Lo psicologo contro la balbuzie

Lo psicologo contro la balbuzie Lo psicologo contro la balbuzie PAOLO, 25 anni: .Ho avuto queste difficolta di linguaggio dai sei anni in avanti, fino a venti. Poi mi sono un po' tranquillizzato». Andrea, 14 anni: «Ho iniziato a balbettare fin dall'asilo, anche se i genitori mi hanno sempre incitato a parlare». Due testimonianze, due storie vere, fra le tante, che emergono durante la pausa di uno dei corsi di logoterapia contro la balbuzie organizzati un po' in tutta Italia con il metodo elaborato dal prof. Vincenzo Mastrangeli (la sede del suo Istituto è Villa Benia, a Rapallo, tel. 0185/53.349): rappresentano un esempio di come sono nati alcuni disturbi della comunicazione che, in forma più o meno grave, possono insorgere nei bambini. Se non sono affrontati con la dovuta competenza e in un clima di serenità, dicono gli esperti, possono portare alla balbuzie vera e propria. Lo confermano i racconti di altri ragazzi in cura. Ecco Claudio. 27 anni: «Alle elementari, quando si dovevano leggere testi, era un vero problema per me. Non riuscivo a tirar fuori una parola e i compagni mi prendevano in giro. Poi il difetto è peggiorato». Aggiunge Patrizia, 27 anni: «La causa di tutto è stata la nascita di mia sorella, quando avevo due anni». Spiega il professor Mastrangeli: «La balbuzie non è un difetto organico, perché il soggetto ha tutti gli apparati, cerebrale e fonatorio, perfettamente funzionali, ma che spesso non sono perfettamente sincro- nizzati, in quanto il pensiero è in anticipo sul suono». Quindi il problema principale è psicologico, più che di apparato respiratorio: si giustifica cosi la tecnica di cura, che collega esercizi di dizione con una speciale terapia di gruppo, tesa ad ottenere una maggiore sicurezza nel parlare. Un altro ragazzo. Paolo, il più giovane con appena 12 anni, racconta la sua esperienza: «I miei genitori si sono subito preoccupati, quando si accorsero che incespicavo sulle parole, poi mi hanno aiutato». Infine la testimonianza di Chiara. 22 anni: «Mi è successo quando arrivò la sorellina, ma ne divenni consapevole soltanto durante il liceo». Gli ex balbuzienti, dopo anni di derisioni, negli ultimi anni si sono ribellati contro jhi continua a beffarsi del loro disturbo. Hanno smesso di vergognarsi e chiedono a tutti — autorità scolastiche, educatori, genitori — di non sottovalutare il problema. E' nata anche una associazione culturale, «Lingua Amara» (sede nazionale a Pisa, via Fiorentina 91 A. tel. 050/980.943). che ha lanciato appelli ad autorità e giornali contro i comici senza idee che deridono i balbuzienti nei loro sketch. I dati che fornisce l'associazione sono piuttosto preoccupanti, e come al solito lasciano aperto l'interrogativo sulla mancanza di un'opera di prevenzione attiva attraverso le scuole. Infatti oggi gli adulti balbuzienti in Italia rappresentano tra l'l,5 e 1*1,7 per cento della popolazione, ma queste percentuali salgono di molto nell'infanzia, quando il fenomeno compare e può creare grossi problemi alla carriera scolastica: tra 11 6 o il 7 per cento dei bambini che frequentano la materna, intorno al 4-5 per cento nelle elementari, per scendere al 2,5 circa nelle medie. C'è poi un altro dato, poco noto: per ogni femmina che balbetta ci sono almeno sei o sette maschi, mentre è più facile diventare balbuzienti nelle grandi città (42 per cento dei soggetti), rispetto al 33 per cento dei piccoli centri e al 25 per cento delle campagne. Ma da che cosa può nasce- re questo difetto dell'eloquio che porta a incespicare sulle consonanti, a sentire con terrore lo squillo del telefono al quale non si riuscirà a rispondere, ad essere quasi incapaci di contatti normali con gli altri? Gli esperti distinguono, nei primi anni di vita del bambino, tra causa scatenante e causa determinante. La prima è quella descritta dagli allievi del corso: uno choc, come la nascita di un fratello, uno spavento, la perdita di un parente. La seconda può derivare da iperprotezione della madre o viceversa da carenza di affetto, in mode che il piccolo diventa instabile, e quando entrerà in contatto con una autorità esterna (in genere l'insegnante o anche il padre: esprimerà la sua insicurezza nel modo di parlare. A volte si sente dire in famiglia: «Mia figlia ha incominciato a balbettare, parla poco, che devo fare?» Spiega il logoterapeuta Gino Pagni. uno dei docenti che girano l'Italia a divulgare. ore rotundo, il metodo Mastrangeli: «Quando i genitori si accorgono che il bambino balbetta, invece di fargli ripetere ossessivamente la frase che sbaglia, è meglio non fargli notare troppo il difetto e tentare di insistere ripetendo le parole insieme a lui. Insomma, bisogna prendere la balbuzie come un raffreddore, un di¬ sturbo passeggero che può passare. Ecco allora i consigli: far aprire molto la bocca al bambino, fargli dire le frasi senza emissione di voce, addolcire le consonanti e usare molto le vocali, accentuare l'articolazione attraverso giochi». C'è poi un altro metodo, che vale davvero per tutti: abituare la mente del ragazzo a una ginnastica mentale legata alla parola. Con la televisione riceve moltissime parole, forse troppe, ma poi non è abituato a spiegarsi, a esprimere i suoi concetti in modo chiaro. E cosi spesso gli insegnanti si lamentano di avere ragazzi che studiano ma senza alcun mezzo espressivo. Se tutte queste attenzioni non dovessero essere sufficienti, non rimangono che i corsi e le cure di un buon logoterapeuta, che però sono efficaci da 8-10 anni in avanti. C'è da dire che l'età maggiormente «a rischio» è fra i tre e i sei anni, ma poi le conseguenze possono venire anni e anni dopo, come racconta ancora Chiara: «L'insegnante del liceo diceva in classe: Avete capito tutti, anche tu, Chiara? Mi considerava una stupida soltanto per quel mio difetto, non volevo più essere presa in giro. Allora mi sono decisa a frequentare questi corsi». A sentirla parlare, c'è da dire che ora 1 problemi sono superati, ma come per Demostene. Tartaglia e Manzoni — per citare soltanto alcuni dei «Grandi» afflitti da questo problema — senza la balbuzie tutto sarebbe stato più facile. Gip Padovani 5% 4% = oscillazione 4% 3,5% 3% 2,5% 2,5% 2% 1,7% 1,5% Soggetti in età prescolare e Scuola Materna Frequentanti la Scuola Elementare Frequentanti la Scuola Media Inferiore Soggetti tra i 14 ed i 18 anni Maggiorenni ed Adulti Rapporto tra grandi citta, piccoli centri e campagna Campagna^T\\-J Grandi Piccoli ^WKttm/^ centri ^mmm^ Frequenza del disturbo in rapporto al periodo di insorgenza 60% 55% oscillazione 35% 30% 10% 5% 2-4 ANNI 5-7 Posteriormente Dati sulla diffusione della balbuzie in Italia. Fonte: Agorà.

Persone citate: Gino Pagni, Manzoni, Mastrangeli, Vincenzo Mastrangeli

Luoghi citati: Fonte, Italia, Pisa, Rapallo