Nella farmacia del Duemila andremo anche per le analisi di Bruno Ghibaudi

Nella farmacia del Duemila andremo anche per le analisi Nella farmacia del Duemila andremo anche per le analisi La proposta al V congresso nazionale della Federfarma DALL'INVIATO SORRENTO — Le farmacie devono cambiare volto, o quantomeno funzione. Non dovranno più limitarsi a distribuire farmaci ma potranno contribuire all'erogazione di qualificati servizi sanitari di tipo ambulatoriale di massa. Cosi facendo potranno migliorare notevolmente l'assistenza per il cittadino senza alcun costo aggiuntivo per la collettività. La proposta è emersa nella giornata conclusiva del V° Congresso Nazionale della Federfarma, alla quale aderiscono le oltre 15 mila farmacie italiane. A farla è stato il presidente Bruno Ambreck. «Ci vuole meno burocrazia, più assistenza e più uniformità nell'erogarla. Ad alcuni cittadini di determinate regioni vengono concessi gratuitamente alcuni presidi che sono invece negati in altre, come le protesi ortopediche, le lenti correttive, gli apparecchi per ortodonzia e gli alimenti dietetici». Cosa propongono i farma¬ cisti? «Si tratta innanzitutto di snellire le procedure: a girare, nella sanità italiana, non sono i moduli ma i pazienti. Le prescrizioni telefoniche, per esempio, potrebbero risparmiare al cittadino viaggi disagevoli e consentire al farmacista di soddisfare ugualmente la richiesta. Le ricette, pur firmate in originale dal medico, potrebbero essere scritte a macchina o al computer. Nell'assistenza si dovrebbero regolamentare i prodotti usati impropriamente dai tossicodipendenti imponendo ricette dotate di sistemi antifalsificazione». Un'attenzione particolare dovrebbe poi essere posta ai farmaci per gli anziani, che oggi usufruiscono delle stesse confezioni e degli stessi dosaggi degli individui più giovani. Pesando poco e avendo un metabolismo ridotto, l'anziano dovrebbe ricorrere a farmaci su misura. Non solo, ma anche le confezioni destinate alla terza età 'dovrebbero essere più facili da aprire e da maneggiare». In Italia è proibito fare diagnosi in farmacia. Non si può però continuare ad ignorare l'esistenza di strumenti che facilitano in vario modo il controllo sulla salute. «Per accertare la glicemia, per esempio, non è più necessario infilare un ago in vena: basta bucare un dito e raccogliere poche gocce di sangue, cosa che in farmacia si potrebbe fare agevolmente e in pochi minuti. Ed è facile immaginare il vantaggio degli screening di massa che nelle 15 mila farmacie potrebbero essere fatti in merito a diabete, colesterolo, ipertensione, ecc.). Tra breve una rete informatica collegherà le farmacie italiane con centri antiveleno, centri di Protezione Civile, centri antinquinamento, centri antisofisticazione e di analisi chimico-biologiche. Le farmacie potrebbero inoltre dare un grosso apporto alle attività di farmacovigilanza». In merito all'identikit del farmacista d'oggi, un questionario compilato dai delegati al congresso informa che nel 40% dei casi la farmacia è stata acquisita dai familiari, nel 30% è stata acquistata, nel 20% ottenuta per concorso. Circa i problemi che assillano il farmacista, sono per il 60% di ordine legislativo (leggi ormai troppo vecchie), per il 40% derivano da preoccupazioni di ordine commerciale, per il 48% da difficoltà di ordine finanziario, il 35% di ordine tributario. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Bruno Ambreck

Luoghi citati: Italia, Sorrento