Da Kilpin a Gullit passando per Rivera

Da Kilpin a Gullit passando per Rivera Da Kilpin a Gullit passando per Rivera di BRUNO PERUCCA Dal primo scudetto vinto per l'intraprendenza di un uomo (l'inglese Kilpin) all'ultimo costruito più che mai sull'abilità del triangolo società-panchina-campo. una storia di uomini. Di campioni arrivati a Milano al momento giusto, scelti con saggezza, soprattutto con riflessi pronti. Nei giorni dell'ultimo mercato rossonero si raccontava che Ruud Gullit aveva interessato Boniperti ben prima di Berlusconi, ma che l'olandese dalle treccine era sembrato troppo -naif» per il calcio bianconero. Persino U grande Gunnar Nordhal è stato uno sgambetto alla Juve, che fece autogol propiziandone l'acquisto (sentendosi in colpa per aver anticipato i rossoneri nella caccia al danese Ploeger). Fra Herbert Kilpin, giocatore e fondatore (Hotel du Nord, dicembre 1899) del Milan Cricket and Football Club, e Gullit «anima, di questo undicesimo scudetto c'è tutta la gloriosa storia rossonera. La concretezza e le follie di Milano calcistica rossonera sono state portate avanti dalla staffetta fra ventun presidenti: Alfredo Edwards, Piero Pirelli, Luigi Ravasco, Mario Benazzoli, Pietro Annoni, Emilio Colombo, Achille Invernizzi, Umberto Trabattoni, Andrea Rizzoli, Felice Riva, Luigi e Franco Carraro, Federico Sordillo, Albino Buticchi. Bruno Pardi, Vittorio Duina, Felice Colombo, Morazzoni, Giuseppe Farina, Rosario Lo Verde (una breve parentesi, per chiudere la crisi) e Silvio Berlusconi, l'uomo della svolta, dell'uscita da un periodo tormentato. Ventun « padroni», ottantanove anni di calcio, tanti campioni. Proviamo a sceglierne undici, a metterli sul terreno, idealmente. Buffon Schnellinger Sani Kilpin De Vecchi Gren Rivera Liedholm Gullit Nordhal Schiaffino Squadra sbilanciata in avanti, è cnrto. Dino Sani ci perdoneràla licenza di avergli affidato il ruolo di libero. Rivera regista, noblesse oblige. A Kilpin il ruolo di difensore, l'ultimo di una carriera nata come attaccante. Schiaffino e Gullit alle ali, ma Nordhal merita la maglia numero nove. Buffon lascia «in panchina. Ghezzi, Albertosi e altri. Stanno a guardare antichi e giovani eroi delle fatiche a centrocampo: da Annnovazzl a Lodetti, da Trapattoni a Ancelotti. Paolo Maldini non si offen¬ derà se al suo posto c'è Renzo De Vecchi, il «figlio di Dio». Ma andiamo per epoche, adesso. HERBERT KILPIN il precursore. Un football d'altri tempi. Primo capitano (per dieci anni) e primo allenatore. Un grande trascinatore, soprattutto. Subito attaccante, poi mezz'ala, infine difensore, l'inglese aveva suggerito colori sociali e divisa. Aveva spiegato il football ai «bauscia». Per metà (almeno) suoi i primi tre scudetti. RENZO DE VECCHI la prima gloria. Nato a Milano il 3 febbraio 1894, allievo prediletto di Kilpin, il primo ad imparare e applicare il tackle all'inglese. A quindici anni appena compiuti (1909) era già in prima squadra. Ma il Milan di allora non aveva Berlusconi, nel 1913 il «figlio di Dio» veniva ceduto al Ge¬ noa dove vinceva tre campionati, arrivando a 43 presenze in Nazionale. GUNNAR NORDHAL il pompiere. Era il suo lavoro, in Svezia. Negli otto anni rossoneri, Gunnar vinceva cinque volte la classifica dei cannonieri «distruggendo» difensori con la sua progressione e portieri con il suo tiro. GUNNAR GREN il professore. Arrivato un anno dopo Nordhal, e assieme a Liedholm, si conquistò subito l'appellativo per l'intelligenza del suo gioco, per 11 piglio da regista della squadra. Elegante, dotato di notevoli qualità tecniche, perfetto nell'assist, guidava i rossoneri allo scudetto 1950-51. NILS LIEDHOLM spalla di lusso. La qualifica non gli è mai piaciuta, la respinge anche adesso che da gregario è diventato «barone». Del Gre-No-Li, il longilineo Nils era il più disponibile alla fatica. Vero uomo-squadra, sapeva sorreggerla nei momenti più duri. Dodici stagioni nel Milan, quattro scudetti. Poi ancora rossonero, come tecnico. LORENZO BUFFON quarto uomo. Il trio svedese più Buffon (arrivato in rossonero per la stagione '49-50, per starci nove anni) hanno caratterizzato un'epoca. Lorenzo ha posto sulle sue prodezze fra i pali anche il pepe della relazione con Edy Campagnoli, star televisiva di Mike Bongiorno. JUAN ALBERTO SCHIAFFINO la mente. L'asso dell'Uruguay è arrivato al Milan (campionato '54-55) per colmare, a fianco di Nordhal e Liedholm, il vuoto lasciato da Gren. Mezz'ala d'attacco dalla tecnica eccezionale e dal tiro precisissimo (più che potente) «Pepe» aveva il difetto del perfezionista: sempre pronto alla polemica (anche contro Gipo Viani) se la squadra non funzionava. E' stato l'esempio per un grande di casa: Gianni Rivera. GIANNI RIVERA il grandissimo. Strappato giovanissimo all'Alessandria, è. stato (ed è) l'emblema rossonero. Entrato nella prima squadra nella stagione '60-61 (a 17 anni) ci restava per 390 partite. Uomo gol, rifinitore, regista. Nel Milan due scudetti, due Coppe Campioni, una Coppa Intercontinentale, 55 presenze nella nazionale maggiore. DINO SANI il perno. Catturato in Brasile per il campionato '61-62 e altre due annate, Sani è stato un mediano dalla enorme intelligenza tattica, pronto a difendere come ad attaccare. Stupendo il suo lavoro di interdizione, pronto il lancio. Eccezionale la sua generosità. Chi lo considerava lento, ha poi rimpianto la sua assenza. KARL-HEINZ SCHNELLINGER l'implacabile. A San Siro ricordano ancora il suo casco biondo, la sua grinta, l'introduzione sui nostri campi del tackle scivolato che sulle prime gli arbitri italiani non tolleravano. Arrivato a rinsaldare la difesa rossonera nel campionato '65-66 ne era per anni la colonna. Da Oscar del rendimento. RUUD GULLIT l'uomo nuovo. Ha portato in Italia un altro calcio. Quello dall'allegria. Ognuno a suo modo, lui e Sacchi hanno fatto il Milan che diverte. La classe e la grande potenza fisica, la corsa aperta ed equilibrata da quattrocentista, la coordinazione nel tiro e nel colpo di testa, lo mettono su un piedestallo. Non ancora uomo-squadra (lo diventerà?) ma grande personaggio del football-spettacolo. ssai*

Luoghi citati: Brasile, Italia, Milano, Svezia, Uruguay