Tre nuovi poli universitari per il domani del Piemonte

Tre nuovi poli universitari per il domani del Piemonte Vercelli, terzo convegno promosso da La Stampa sugli atenei regionali Tre nuovi poli universitari per il domani del Piemonte «Non si deve perdere il treno dello sviluppo per i ritardi della burocrazia» Da Vercelli e partilo un nuovo monito ai responsabili nazionali della formazione universitaria perché guardino con occhio attento il caso Piemonte e perché non venga stravolto il piano predisposto dalla Regione, basato sulla tripolarità dei nuovi insediamenti universitari. Un messaggio non da campanile, ma elaborato dopo una razionale riflessione sul caso Italia. Non e vero, si e ripetuto, che il nostro Paese produca troppi laureati o tecnici. Tra le nazioni più industrializzate. l'Italia occupa gli ultimi posti cone numero di dottori e come capacità di sfornare specialisti nell'.' vane discipline Negli Stati Uniti, la media della scolarità universitaria tocca il 487<. in Francia il 23. in Italia appena il 20. E tali percentuali non tengono conto del servizio di riqualificazione per i già laureati, cioè dell'-educazione permanente, in grado di riaggiornare il personale sulla base dei progressi della scienza. Nel contesto del preoccupante deficit nazionale nel settore della formazione superiore, il Piemonte è un caso a sé. Ha l'8% della popolazione italiana, il 10 % della s jperficie. il 10% del prodotto interno lordo e solo il 5.5% degli studenti iscritti all'università con un saldo negativo, rispetto alla media, di 25 mila unità: vale a dire il più alto in assoluto dopo quello (Iella Calabria. Non solo: la nostra regioile ha un'unica città sede di il segnamento universitario, contro le 41 sparse nel Paese, e soltanto due atenei contro i 51 esistenti. La Lombardia, ad esempio, ha quattro capoluoghi sedi di insegnamento universitario e sette atenei. E ancora: gli studenti piemontesi che frequentano fuori regione, sono il doppio di quelli che dall'esterno gravitano su Torino. Come e in quali tempi è possibile colmare questo vuoto di formazione universitaria? Lo Stampa e il suo direttore. Gaetano Scardocchia. si sono rimpromessi di tener vivo il dibattito, coinvolgendo in particolare le popolazioni delle tre città, Alessandria, Novara e Vercelli, dove sono già partiti corsi di laurea, secondo le indicazioni del piano regionale approvato l'anno scorso. Due convegni si sono già tenuti nei primi due centri piemontesi. Ieri si è svolto il terzo, a Vercelli, nella sede della Camera di Commercio. I relatori sono stati: Bruno Bottiglieri (Associazione Tecnocity), Giorgio Frignani (presidente dell'ente camerale), Adriano Pennacini (preside di Lettere) e Rodolfo Zich (rettore del Politecnico). Secondo il progetto della Regione Piemonte. Alessandria ospiterà Scienze matematiche, Scienze politiche e Giurisprudenza: Novara Medicina, Farmacia ed Economia-Commercio; Vercelli Ingegneria e Lettere-Filosofia. Tre poli istituiti per frenare l'esodo degli aspiranti dottori, per decongestionare i due atenei torinesi e preparare nuove figure professionali sulla base anche delle specifiche domande di lavoro in loco. Altre scuole di formazione mirata, a livello para universitario, sono previste a Biella (nel settore tessile), a Cuneo (tecnologie della carne c ortofrutticoltura), Asti (enologia). Canavese (informatica e telecomunicazioni). Nelle intenzioni del promotori, i tre poli, nati per gemmazione sotto l'ala protettrice dei due atenei torinesi e finanziati dagli enti locali, dovrebbero diventare autonomi dopo un adeguato rodaggio. Un piano destinato a decollare? Purtroppo no, s'è constatato a Vercelli, a causa di una presa di posizione di organismi ministeriali (commisdone-Covatta e Consiglio universitario nazionale), contraria alla tripolarità indicata dal Piemonte e favorevole invece alla sede unica del nuovo ateneo. Gli amministratori vercellesi, come già avevano fatto i colleglli alessandrini e novaresi, hanno ribadito la validità della scelta tripolare invitando ministro e Parlamento a non cancellare con un traì'-o di penni il progetto regionale. S'è chi. 'o il rispetto del plano, tv anche una scelta in tempi rapidi perché, come li. rilevato Frignani, il Piemonte non può perdere il treno dello sviluppo per i ritardi di ministri e della burocrazia. Guido J. Paglia

Persone citate: Adriano Pennacini, Associazione Tecnocity, Bruno Bottiglieri, Frignani, Gaetano Scardocchia, Giorgio Frignani, Rodolfo Zich