Ungheria, Kadar si è dimesso

Ungheria, Kadar si è dimesso Dopo 32 anni lascia la carica di segretario generale. E' la vittoria dei riformisti a conclusione di un acceso dibattito Ungheria, Kadar si è dimesso Un lungo applauso dei delegati alla conferenza del posu ha accolto l'annuncio della nomina delFex leader a presidente del partito, una carica onorifica creata per l'occasione - Grosz è il successore BUDAPEST — Dopo 32 anni Janos Kadar ha lasciato la carica di segretario generale del Partito socialista operaio ungherese, di coi diventa presidente. Gli saccede il primo ministro Karoly Grosz. La nomina di Kadar a presidente del partito (una carica onoraria, creata solo adesso) è stata acclamata a lungo con un applauso calorosissimo dai quasi mille delegati alla conferenza del partito. Ma nelle ore precedenti si era svolta una dura lotta di potere, stretta finale di un dibattito che andava avanti da mesi tra i fautori del rinnovamento, i quali portavano avanti il nome del primo ministro, e la vecchia guardia di Kadar. L'hanno spuntata 1 riformisti, anche nella composizione del nuovo Politburo, dal quale sono esclusi gli elementi più anziani. Vengono invece inseriti Imre Fozsgay, uno dei più autorevoli sostenitori del rinnovamento, e Reszo Nyers, l'autore della riforma economica ungherese degli Anni Sessanta, silurato nel 1972. Kadar, 76 anni, giunse al potere nel '56, all'indomani della sconfitta di quella che definì «una controrivoluzione, un tradimento revisionista». Dopo aver svolto un ruolo importante nella repressione, assunse !a carica di primo segretario del partito e per un certo periodo anche quella di primo ministro. Il suo successore, Karoly Grosz, è nato nel 1930 a Miskolc (Ungheria settentrionale) da una famiglia operaia. Membro del Partito comunista fin dal 1945, fu ammesso nel Comitato centrale del Partito operaio socialista ungherese (Posu) nel 1980. Primo segretario del partito a Budapest dal 1984, nel 1985 divenne membro del comitato politico del Posu,e.il 25 giugno 1987 fu eletto primo ministro. La lotta di successione scoppiata nel •socialismo al goulasch- è la spia eloquente del processo di rinnovamento in atto nell'Europa orientale, una valanga diventata ormai inarrestabile. Se anche l'Ungheria rimette coraggiosamente in discussione sistemi di potere e mentalità ideologiche finora inamovibili e traduce la glasnost in chiave nazionale (qui si chiama nyilssagj, il problema immediato del ricambio generazionale passa in seconda linea perché i 76 anni, compiuti ieri, di Janos Kadar finiscono per essere insignificanti dinanzi alla gravità delle crisi che agitano il mondo comunista. Budapest insomma, al pari di Mosca, Varsavia, persino dell'intransigente Praga, deve fare i conti con una realtà economica in cui gli spazi delle alchimie politiche sono sempre più esigui. Sulle rive del Danubio, come lungo la Vistola polacca, i cadaveri illustri dello sfascio gestionale impongono drastici mutamenti di rotta, tutti all'insegna del dialogo con una società sempre meno disposta a riconoscersi nei dogmi infallibili del marxismo. Basta leggere le cifre filtrate dai lavori del congresso straordinario del partito operaio magiaro per rendersi coT'.to di quanto sia giustificato il grido d'allarme lanciato dai riformisti. Negli ultimi mesi il cinque per cento degli iscritti al Posu non ha ■.innovato la tessera preferendo emigrare verso le organizzazioni alternative tollerate dal regime, identico il calo percentuale riscontrato fra gli aderenti al sindacato ufficiale Szot mentre è quasi doppia la fuga dai ranghi del Fronte della gioventù Kisz. Si tratta di una disaffezione tuttora contenuta nelle file degli intellettuali, lontana dal movimento di massa che la dissidenza non riesce a far decollare, sebbene indicativa . del clima, di lifiertà, interna concesso durante l'era kada- riana, sulla quale si innestano tuttavia i mugugni della popolazione stanca di subire i contraccolpi del rialzo costante nel costo della vita. Archiviato nella memoria dei bei ricordi il boom degli Anni Settanta che aveva contribuito a cancellare il trauma della rivoluzione del '56 trasformando l'Ungheria nello Stato modello dell'Est, l'inflazione adesso viaggia attorno al 20%, la paga media è di circa seimila fiorini al mese (circa 180 mila lire), l'indebitamento estero ha raggiunto quota 16 miliardi di dollari, si allontana il traguardo della riconversione industriale che avrebbe spazzato via inesorabilmente le aziende improduttive, aleggia già lo spettro della disoccupazione. E sale pure il malessere sociale. In aumento il fenomeno dell'alcolismo, triplicati i suicidi (un mortificante primato mondiale rispetto al numero degli abitanti), il Wall Street Journal rivela dati inquietanti di origine freudiana: un terzo degli ungheresi accusa frequenti mal di testa, la metà non riesce a dormire, molti usano tranquillanti. La crisi d'identità ha dunque raggiunto il vertice investendo la figura carismatica del grande vegliardo. A Kadar oggi lo schieramento degli innovatori non rimprovera la firma della condanna a morte di Imre Nagy, né la fedeltà agli ordini impartiti dal Cremlino, quanto piuttosto l'incapacità di capire che il suo vecchio slogan -chi non è contro di noi è con noi» va letto con un'ottica diversa. Via quindi ('esta¬ blishment arroccato su posizioni conservatrici e largo invece alle spinte di cambiamento che salgono dalla base, al pragmatismo del primo ministro Karoly Grosz, ai 'giovani leoni, cresciuti sotto la protezione di Imre Pozsgay, leader del potente Fronte patriottico. Luce verde soprattutto, facendo tesoro dell'esperienza di Solldarnosc, alle proposte avanzate dall'opposizione: comunismo si, ma accompagnato dalla concessione dei diritti civili e da un Parlamento non più ridotto a notaio delle decisioni calate dal partito. Il primo sindacato indipendente creato alcune settimane fa e le critiche al sistema riportate dalla stampa ufficiale indicano che l'Ungheria intende voltare pagina. Il resto, Gorbaciov permettendo, verrà da sé. Fiero de GarzaroIU Budapest. Janos Kadar parla alla conferenza nazionale del Partito operaio socialista ungherese