Ella Fitzgerald la felicità a tempo di jazz

Ella Fitzgerald la felicità a tempo di jazz I dischi della settantenne cantante Ella Fitzgerald la felicità a tempo di jazz IL 25 aprile scorso. Ella Fitzgerald ha trascorso in tranquillità il settantesimo compleanno. Le arrivavano telegrammi e telefonate da ogni parte del mondo, ma la sua dama di compagnia faceva barriera. «Ho voluto ripercorrere lentamente i cinquantaquattro anni che ho trascorso sul palcoscenico» ha detto «ma ho pensato anche al futuro, al festival di Newport-New York di quest'estate e a ciò che verrà dopo. Vorrei dare concerti, a larghi intervalli, ancora per quattro o cinque anni, se me la sentirò. Poi basta». La grande cantante soffre di cuore e il suo impresario Norman Granz la sorveglia più di un medico. Ma Ella sa bene che la sua vita non ha avuto drammi, se si eccettua un altro problema di salute, quindici anni fa, quando dopo un concerto all'Arena di Verona le si staccò la retina di un occhio e perdette la vista già precaria che aveva. • Ebbi un attimo di panico» ricorda «pensai che non avrei più potuto cantare. Ma poi mi vennero in mente i cantanti ciechi, che sono tanti e bravissimi, e infine, dopo un'operazione, sono riuscita a vederci di nuovo con questi occhialoni. Sono sufficienti per farmi intravedere le prime file degli spettatori, una cosa che per me è molto importante». A questa vita sostanzialmente priva di traumi ha corrisposto una parabola artistica tranquilla, spesso felice e comunque ben diversa da quella di altre cantanti di jazz, prima fra tutte Bìllie Holiday. Non è un caso che il canto di Ella trovi in se stesso le ragioni della propria validità, non mostri mai una forte ricerca di contenuti e preferisca piuttosto l'allusione, lo scherzo, la gioia di fare musica per fare musica. La Fitzgerald sceglie di regola un tema che le piace — che può provenire indifferentemente dal repertorio del jazz, della musica leggera, del rock o essere un motivo di successo — e lo riconfeziona col suo strumento vocale, rendendolo senza dubbio più bello, più piacevole, più adatto a durare nel tempo, ma privandolo di eventuali inquietudini, di tristezze, di aromi tormentati. Ha ragione chi ha scritto che Ella è una stupenda cantante ma non una grande interprete. La sua sconfinata discografia, naturalmente, riflette queste cose come uno specchio, dall'esordio nella seconda metà degli Anni Trenta fino ai nostri giorni. A titolo orientativo si può fare una prima selezione suddividendo le can- zoni del primo decennio, fino all'adesione di Ella al jazz moderno, dalla fondazione del trio e dalle tournée internazionali die cominciano dopo rincontro della cantante con Norman Granz (1948): poi ci sono i meetings con Louis Armstrong, Duke Ellington, Count Basic infine i dischi più recenti. All'interno di queste categorie, inevitabilmente un po' arbitrarie, vanno segnalate — soprattutto a uso dei collezionisti più giovani e dei neofiti — soltanto le registrazioni di maggior valore o di portata storica. Fondamentale, per cominciare, é un long playing dell'Affinity che contiene, fra gli altri, il celeberrimo A-tisket A-tasket. Questo tema allegro e spiritoso fu inciso esattamente cinquantanni fa. nel maggio 1938. e si vendette a milioni di copie, un fatto a quei tempi rarissimo. Qualche ricerca (nei negozi specializzati o in antiquariato) richiedono invece How high the moon. Lady be good. Flying home e Smooth sailing. i brani bebop die furono pubblicati dalla Decca. Sono quattro esempi perfetti di vocalità parificata agli strumenti musicali Ella elude quasi del tutto i testi letterari frantumandoli nello scat. cioè in una sene di sillabe, talvolta pronunciate a velocità vertiginosa, prive di significato lessicale. Per quanto concerne i suoi classici Mi (prima con Oscar Peterson e poi con Tommy Flanagan al pianoforte) si può pescare a piacere nel catalogo della Verve, chi riesce a trovarla ancora può limitarsi a una bella antologia realizzata dalla stessa etìclietta con un album doppio (Ella F1zgerald. Jazz history voi. 7). Il più bell'incontro d?ìla Fizgerald con Armstrong è _ dedicato alle romanze dell'opera Porgy and Brss di George Gershwin trie la Verve offre in un cofanetto. La mUòica va assaporata attentamente, nelle minime sfumature, cjn particolare riguardo al duetto Bess. you is my woman now dove i due assi airingono vertici d'impressionante ruf'inalezza formile. Ancora la Verve documenta l'incontro cor Dui : Ellington (Ella ai l-/<i».e s place) mentre la Pablo hu licenziato nel 1980 ur. bell àlbum coi' Count Basic (A perfect match): da notare che Ella ha semp « consiaerato l'orchestra c't Basie come la più adatta ai suoi mezzi vocali. Da ultimo, non si può rinunciare a Ella embraca Jobim, una sua discussa incursione nella musica brasiliana, a The best is yet to come dove Ella è accompagnata dall'orchestra di Nelson Ridale, e ai bei duetti col chitarrista Joe Pass riuniti in Speak love. Tutti e tre gli album sono della Pablo. Franco Fayenz

Luoghi citati: New York, Verona