto diverse proposte e diverse sono già nella mozione dei laici — dice la democristiana Maria Eletta Martini —. In quella comunista c'è la proposta di indagini sugli "aborti bianchi" che condivido. Si lavora per cercare una indicazione che possa essere condivisa da tutti. Certo, a livello di titoli è facile. Sui contenuti si vedrà. Sulla legge 194 ognu¬ no conserva comunque il suo giudizio. Ma bisogna trovare una unità minima possibile'. Su questa linea dell'incontro, il capogruppo democristiano Martinazzoli ha già chiesto agli antagonisti di dieci anni fa di mettersi tutti ad un tavolo e discutere. Si capisce che la de è disposta a cedere sulla necessità di diffondere tramite la tv i metodi di controllo delle nascite, ma che vuole contemporaneamente che si apra la porta dei consultori ai movimenti cattolici di volontari tipo «Movimento per la vita» e Comunione e liberazione, perché possano cercar di convincere le donne a non abortire. Questo pare l'obiettivo vero, e gli altri obiettano che se cosi fosse si finirebbe solo per dissuadere le donne dal frequentare i consultori, pur di non sentirsi sottoposte ad una sorta di processo. Se ne parla talmente che alcuni partiti, come il psi, si sono divisi. Le donne socialiste hanno chiesto che Craxi dica ufficialmente se sta dalla parte di Giuliano Amato o delle donne del psi che chiedono la piena applicazione della legge 194. E anche nell'estrema sinistra ci sono donne che temono che si lasci troppo spazio alle associazioni cattoliche se venisse approvato il testo della mozione dei laico-socialisti. La quale invita il governo ad 'aiutare le maternità difficili prima e dopo la nascita, anche attraverso le associazioni di volontariato che si pongano tali obbiettivi'. Ieri l'Associazione italiana per l'educazione demografica ha reso pubblica una sua indagine che rivela come la metà degli aborti clandestini che ancora si praticano (sono stati circa 110-130 mila nel 1987) vengono effettuati nell'Italia meridionale dove più debole è la rete dei consultori. Il 33 per cento delle donne interrogate abortisce in casa. Solo il 17 per cento si serve dei consultori pubblici. Il dibattito prosegue, Alberto Rapisarda
Persone citate: Craxi, De Lorenzo, Donat-cattin, Giuliano Amato, Maria Eletta Martini, Martinazzoli, Renato Zangheri, Verdi
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