Rivincita della natura

Rivincita della natura Una proposta di legge per tutelare l'ambiente Rivincita della natura Da vent'anni si aspettano misure concrete per difendere il territorio ài Paese dal deterioramento ENNESIMA proposta di legge per proteggere concretamente le zone naturalisticamente più interessanti della nostra Pnisola: l'ha presentata, nei mesi scorsi, il parlamentare verde Gianluigi Ceruti, già vicepresidente di Italia Nostra. Ma la proposta di legge quadro ha incontrato molti consensi ed è stata firmata, tra gli altri, dagli ex ministri per l'Ambiente Francesco De Lorenzo e Alfredo Biondi. Ciò induce a bene sperare per la sua rapida approvazione. Di aree protette, nel nostro Paese si discute infatti da anni. Ma le parole hanno trovato spesso difficoltà a divenire realtà. La situazione in campo nazionale è disastrosa. Il ministero per l'Ambiente annuncia periodicamente l'arrivo della seconda generazione di parchi nazionali ma è il caso di dire che si è ancora in attesa della prima, visto che quelli esistenti non hanno avuto la sicurezza di finanziamenti dignitosi e stabili e di un organico adeguato alle esigenze. Lo stesso si deve dire per le riserve naturali marine, rimaste sulla carta a distanza di alcuni anni dalla legge sul mare del 1982, che pure le prevedeva. Sarebbe opportuno dare una sistemazione definitiva a queste situazioni precarie, prima di pensare alle altre aree di rilevanza ambientale. Le misure di salvaguardia, che pure è opportuno vengano prese per loro, rischiano di divenire controproducenti alla causa della protezione attiva dell'ambiente qualora dovessero ricalcare la storia negativa di quelle esistenti. Sono oltre vent'anni che si attendono misure concrete nel campo della tutela delle aree più prestigiose della nostra Penisola. I primi progetti curati dalle associazioni naturalistiche risalgono al 1964. In quell'anno furono presentati i primi disegni di legge che, successivamente modificati, integrati, ampliati, sono puntualmente decaduti e non sono mai arrivati alla discussione in aula. Tutto ciò nonostante le pressioni continue dei naturalisti e in trasgressione palese e continuata dello stesso Dpr 616/77 che imponeva al Parlamento di emanare una legge entro il 1979. Attualmente lo Stato tutela direttamente, o attraverso organismi anche privati, 3860 chilometri quadrati di territorio, 1*1,30 per cento della superficie nazionale. Con gli interventi attuati dalle Regioni e da alcune associazioni si arriva al 3 per cento, con i nuovi parchi previsti si raggiungerebbe quel 10 per cento ritenuto ottimale dagli esperti. Secondo gli ambientalisti inoltre si creerebbero 10 mila nuovi posti di lavoro, cui vanno sommati altri 50 mila posti nell'indotto. La proposta di legge propone l'istituzione di sedici nuovi parchi nazionali terrestri e trentuno marini. Da questo elenco, lungo perchè da vent'anni non si è mosso più nulla (l'ultimo parco nazionale è quello della Calabria, istituito nel 1968), il ministro per l'Am¬ biente Ruffolo ha estratto tre aree con priorità assoluta: il Pollino, le Dolomiti Bellunesi e i Monti Sibillini. Analoga urgenza è stata decretata per il parco marino di Orosei. Vediamo in rapida sintesi le caratteristiche di questi sedici futuri parchi nazionali Alpi Marittime Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Piemonte (Cuneo), Liguria (Imperia). Ha come epicentro il massiccio cristallino dell'Argenterà e racchiude oltre tremila specie vegetali (sono cinquemila in tutta Europa, Caucaso escluso) di grande interesse, tra cui molte specie endemiche. Questa grande varietà è dovuta alla posizione particolare dell'area, vera e propria cerniera tra l'ambiente mediterraneo e quello continentale. La vegetazione si divide tra macchia mediterranea e ambiente forestale temperato. Ci sono tutti gli animali alpini: stambecco, camoscio, aquila, muflone (introdotto). Qui vissero gli ultimi gipaeti e le ultime linci, ora estinti nell'arco alpino italiano. Già riserva reale di caccia (Valdieri, Entracque), oggi una buona fetta della superficie prevista a parco nazionale gode di protezione in virtù dell'istituzione del parco naturale regionale dell'Argenterà e della riserva naturale integrale di Rocca S. Giovanni S. Saben (a tutela del prezioso ginepro fenicio). Val Grande Superficie prevista: 10.000 ettari. Regioni interessate: Piemonte (Novara). E' stata proposta come prima area wtlderness europea, in virtù delle sue caratteristiche di natura selvaggia integra. La vegetazione è rappresentata soprattutto da boschi di latifoglie (castagno, acero, faggio): è presente il raro rododendro bianco. C'è praticamente tutta la tipica fauna alpina, in primo piano il camoscio, l'aquila, il gallo forcelle Circa 3500 ettari sono sotto protezione dello Stato che ha istituito qui nel 1966 l'omonima riserva naturale integrale e pochi anni dopo la riserva naturale orientata del Monte Mottac. Adamello Brenta Superficie prevista: 45.000 ettari. Regioni interessate: Trentino-Alto Adige (Trento). Si tratta di un caratteristico ambiente di media e alta montagna raccolto attorno alle due cime che gli danno il nome. La varietà del paesaggio è veramente notevole con boschi, laghi, ghiacciai. Famoso al suo interno il lago di Tovel, un tempo caratteristico per la colorazione rossa dovuta a un'alga endemica oggi in declino. L'area inoltre ospita l'ultima colonia di orso bruno delle Alpi, ormai al limite della sopravvivenza. Tra la fauna alpina, degni di menzione il camoscio, 11 capriolo, l'aquila, il francolino di monte. Dal 1967 la Provincia autonoma di Trento vi ha istituito un parco naturale esteso su 43.000 ettari. Dolomiti Bellunesi Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Veneto (Belluno), TrentinoAlto Adige (Trento). Dovrebbe tutelare i rilievi rocciosi dolomitici sulla destra della valle del Piave, dai contrafforti orientali delle Dolomiti ai massicci delle Vette Feltrine, dei Monti del Sole e della Schiara, Si tratta di ambienti con foreste poco folte dove è rappresentata tutta la flora alpina. Per la fauna, sono da segnalare il camoscio, il cervo, il capriolo, il daino, il muflone e l'aquila. 17.600 ettari godono già da ora di protezione, essendo di proprietà dello Stato che li gestisce tramite l'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Foresta Tanisiana Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Friuli-Venezia Giulia (Udine). Si tratta dell'Alta Val Canale, che si inserisce tra le Alpi Gamiche orientali e le Alpi Giulie occidentali, al confine con Austria e Jugoslavia. E' un bosco di grande valore naturalistico, composto prevalentemente di abeti rossi (60 per cento) e abeti bianchi (20 per cento) in cui si inseriscono il pino silvestre, il pino nero d'Austria e, alle quote inferiori, il faggio. Tra la flora, numerose sono le specie endemiche. 23.000 ettari appartengono al patrimonio delle Foreste Demaniali dello Stato. Delta del Po Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Veneto (Rovigo), Emilia-Romagna (Ferrara Ravenna). E' l'unico delta europeo non ancora protetto e fin dal 1968 le associazioni ambientaliste si battono per tutelarne l'ambiente unico e di grande interesse naturalistico. Solo 6000 ettari sono tutelati grazie all'intervento delle associazioni naturalistiche e dell'Amministrazione forestale. Ma numerose minacce incombono sulla restante zona umida in cui si distinguono cinque fasce di vegetazione acquatica e grandi boschi planiziali residui. Molte le specie di uccelli acquatici stanziali e di passaggio, tra cui alcune molto rare come l'avocetta, il cavaliere d'Italia, il gabbiano corallino, la pittima reale, il beccapesci. Nel bosco della Mesola, l'elemento forestale più importante dell'area, vivono daini e cervi. In alcune valli sopravvivono gli ultimi esemplari italiani della lontra. Fatterona e foreste casentìnesi Superficie prevista: 11.000 ettari. Regioni interessate: Toscana (Arezzo, Firenze), Emilia-Romagna (Forlì). E' forse il più vasto complesso forestale dell'Appennino; si estende sulla catena montagnosa che partendo dal Monte Falterona raggiunge il passo dei Mandrioli attraverso un paesaggio di grande interesse vegetazionale e geologico. Al suo interno ci sono la riserva naturale integrale di Sasso Fratino (550 ettari), prima realizzazione di questo genere in Italia, e il complesso monastico di Camaldoli. Sono stati reintrodotti il cervo e il capriolo, il daino e il muflone (che non sono autoctoni). Da segnalare la presenza del gatto selvatico e di qualche sporadico esemplare di lupo appenninico. Uccelline Superficie Prevista: 10 mila ettari. Regioni interessate: Toscana (Grosseto). Si tratta del lembo di Maremma toscana che si estende sulla fascia litoranea intorno ai Monti dell'Uccellina. rimasta in gran parte intatta. L'area, che conserva interessanti testimonianze paletnologiche. archeologiche e storiche, è caratterizzata dalla tipica vegetazione mediterranea, inframmezzata da fitte pinete di impianto artificiale e da lembi di vegetazione riparia. Tra le piante, ci sono alcune rarità come la palma nana. La fauna è quella tipica della Maremma: oltre al cinghiale, l'istrice, il capriolo, il gatto selvatico e probabilmente qualche lontra. Tra gli uccelli, spiccano il cavaliere d'Italia, l'avocetta e tre rapaci: il biancone, il falco pellegrino e il lodolaio. Dal 1975 la Regione Toscana ha provveduto a istituire su questo territorio un parco naturale regionale. Monti Sibillini Superficie prevista: 60.000 ettari. Regioni interessate: Marche (Ascoli Piceno, Macerata). Umbria (Perugia). Costituiscono una caratteristica catena montuosa appenninica che si sviluppa per circa 40 chilometri sullo spartiacque tirreno-adriatico. Nel paesaggio disegnato da fenomeni carsici e glaciali si alternano strette gole, altopiani, paesaggi alpestri. Al manto forestale delle quote inferiori subentrano i pascoli ricchi di numerose specie rare, fra cui la stella alpuia appenninica, il genepy dell'Appennino, l'endemico Carex buxbauni. La fauna presenta alcuni esemplari di lupo, di lontra e di gatto selvatico. Endemico del lago di Pilato è il crostaceo Cftirocep/ia'us marchesonii. I primi progetti di tutela risalgono al 1964. ma nemmeno la proposta di legge popolare promossa dagli ambientalisti nel 1980 al Consiglio regionale delle Marche ha sinora avuto successo. Gran Sasso Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Abruzzo (Teramo. L'Aquila). Dovrebbe sorgere intorno alla più alta montagna appenninica, un massiccio calcareo plasmato dal glacialismo quaternario e disegnato dal carsismo, due fenomeni concomitanti che fanno la specificità di questa montagna. La dorsale che percorre 15 chilometri tra il Corno Grande e il Vado di Sella, racchiude diverse associazioni vegetali, ma è la zona al di sopra della vegetazione arborea a costituire un vero e proprio paradiso della botanica, con praterie in cui si incontra una vegetazione estremamente varia. Degna di particolare menzione è la stella alpina appenninica, in pericolo di estinzione per l'incontrollata raccolta. Tra la fauna preziosa, il lupo appenninico, il gatto selvatico e nu¬ merosi rapaci. Tra la fauna minore, la vipera dell'Orsini e il tritone italico. Maiella Superficie prevista: 60 000 ettari. Regioni interessate: Abruzzo (Chieti. L'Aquila. Pescara). Si tratta di un ambiente imponente, costituito da massicci calcarei che culminano nel Monte Amaro e sono solcati da selvaggi valloni che. alle quote superiori, lasciano il posto a vasti altopiani. Anche in questo caso ì fenomeni carsici hanno modella'^ bellezze naturali incredibili, come gli inghiottitoi della Valle Cannella, le doline del Vallone di Femminamorta. le numerose grotte. La vegetazione è costituita da estese coperture forestali, con un importante popolamento spontaneo di pino nero italico. La fauna presenta qualche raro orso marsicano. pochi esemplari di lupo appenninico e forse qualche lontra. Ricca l'avifauna, che comprende il rarissimo piviere tortolino. Nelle proposte di parco avanzate negli scorsi anni particolare attenzione veniva dedicata ad alcune aree indicate come riserve naturali integrali: la Maiella ve¬ ra e propria, la Montagna del Morrone. la Valle dell'Orta e il bosco di Sant'Antonio. Attualmente circa 9000 ettari godono di protezione per iniziativa dell'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e di alcuni Comuni locali, primo tra tutti quello di Fara San Martino. Gargano Superficie prevista: 30.000 ettari. Regioni interessate: Puglia (Foggia). Il promontorio che si protende nell'Adriatico è stato purtroppo pesantemente intaccato nella parte costiera, ma al suo interno restano vaste aree di interesse naturalistico salvaguardate grazie alla gestione delle foreste demaniali. Cosi oltre 10.000 ettari di bosco, tra cui la famosa Foresta Umbra, sono stati governati con criteri naturalistici e sin dal 1953 quattro ettari furono destinati a riserva integrale (della Sorgentola): oggi la superficie destinata a riserva è di 1000 ettari. La flora presenta oltre 2000 specie tra cui numerosi e preziosi endemismi (salvia, ranuncolo e campanula del Gargano, scabiosa del Dellaporta. barba di Giove, ginestra dalmata). Fenomeno singolare della vegetazione del Gargano e il macrosomatismo. cioè il gigantismo vegetale. Qui ci sono i due pini di Aleppo più grandi d'Italia: il maggiore ha oltre sette secoli di ma e misura alla base 5 metri e mezzo di circonferenza. Anche la fauna e de! tutto particolare: ci sono 138 specie di coleotteri dette transadnatiche per la loro origine balcanica, una colonia autoctona di caprioli, il gatto selvatico e l'istrice Cilento Superficie prevista: 100.000 ettari. Regioni interessate. Campania (Salerno), E' l'area compresa tra il Tirreno e il Vallo di Diana a sud del fiume Sele e sino al Bussento. una serie di bastionate che culminano nel Monte Alburno. Vi sopravvivono lembi di pino d'Aleppo. testimoni di quella che doveva essere un tempo la copertura vegetale naturale. Sulle scoscese rocce strapiombanti di Capo Palinuro sopravvive, ai limiti della definitiva scomparsa, la primula di Capo Palinuro. relitto dell'antica vegetazione terziaria: il resto della vegetazione è quella tipica mediterranea. Sulle pendici calcaree dell'Alburno abbondano i fenomeni carsici con cavita e grotte tra cui quelle di Pertosa e di Castelcivita. In cima c'e un vasto altopiano. Nella parte più interna del Cilento, dominata dal Monte Cervati. si susseguono vaste aree montuose ricoperte da foreste purtroppo degradate in cui prevale il faggio. Qui vivono lupi, istrici, lontre e. in alcune zone di ripopolamento, cinghiali e daini. Pollino Superficie prevista: 50.000 ettari. Regioni interessate: Lucania (Potenza). Calabria (Cosenza). E' l'ultimo contrafforte di rocce calcaree con tracce di antichi ghiacciai prima dei massicci cristallini della Sila e dell'Aspromonte: uno dei più singolari paesaggi montuosi d'Italia, modellato da una serie di morfotipi riferibili all'erosione fluviale, glaciale, carsica o criocarsica. La vegetazione, mediterranea con lembi di lecceta sul versante ionico, alle quote superiori lascia spazio a relitti di foresta a Cerro, roverella, faggio ed esemplari isolati di abete bianco. Poi domina incontrastato quello che e diventato l'emblema del Pollino e del suo futuro parco, il pino loricato, relitto di una vegetazione di origine balcanica La flora e molto varia, conta ben 710 specie. La fauna e ben rappresentata dal lupo, dal capriolo, dal cinghiale, dal gatto selvatico, dall'istrice: incerta, anche se probabile, la presenza della lontra. Grande importanza assume l'aspetto etnografico con la presenza nella zona di numerose comunità albanesi. Le prime proposte di tutela risalgono al 1968; recentemente la Regione Basilicata sta procedendo all'istituzione di un parco regionale. Etna Superficie prevista: 50.000 ettari. Regioni interessate: Sicilia (Catania). Il più alto vulcano attivo d'Europa presenta numerose attrattive: geologia, vegetazione, paesaggio, storia La presenza di fenomeni vulcanici attivi con colate a corde, deserti di cenere e lapilli, conetti avventizi, costituiscono un insieme paesaggistico ambientale unico. La vegetazione si divide tra varie fasce: incomincia con il carrubo e l'olivo e arriva alla fascia semidesertica dove sopravvivono solo pochi cespugli e piante pioniere. Importanti i boschi a Betulla aetwnsis. una specie endemica, e a Ilcx aquifolium. una specie rarissima. La fauna, lalcidiata dalla caccia e certamente non favorita da un ambiente cosi difficile, ha nella coturnice sicula. nel codirossone, nel colubro leopardino e nella farfalla Aurora di Sicilia i suoi rappresentanti più significativi. Recentemente la Regione Sicilia ha istituito il parco dell'Etna. Gennargentu Superficie prevista • 00.000 ettari. Regioni interessale: Sardegna (Nuoro). Il futuro parco dovrebbe comprendere oltre al massiccio de! Gennargentu. i Supramonti di Oliena e Orgosolo e la fascia costiera tra Cala Gonone e S. Maria Navarrese. una delle poche che in Sardegna si sia salvata dall'aggressione turistica. Proprio in questo tratto del Golfo di Orosei trovano rifugio gli ultimi esemplari di foca monaca del Mediterraneo, per le quali è prevista l'istituzione dell'omonimo parco marino. Da anni i naturalisti chiedono la proiezione di questo inestimabile patrmionio ambientale; nel 1962 il parco fu previsto dal piano di rinascita dell'isola e nel 1966 ne venne definito il piano di attuazione, ma nulla è stato realizzato. Walter Giuliano