Agguato sulla strada del Papa di Marco Tosatti

Agguato sulla strada del Papa Per due giorni Sendero Luminoso scatena un'offensiva terroristica in Perù Agguato sulla strada del Papa Arrestati sul percorso del Pontefice, mezz'ora prima del passaggio del corteo, quattro guerriglieri travestiti da guardie civili ed armati di fucili mitragliatori - Scontri, bombe e attentati in tutto il Paese DAL NOSTRO INVIATO LIMA — Un clima venato da brividi di paura e di festa, con un'ombra minacciosa sulla sicurezza stessa del Papa: terroristi di «Sendero Luminoso» travestiti da «Guardia Ci vii» e armati di mitra arrestati sul percorso del Papa, mezz'ora prima che arrivasse, due milioni di persone sulla «motorcade», autobombe e dinamite, un attacco al posto di guardia dell'aeroporto militare dove il «DC8» papale doveva atterrare, attentati alle linee elettriche, con oscuramento di interi quartieri di Lima, e in tutto il Perù, tre esplosioni senza vittime in città, E ancora: scontri fra guerriglieri e esercito (con quattordici morti) nella zona di Ayacucho, l'occupazione di una chiesa da parte dei parenti di detenuti per terrorismo, un clima di militarizzazione impressionante, e che ha stupito gli stessi «Umeni», pur assuefatti ad autoblindo, elicotteri e soldati in pieno assetto da guerra. E ancora folle osannanti solcate dal •Papamoblle» e un «mea culpa» pubblico, quasi una confessione, del presidente Alan Garcia. E' questo il cocktail che la capitale del Perù ha offerto a Giovanni Paolo II, dal volto segnato dalla stanchezza, in una delle visite più brevi e più intense mai realizzate. Trentanove ore di permanenza nella città, e undici discorsi, una sosta per chiudere il Congresso Eucaristico dei Paesi Bolivariani (Bolivia, Venezuela, Ecuador, Colombia, Panama e Perù), che saranno ricordate nella storia della Chiesa latinoamericana per severi e ripetuti ammonimenti nei confronti dei teologi della Liberazione. Un tono estremamente più duro di quello usato finora. Il Papa è arrivato al «Grupo Aereo N. 8» — un aeroporto militare — alle 18,15 di sabato, le 1,15 di do- menica in Italia. Nelle ore precedenti, a qualche centinaio di metri dal «Grupo 8» era stata trovata un'autobomba, una Toyota bianca. Poco dopo, nella stessa zona, un posto di polizia è stato attaccato da guerriglieri. Ma la minaccia più grave doveva ancora venire. Il tragitto di 17 chilometri dall'aeroporto alla Cattedrale comprendeva una sosta alla Chiesa del «Carmen de La Legua» una delle più antiche di Lima. Mezz'ora prima che Giovanni Paolo n giungesse a Lima le Forze di Sicurezza della Marina e la Guardia civil hanno arrestato, in due punti differenti, quattro presunti terroristi di «Sendero Luminoso», travestiti da «Guardie Civil» e armati di mitragliatori. Erano mescolati agli altri agenti lungo il percorso, nei dintorni della chiesa, all'in¬ crocio fra le Avenida Colonial e Faucett. Non si sa quali fossero le loro intenzioni: il Papa doveva fermarsi (ma non scendere) a benedire la chiesa, e l'ha fatto anche se più rapidamente del previsto per ragioni di sicurezza. •Sendero», come era prevedibile, ha cercato di rovinare lo.spettacolo al governo e al Papa. Mentre Giovanni Paolo U entrava nella Cattedrale, e per circa tre quarti d'ora in seguito, è mancata la luce in diversi quartieri di Lima. Si è spenta la gigantesca Croce illuminata sul «Cerro» e le televisioni che stavano trasmettendo in mondovisione la cerimonia hanno potuto continuare solo grazie ai gruppi elettrogeni. Anche nella Cattedrale erano pronti i gruppi elettrogeni, ma non sono serviti. L'oscu¬ ramento, «Apagòn», viene chiamato, si è allargato nella notte a varie province del Nord, del Centro e del Sud del Paese: Barranca, Chimbote, Casma. Chiclayo, Huancayo. Tarma, l'intera valle del Mantaro e Trujillo. A Trujillo un camion di dinamite è stato attaccato e rubato da guerriglieri, mentre lungo il percorso papale è stato trovato in un tombino un sacchetto di dinamite, posto 11 a scopo probabilmente solo intimidatorio. Invece il sangue è corso nei dintorni di Ayacucho: undici terroristi e tre soldati sono morti in uno scontro a fuoco. E' comprensibile dunque che Alan Garcia. il giovane presidente del Perù, in ribasso di popolarità a causa della politica economica ie lo ha obbligato proprio due giorni fa a formare un nuo¬ vo governo, abbia chiesto al Papa di rivolgersi «ai malati di odio, a quelli che uccidono e distruggono con violenza. Parli a loro. Padre, con severa dolcezza, affinché diminuiscano il loro odio, parli loro perché son soli sema saperlo*. Garcia si è lanciato contro i Paesi ricchi, contro le armi spaziali («uno torre di Babele senza ragione né linguaggio*), contro il debito estero •che sa di usura*. E infine si è prodotto in una sorta di confessione-mea culpa davanti al Pontefice: *Che ci perdonino quelli che si sentono feriti dai nostri peccati, non lo furono per cattiveria, se ci sbagliammo fu per voler far tutto e subito*. Anche il Papa ha parlato di terrorismo, morte, ingiustizia e povertà. L'ha fatto in diverse occasioni e soprattutto ai vescovi, elencando i mali del Paese: • Una cieca insensibile violenza ai ripetuti appelli alla riconciliazione* (quello lanciato nell'85 da lui stesso), il traffico di stupefacenti, la sete e •l'ostinata persistenza dì strutture dottrinali e metodologiche che creano confusione fra fedeli e attentano all'unità della Chiesa*. Il riferimento era alla teologia della Liberazione, che ha in Perù uno dei suoi maggiori teorici. Gustavo Gutierrez. Giovanni Paolo n su questo ha dato direttive severe ai vescovi Prudenza e •carità senza limiti* non devono impedire di •denunciare apertamente deviazioni ed errori, anche se ciò può causarvi dolore*. I vescovi devono operare •senza cedimenti-: un discorso del Pontefice diverso dall'atteggiamento più possibilista adottato in Bolivia: come se, passato il confine, il problema fosse diventato improvvisamente gravissimo. Oggi Giovanni Paolo II lascia Lima per il Paraguay. Marco Tosatti Giovanni Paolo II, ieri a Lima, accanto al giovane presidente peruviano Alan Garcia