Sull'orizzonte di sabbia ecco le memorie di Roma

Sull'orizzonte di sabbia ecco le memorie di Roma Sull'orizzonte di sabbia ecco le memorie di Roma QUANDO arrivi ad Hammamet, ti guardi intorno e pensi: sono sbarcato su una cartolina. Una di quelle cartoline che conservano il sapore dei miraggi. Ti accoglie una spiaggia lunga chilometri, apparentemente senza fine. Grandi alberghi come castelli, come sogni. Tanti, uno in fila all'altro. Accoglienti, lussuosi, tutti con piscine e campi da tennis, qualcuno anche con maneggio. Tra aprile e fine giugno, il trattamento di mezza pensione in camera doppia all'Hammamet Beach, per esemplo, costa circa 27.000 lire a persona (un 30% in più a luglio e ad agosto); nei più raffinati Abou Nawas e Les Orangers si spendono 35.000 lire (50.000 in alta stagione). La cittadina che Paul Klee schizzò con tre aggettivi — prestigiosa, spigolosa, rettangolare — è, insieme all'isola di Djerba, il simbolo dello straordinario sviluppo turistico della Tunisia. S'allunga all'estremo Nord dell'omonimo golfo, a un'ora di macchina da Tunisi e Monastir, dove si trovano i due principali aeroporti internazionali. Tra aranceti e bugainvillee, rappresenta l'ideale approdo per saggiare il segreto fascino tunisino. E' veramente una sorpresa questa terra. Colpisce per la varietà e la ricchezza geografica. Ci si può muovere in treno — caratteristico, economico e lento — ma solo verso Tunisi e dintorni. In qualche caso si può usare l'autobus. Il mezzo di trasporto più conveniente, però, rimane l'automobile. Rimangono d'obbligo le puntate verso la capitale, con la sua Medina, le sue moschee, i suoi souk del XIII secolo e il suggestivo museo archeologico del Bardo; verso la mitica Cartagine, una proiezione di desideri più che una realtà, e l'incantevole Sidi Bou Said, arroccata su una collina protesa sul mare. Di non minor fascino sono la piccola Tabarka, a pochi chilometri dal confine con l'Algeria, fra boschi di sughero, platani e mimose, e la sacrale e leggendaria Kairouan, terza città santa dell'Islam, che sembra uscita dalle pagine delle Mille e una notte. Ci vogliono almeno tre giorni per godere di Kebili e delle sue terme (si può pernottare avventurosamente al Fort des Autriches in una doppia con colazione per 13.000 lire); di Douz e delle prime dune sahariane; di Tozeur, ricca città artigiana dai mattoni rossi e dai molti sogni (pernottamento di lusso e prima colazione all'Oasis per circa 20.000 lire); di Metlaoni e del suo famoso trenino, il Lezard Roage, che tutti i giorni, alle 10.30. escluso il giovedì e il sabato, trasporta i turisti in gole formato western, nonché indietro nel tempo, per appena 11.000 lire. Ma c'è, in Tunisia, qualcosa di ancora più indietro nel tempo e più vicino a noi, qualcosa di straordinario. Una scacchiera di vestigia romane che sembrano controllare l'intero territorio. Da El Djem. con il suo magnifico colosseo, fino a Menine, chiamata Beneven-. tum, passando per l'antica Stilettila, nei pressi di Sbeitla, 11 cui arco di trionfo dedicato a Diocleziano è tutto in pietra dorata. L'Itinerario archeologico più interessante rimane confinato al Nord; si può percorrere in due giorni. Da Hammamet si raggiunge Boa Ficha da dove si imbocca la strada per Zaghouane, la cittadina da cui partiva l'acquedotto per Cartagine, che appare abbarbicata su un'altura, aggrappata ad un palo di sorprendenti costruzioni europee. Prima di giungere ad El Fahs, si piega verso destra e dopo pochi chilometri si intravedono le rovine di Thuburbo Majus. Il tempio dedicato a Mercurio e il campidoglio conquistano il primo sguardo. Poco più oltre sono i resti del tempio dedicato alla pace. Attorno affiora il quartiere abitativo. Lungo canali e sentieri si raggiungono le Terme estive, la palestra dei Petroni, il tempio di Balaat, nonché le Terme d'inverno, rimaneggiate nel IV e V secolo, cioè nell'ultimo magico periodo di Thuburbo Majus, dopo che Costantino l'ebbe proclamata repubblica, prima che 1 contrasti religiosi e i Vandali la conducessero alla rovina. In una sessantina di chilometri si arriva a Gafonr, dove si può pranzare e subito ripartire alla volta di Teboursouk, la cui gran fortuna è di trovarsi proprio sotto Dougga, il più spettacolare complesso di rovine romane del Maghreb. Da rimaner senza flato, complice il paesaggio. Ce n'è fino al tramonto, e forse anche per il mattino successivo, dopo aver riposato in un discreto, hotel di Tebour souk, lì Thugga (08/65713), Maestoso appare sulla sommità il teatro che, nella seconda settimana di giugno, ospita una rassegna di spettacoli di buon livello. Si toccano con mano le meraviglie. Proseguendo verso sinistra: il tempio di Mercurio, quello della Pietà Au¬ gusta ed una piccola moschea che sorge sul basamenti del tempio della Fortuna. Splendido e ben conservato è il campidoglio eretto sotto Marco Aurelio. Ancora da visitare sono il tempio di Giunone Celeste, un po' isolato, le cisterne di Ain el-Hammam e il postribolo del Trifolium. Dirigendosi poi verso l'arco di Settimio Severo, si finisce al tempio di Saturno da cui si gode una straordinaria vist*. Ci sono ancora una cinquantina di chilometri pri- ma di incontrare Bou Salem e di qui piegare a sinistra verso Jedouba da dove, in pochi minuti, si arriva a Bulla Regia, l'ultima tappa. La prima impressione è desolante. Il paesaggio è spoglio. Si notano le rovine delle terme, del foro, di un teatro. Che mai ci sarà di interessante? La sorpresa è sottoterra, dove, a causa del gran caldo, sono state costruiti abitazioni ed edifici pubblici. Vero è che i mosaici più belli si trovano ormai al Museo del Bardo di Tunisi, ma ancora si possono ammirare splendide composizioni nelle suggestive case sotterraneee illuminate da aperture sul tetto. Gian Luca Favetto PERCOBRERE il Sud tunisino, là dove s'Inizia il Sahara, è come inoltrarsi a ritroso nel tempo. Villaggi scavati nella roccia, un'agricoltura primitiva nella quale la meccanizzazione non ha sostituito l'asino e l'aratro di legno, famiglie di pastori accampati con le loro greggi nella steppa predesertica: la vita sembra essersi fermata all'epoca dei Vangeli. Lungo le piste è facile incontrare tende beduine. I veri nomadi sono praticamente scomparsi. Rimane un nomadismo parziale, sospeso nel libro tra il passato e una progressiva sedentarizzazione. Molti sono nomadi stagionali, che dividono l'esistenza tra il lavoro agricolo nelle oasi e la pastorizia Itinerante. La loro graduale integrazione è favorita con vari mezzi dallo Stato, teso a una modernizzazione , del Paese nella quale non c'è posto per 1 nomadi. Per lungo tempo loro antagonisti, anche i berberi hanno lasciato numerose tracce nella storia e nella cultura del Sud tunisino. Scacciati dalle pianure dalle razzie dei nomadi arabi, gli agricoltori berberi si rifugiarono in villaggi montani. Uno di essi è Matma- B1SERTA ce tu o TUNISI JEDOUBA zaghOUANE • ./ •* GAFOUR I EL I FAHS THUBURBO MAJUS • KAIROUAN SBEITLA TUNISIA METLAOUl ^_.c<-. - M £ (_)GAf SA i^SrTOZEUR \cHorr--- EL JERID FOUM TATAOUINE

Persone citate: Bulla Regia, Gian Luca Favetto, Paul Klee, Petroni, Said, Settimio Severo