Che stragi, delinquente d'un gatto!

Che stragi, delinquente d'un gatto! Che stragi, delinquente d'un gatto! ro coordinamento e le corrette sequenze dei movimenti si sviluppano con l'esperienza che i piccoli acquisiscono seguendo la madre nella caccia. I gattini cresciuti senza questo tipo di esperienza si dimostrano predatori più modesti di quelli che hanno seguito la madre nelle sequenze di uccisione di una preda. Si tratta quindi di un comportamento con basi istintive ma con una forte componente di apprendimento. Un etologo, il tedesco Leyhausen, che ha dedicato la maggior parte del suo lavoro ai gatti, ha osservato che se la madre non porta delle prede vive, cosa che accade tra la sesta e la ventesima settimana, i suoi piccoli saranno successivamente incapaci di uccidere a loro volta una preda o lo faranno malamente. Nelle prime settimane di vita la madre si limiterà a portare ai piccoli solo prede ormai passive o rese da lei inoffensive. Nella fase immediatamente successiva Studi s della crescita, il vedere una preda è uno stimolo ancora insufficiente affinché il piccolo la uccida e un necessario stimolo extra sembra venire dal gioco animato e competitivo fatto con fratelli e sorelle per la preda e con l'intervento della madre che farà finta di nasconderla o sottrarla oppure solleciterà i piccoli ad attaccarla. Ma quali sono le potenziali prede dei gatti? L'elenco è certamente lungo. Gatti selvatici o rinselvatichiti competono normalmente con le volpi e le rispettive popolazioni si controllano proprio nella gara per risorse alimentari simili nel medesimo ambiente. Per i gatti, topi e ratti sono tra le prede più correnti e l'aneddotica su gatti celebri per le loro capacità di cacciatori di questi murldi è molto vasta. Eserciti, servizi postali, magazzini, hanno una lunga tradizione di arruolamento di gatti con i compiti sussidiari di tenere sotto controllo i danni prodotti dai vari tipi di mundi. Cele¬ bre fu una gatta femmina che, impiegata al White City Stadium di Londra, nel periodo 1927-33, catturò, come documentato dal suo ruolino di servizio, 12.480 ratti, una media di sei al giorno per sei anni di servizio! Altre prede usuali dei gatti sono i pipistrelli, sebbene queste superbe macchine volanti siano equipaggiate con un radar per l'ecolocazione che li rende difficilmente vulnerabili. I pipistrelli riescono infatti a sfuggire a raffinati predatori come 1 gufi, ma non ai gatti. I topiragno sono altre prede potenziali, benché raramente vengano poi mangiati La spiegazione starebbe nel fatto che i topiragno sono dei voraci carnivori. Data la dieta fortemente proteica, la loro carne non sarebbe cosi gradita da altri carnivori. I gatti da questo punto di vista sono meno sofisticati di volpi e faine che evitano accuratamente di cibarsi di altri carnivori. Lo stesso destino di esse¬ u una nuova droga associata alla serot re uccise ma non mangiate tocca alle talpe. I conigli, selvatici e no, sono invece prede gradite solo quando sono piccoli poiché altrimenti riescono a difendersi. Gli uccelli sono una parte importante dell'attività di caccia di un gatto, la loro vocalizzazione è spesso un richiamo irresistibile per misurarsi nella caccia benché le capacità di afferrare una preda in volo siano abbastanza ridotte per la mancanza di punti d'equilibrio da cui sviluppare l'intera capacità muscolare e il suo giusto coordinamento. In questi casi è l'agguato silenzioso che gioca un ruolo importante. Gli uccelli però, con gli occhi disposti lateralmente al capo, hanno una capacità visiva su un fronte di 360°. Il gatto deve quindi acquattarsi nella posizione classica con la testa fortemente abbassata e concentrarsi in una immobilità assoluta finché l'uccello venga distratto da qualcosa che ne attragga maggiormente l'attenzione onina, mediatore di

Persone citate: Leyhausen

Luoghi citati: Londra