C'è lo schermo della tv nel futuro dei giornali di Giovanni Giovannini

C'è lo schermo della tv nel futuro dei giornali Come sarà Pinformazione negli Anni Novanta C'è lo schermo della tv nel futuro dei giornali L'evoluzione della stampa in un'analisi di Giovanni Giovannini A buon punto il telegiornale personalizzato: basterà sfiorare il video e scegliere l'argomento che si vuol seguire TORINO — n telegiornale «personalizzato» è in onda. La copertina appare in video con la sua «vetrina» di argomenti tradotti in immagini. Basta sfiorarne una con un dito, appoggiato al teleschermo, per ricevere in tv filmati, interviste, statistiche e ricerche d'archivio, riguardanti fatti, avvenimenti e protagonisti di ogni singola vicenda, in un programma che rappresenta una delle frontiere più avanzate dell'informazione giornalistica elettronica. Permetterà di seguire ed approfondire le notizie del momento, secondo tempi e criteri di selezione del tutto individuali, offerti da una meraviglia elettronica che sta per abbandonare la fantascienza per entrare nell'attualità della nostra prossima vita quotidiana, quella degli anni '90. Le sperimentazioni condotte al «Media Lab» del Massachussets Institute of Technology (Mit) di Boston dicono che è quasi a buon punto quest'informazione interattiva, personalizzata al massimo, del tutto gestita dal computer, collegato con radio e tv. n giornale «elettronico» è però solo una delle novità che ci attendono nel prossimo decennio, grazie all'integrazione sempre più raffinata fra computer e reti di telecomunicazione. La «società dell'informazione» dell'immediato domani è già sotto gli occhi, con tutti i problemi, le sfide e le responsabilità. Giovanni Giovannini, presidente della Federazione italiana editori giornali e dell'Ansa, ha voluto fare il punto della situazione. Insieme ai giornalisti Claudio Donat-Cattin e Carlo Lombardi e con il contributo di specialisti come Enzo Castelli, Enrico Carità, Egidio Pentinaro ha indagato sulle prospettive de «/ mass media anni '99». I risultati raccolti, presentati in un'opera poderosa, edita dalla Gutenberg 2000, trattano dall'universo della stampa periodica ai satelliti. Si soffermano su libri elettronici, videodischi e audiovisivi per case telematiche, dove le fibre ottiche permetteranno l'uso interattivo di telefono, video e computer per lavorare, fare acquisti, ottenere documenti o consulti senza spostarsi da casa. 'Abbiamo scelto il compito — dice Giovannini — di seguire la continua, stupefacente innovazione dei sistemi esperti, della microlettronica, della superconduttività, di tutti i progressi degli scienziati, per dar voce, udito, vista, a macchine in grado di servire sempre meglio l'uomo». I dati parlano chiaro. Stime Unesco del 1987 dicono che sono 500 milioni gli uomini che acquistano ogni mattina uno degli 8234 quotidiani editi al mondo. Leggono una mole di pagine in costante aumento. Nel 1985 si sono venduti 28 milioni di tonnellate di carta da giornali. Si prevede che il consumo mondiale di questa fornitura crescerà ad una media annuale del 2,3 per cento fino al 1995, quando si venderanno 35 mila tonnellate. Più stabile si prospetta il mercato dei libri, che farà i conti con nuovi supporti di divulgazione elettronica, sempre più interagenti con l'apparato televisivo. Secondo progetti in fase avanzata, entro il 1995-96, ogni cittadino della Cee potrà disporre di una trentina di canali televisivi, per un milione e mezzo di ore di trasmissione, contro le poche migliaia di oggi. «La piena integrazione fra informatica e telecomunicazioni — 'aggiunge Giovannini — è destinata a scandire tutti gli appuntamenti del prossimo decennio. Il numero di terminazioni di rete si sta triplicando in Europa, passando da un milione del 1983 agli oltre tre milioni del 1991. Allo stesso ritmo sta crescendo, anche nell'ambito del lavoro, l'uso di strumenti telematici con il passaggio del numero di terminali di rete da 8 a 22 ogni 100 lavoratori». Verranno «cablate» con fibre ottiche intere città. Negli Stati Uniti il solo mercato di informazione integrata ad uso domestico prevede un fatturato di 200 milioni di dollari entro il 1990. In Germania c'è già il «telearbeit», un sistema che consente di eseguire il lavoro a distanza. Questo cambiamento di vita e di cultura richiede spese in capitale umano. Lo dicono concordi Carlo de Benedetti e il ministro della Ricerca scientifica Antonio Ruberti, interrogati da Giovannini. Per raccogliere la sfida degli Anni 90 »la materia prima — afferma De Benedetti — non e il silicio, ma l'uomo. Chi non investe, o addirittura disinveste nella risorsa uomo, come avviene quando si continua ad offrire una mediocre formazione e una prolungata inutilizzazione a milioni di giovani, parteciperà solo marginalmente a questo nuovo ciclo». Maurizio Lapo

Luoghi citati: Boston, Europa, Germania, Massachussets, Stati Uniti, Torino