Mille avori dalla Mesopotamia di Nico Orengo

Dal pappagallo di Flaubert al 2020 INCONTRO CON JULIAN BARNES, TRA I NUOVI TALENTI LETTERARI INGLESI Dal pappagallo di Flaubert al 2020 TORINO — .Voglio vedere 11 Museo Egizio, l'Armeria Reale, la Mole...», Julian Barnes era arrivato a Torino per il Premio Grinzane Cavour nel giorni affollati del Salone del Libro. Era tra i finalisti con il romanzo II pappagallo di Flaubert, pubblicato dalia Rizzoli lo scorso autunno, ri «super-vincitore», quello decretato dalla giuria degli studenti, non è stato lui, per cinque voti il premio è andato all'ex attrice Wilma Stockenstrom e al suo Spedizione al baobab edito da II Quadrante. Ma Barnes è allegro, l'occasione gli consente di restare un po' in Italia, con la moglie. Conosce Venezia, Verona, Roma, rimpiange di non essere mal stato in Sicilia, di aver letto tardi, cioè da poco. Il Gattopardo. Alto, asciutto, la faccia tipica del ragazzo inglese, con la pelle bianca, macchiata da minute efelidi, i capelli rossicci, Julian Barnes, nato a Leicester nel 1946, è oggi considerato insieme con Me Ewan uno del talenti più sicuri della nuova narrativa inglese, premiato con i prestigiosi Somerset Maugham Award e l'È. M. Forster Award dall'American Academy of Arte and Lettera. In Italia il suo Pappagallo di Flaubert ha avuto una accoglienza di critica ottima e un discreto successo commerciale. Il romanzo raccon¬ ta l'accanita, grottesca, ossessiva indagine del medico Geoffrey Braithwaite. biografo dilettante, per scoprire quale sia l'autentico pappagallo usato da Gustave Flaubert per il modello letterario immortalato in Un cuore semplice. Indagine peregrina quanto si vuole, ma non semplice per il povero Braithwaite che a Rouen. città-scrittoio del narratore francese, scopre che in due luoghi di culto a lui dedicati campeggia coloratissimo -l'autentico, unico, Psitta- Biografia, romanzo, dispetto? Cos'è, signor Barnes, questo suo Flaubert? Barnes ride. Dice: »t/n omaggio al gran patron della letteratura moderna. Scriverne una biografia vera, oggi, sarebbe impossibile, non mi interessa, dovrei ripetere troppe cose già dette'. Sartre non si era fatto tanti problemi con il suo Idiota di famiglia... Barnes ha un sussulto, smette di giocare con la chiave della sua stanza. Come il suo detective Braithwaite, grande accusatore di Sartre, non riesce a trattenersi: «La bicgrafia di Sartre, sbotta, è quasi illeggibile. Io ne ho letta metà. Fa un uso delle citazioni troppo parsimonioso e quando si degna di farlo cita metà frase, scegliendo la metà meno felice*. Per allontanarlo da Sartre, farlo riprendere a giocare con la chiave, bisogna chiedergli com'è diventato scrittore. Allora Julian Barnes snocciola 11 suo curriculum. Dice: ..Sono nato a Leicester, poi i miei si sono trasferiti a Londra. Mio padre insegnava francese. Io ho fatto un po' di studi a Londra e a Oxford. Mi interessavano il francese e il russo. Per un paio d'anni ho studiato psicologia e filosofia. Poi volevo fare l'avvocato. Sono finito lessicografo alJOxford Engllsh Dlctionary. Ma non mi sentivo soddisfatto, le parole dovevano servir¬ mi ad alta Josi ho pensato al giornalismo, prima ho lavorato al New Statesman, poi al Sunday Times e all'Observer. Ho fatto il critico letterario e televisivo. Piano, piano l'uso delle parole mi portava verso il mio vero lavoro: il romanzo*. A 35 anni con il primo libro, Metroland, vince il Maugham, viene tradotto all'estero, rallenta il lavoro giornalistico. La tivù ha influenzato il suo lavoro di narratore? Spiega di no: «£' il cinema, ancora il cinema che, consciamente o meno, influenza gli scrittori, li costringe a velocità diverse, a tagli di capitolo più frequenti, a usare ottiche più frammentate*. Barnes rifiuta l'etichetta di narratore «sperimentale». Dice che ogni vicenda deve adagiarsi In una forma che la contenga al meglio. .Si può essere tradizionali o innovativi, guai a scegliersi in precedenza una forma, vuol dire ingabbiarsi*. Segue la letteratura italiana, gli piace Calvino, conosce Eco, s'interessa a Tabacchi. Dei francesi ama Michel Tournier. Dice: -Non mi interessano i minimalisti americani, sono troppo cerebrali. Non credo che da quella strada passi la nuova narrativa americana*. E del suoi connazionali cosa pensa? Barnes è Interessato a que¬ gli scrittori che dalla periferia dell'Impero sono arrivati al cuore dell'Inghilterra rivitalizzandone la cultura e la scrittura, come l'indiano Salmon Rushdie o il giapponese Kazuo Ishiguro. In programma ha un nuovo romanzo, potrebbe chiamarsi Il sole in faccia. E' la storia di una donna che compirà cent'anni nel 2020. Una lunga serie di vicende, dice Barnes, per raccontare -la normalità del miracolo o, se si preferisce, la miracolosita del normale*. Nico Orengo Julian Barnes