Si trovava in carcere perché un pentito l'aveva accusato di omicidio

Delitto Usl, il medico era innocente Si trovava in carcere perché un pentito l'aveva accusato di omicidio Delitto Usl, il medico era innocente DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — n ginecologo prof. Pierluigi Ponte, 56 anni, accusato di aver assoldato tre killer per far uccidere 11 dott. Amedeo Damiano, 47 anni, presidente dell'Usi di Saluzzo, è stato scarcerato per mancanza di indizi. Il giudice Sergio Castaldo, al quale era stata affidata l'Istruttoria, non ha ritenuto attendibili le dichiarazioni di Luigi Avertano, 35 anni, che aveva fatto 11 nome dei presunti assassini, Marco Sarto re Ili, 32 anni, Alessandro Pinti, di 31, e Pasquale Chiruzzi, di 36. Pierluigi Ponte è tornato nella sua abitazione di Verzuolo, In via don Orione 16. A questo punto le indagini per far luce sull'omicidio di Amedeo Damiano riprenderanno da zero. Amedeo Damiano, sposato, quattro figli, era arrivato a Saluzzo, da Milano, nel 1975 ed era titolare di un'agenzia di assicurazioni. Laureato in agraria e impegnato politicamente nella democrazia cristiana, era anche presidente dell'Anaborapi. l'associazione degli allevatori (al tempo del suo ferimento erano state fatte indagini anche in questo ambiente). Nel 1987, Damiano diventò presidente dell'Usi 63, un comprensorio con 75 mila iscritti e cominciò subito a darsi da fare per migliorare i servizi, non solo nell'ospedale, ma anche nel centri di assistenza della cintura. Tra le prime cose volle vedere chiaro nelle accuse al dottor Ponte, allora direttore sanitario. I sindacalisti affermavano che 11 ginecologo aveva praticato alcuni aborti nella sala operatoria del nosocomio, interventi che non competevano a un direttore sanitario, n ginecologo si difese affermando di aver partecipato alle operazioni solo come assistente volontario. Fu rinviato a giudizio per irregolarità assieme ad altri quattro medici. Da qui l'ipotesi di una vendetta del professor Ponte contro 11 presidente, che la sera del 24 marzo del 1987 fu ferito con cinque colpi di pistola sotto il portone di casa, a Saluzzo, in corso Italia 56. Raggiunto da una pallottola alla spina dorsale, Damiano rimase paralizzato e mori il 3 luglio nell'ospedale di Montecatone (Imola), specializzato nella riabilitazione dei neurolesi. Luigi Aversano, l'accusatore del prof. Ponte, è un napoletano che abita a Genova. E' in carcere e sconterà 11 anni e cinque mesi per rapine e per aver incenerito con la benzina il corpo di Luigi Torchia, 28 anni, di Chiavari, ucciso in un bosco a Castelletto d'Orba, nell'Alessandrino, nel dicembre di due anni fa, .perché durante due rapine non era stato all'altezza della situazione». Aversano è un «pentito, e anche nella vicenda dell'omicidio Torchia aveva fatto il nome dei complici, Marco Sartorelli, Attilio Chiti, Angelo Scaglione e Vincenzo Pavia. Il processo si svolse a Genova e la sentenza, il 19 maggio scorso, assolse per l'omicidio i quattro presunti assassini. Le accuse di Aversano non furono giudicate attendibili dai giudici Il «pentito, viene poi creduto da un giudice della Procura della Repubblica di Bologna quando comincia a fare i nomi del presunto mandante dell'omicidio Damiano (il prof. Ponte) e degli esecutori materiali del delitto. A questo punto nasce un'ipotesi: Luigi Aversano potrebbe aver accusato Ponte dopo aver letto i giornali perché collaborare con la giustizia è sempre una casta buona da giocare, specialmente quando si è in carcere in attesa di processo. E il «pentito» deve essere stato molto convincente e ricco di particolari se il 2 maggio scorso il professor Pierluigi Ponte si è trovato in cella con un'accusa di omicidio, che ha sempre respinto. Aldo Popaiz