Libertà per Ponte il pm è contrario
Libertà per Ponte il pm è contrario Il delitto all'Usi di Saluzzo Libertà per Ponte il pm è contrario La vedova dell'ucciso protesta per la scarcerazione del medico sotto accusa SALUZZO — Il sostituto procuratore della Repubblica di Bologna, dott. Alberto Candì, ha presentato appello contro il provvedimento di scarcerazione del prof. Pierluigi Ponte deciso venerdì scorso dal giudice istruttore dott. Sergio Castaldo. n prof. Pierluigi Ponte (56 anni ex direttore sanitario dell'ospedale di Saluzzo, residente a Verzuolo) era stato arrestato dai carabinieri 11 25 aprile scorso per ordine del dott. Candì che dirige le Indagini sull'assassinio del presidente dell'Usi cittadina, dott. Amedeo Damiano, ferito in un agguato sotto casa il 24 marzo del 1987 da due killer e morto in una clinica di Imola 11 3 luglio: aveva 47 anni, sposato e padre di 4 figli. In carcere restano invece i tre banditi accusati dell'agguato (e già condannati a pesanti pene detentive per numerosi altri reati): Marco Sartorelli, 32 anni di Cremona, Alessandro Pinti, 31 anni, di Chieti e Pancrazio Chiruzzi, 36 anni, di Nichelino. I primi due sarebbero gli autori materiali del ferimento (sette colpi di pistola, call- bro 7,65 e 38) mentre il Chiruzzi era alla guida della Lancia Delta HF usata per la fuga e rubata una settimana prima a Torino. A fare il nome di Sartorelli ai magistrati sarebbe stato un «pentito», Luigi Aversano che faceva parte della stessa gang al cui vertice si pensa che sia Vincenzo Pavia, pericoloso latitante. Ma ci sarebbero altre prove a carico dei presunti killer. Pinti, ad esempio, sarebbe stato riconosciuto da testimoni come uno dei due giovani che uscirono di corsa dall'androne del palazzo di corso Italia 56, subito dopo il ferimento del dott. Damiano. Spaventato dalla reazione dell'amministratore (che gli lanciò contro la borsa che aveva con sé) un bandito perse gli occhiali che indossava: su questa prima, labile traccia gli investigatori hanno lavorato a lungo risalendo sino all'ottico che li aveva venduti. Inoltre l'identikit ricostruito dalla Questura sulla base delle testimonianze di Damiano è alquanto rassomigliante a Pinti. Il dott. Castaldo ha ordinato nuove perizie sulle lastre radiologiche del presidente dell'Usi e sugli abiti che indossava quando venne ferito allo scopo di stabilire se 1 banditi gli hanno sparato per rapinarlo, per -gambizzarlo» oppure per ucciderlo. Con la morte a Imola del dott. Damiano le indagini sono passate, per competenza, alla magistratura di Bologna. In dicembre il prof. Ponte aveva ricevuto una comunicazione giudiziaria. Ma i colpi di scena non erano finiti: il 25 aprile c'è stato l'arresto del sanitario (In pensione dal 7 gennaio) e, venerdì, la sua scarcerazione decisa dal giudice istruttore Castaldo (al quale Candì aveva rimesso gli atti delle indagini) deciso perché *Ponte non avrebbe avi^to il movente* per volere l'assassinio di Damiano. Sabato la vedova del presidente dell'Usi, Giuliana Testa, ha inviato tre telegrammi a Bologna: alla procura generale, alla procura della Repubblica e al dott. Candì. La signora si è detta stupita per il provvedimento di scarcerazione venuto dopo la conferma dell'arresto da parte del tribunale della libertà al quale si erano appellati 1 difensori del prof. Ponte. a. g.
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