Rotti i negozianti a Danzica

Rotti i negozianti a Danzica Angoscia in Polonia, adesso si teme un duro intervento della polizia Rotti i negozianti a Danzica La direzione dei cantieri navali si è rimangiata tutte le concessioni fatte ai lavoratori ed ha posto un ultimatum per Io sgombero - Appello degli scioperanti alle autorità «perché vengano intavolati colloqui sinceri» VARSAVIA — Doccia fredda per Solidarnosc e per gli operai che da una settimana occupano i cantieri navali di Danzica: ieri le autorità hanno improvvisamente rinnegato le concessioni strappate dai lavoratori nelle precedenti discussioni. L'improvvisa inversione di rotta è venuta nel corso del negoziato fra il Comitato di sciopero e la direzione dei cantieri Lenin. La riunione, che s'era iniziata ieri poco dopo mezzo^oTio, è durata appena u». ora. La delegazione operaia si è trovata di fronte a un secco aut aut. Sui tre punti all'ordine del giorno — aumenti salariali, riassunzione degli operai licenziati dopo la legge marziale, garanzie di sicurezza per gli scioperanti — non c'è stata nemmeno discussione. La direzione si è rimangiata subito tutte le promesse. In particolare, è stato ritirato il progetto di aumento di 15.000 zloty, ventilato ieri, condizionando qualsiasi miglioramento salariale ai risultati finanziari di un'azienda che dice «in deficit». I dirigenti dei cantieri si sono limitati a informare la delegazione dell'ultimatum del procuratore della Repubblica di Danzica, che ha intimato agli operai di lasciare i cantieri prima delle 18 per evitare conseguenze giudiziarie. Allo scadere del termine, nemmeno uno scioperante ha abbandonato il posto: ma si diffondono timori di intervento della poli- Il ministro degli Interni, generale Czeslaw Kisczac, ha annunciato che a Danzica non sarà impiegata la forza. Ma la sua promessa non convince i lavoratori. Anzi, il Comitato ha informato 1 giornalisti — tramite Adam Michnik — che in seguito a questa rottura unilaterale -l'intervento poliziesco contro i cantieri è ora più che mai una possibilità reale-. Ha quindi invitato tutti i lavoratori dei cantieri, anche coloro che non partecipano all'occupazione, a «difenderli. contro le minacce delle autorità e l'intenzione di -chiuderli- con il -pretesto- che essi sono fallimentari. -E' falsa-, afferma il Co¬ mitato, l'argomentazione secondo cui i cantieri producono in perdita: -Nell'attuale situazione, in cui i prezzi sono inventati, non si può mai sapere se si guadagna o si perde-. -Rivolgiamo un appello a tutti nostri colleghi — aggiunge — affinché difendano l'esistenza dei cantieri. Essi sono un simbolo. Sono il nostro dicembre 1970, il nostro agosto 1980. I cantieri sono le nostre croci, il nostro avvenire-. Gli operai sono pronti — conclude — «o un accordo che ponga fine allo sciopero-; ma chiedono -colliqui onesti- e denunciano -l'arroganza dei rappresentanti del potere che respingono il dialogo come mezzo per risolvere il conflitto-. Altre informazioni sono giunte da Piotr Konopka. l'aiutante di Walesa, che ha parlato ai giornalisti presso la chiesa di Santa Brigida. Qui, a qualche isolato dai cantieri, in mattinata si è svolta una grande manifestazione di solidarietà: una messa alla quale hanno assistito 7 mila fedeli. Data l'impossibilità di comunicare telefonicamente con i cantieri (le linee sono state isolate), Konopka è entrato in possesso delle ultime drammatiche notizie attraverso alcuni elementi che si sono infiltrati attraverso le maglie della polizia. -Abbiamo davanti a noi una notte interessante e importante-, ha commentato presso la chiesa un altro esponente del dissenso polacco, Adam Michnik. La Chiesa cattolica, d'altronde, non sta a guardare. Nella giornata di sabato, si è saputo solo ieri, il vicepresidente del Consiglio di Stato polacco Kazimierz Barcikowski ha avuto un colloquio a Varsavia con il primate di Polonia Jozef Glemp. Barcikowski ha presentato al cardinale le scuse delle autorità per l'intervento della polizia a Huta Lenina giovedì scorso, mentre era in corso una mediazione cattolica patrocinata dalla Chiesa. Lo stesso Glemp ha ribadito, durante la messa di ieri, che la Chiesa intende adoprarsi per trovare -soluzioni pacifiche- che però rispettino - verità e giustizia- e il -diritto di ogni uomo a partecipare alle decisioni- della società in cui vive. Secondo altre fonti, si sarebbe svolto anche un incontro fra il segretario della Conferenza episcopale, arcivescovo Bronislaw Dabrowski, e il ministro dell'Interno Czeslaw Kiszczak: avrebbero parlato della vertenza di Danzica e del caso di Kornel Morawiecki, l'esponente dell'opposizione espulso in Austria nei giorni scorsi. Infine, a Cracovia il cardinale Macharski ha affermato ieri durante la celebrazione per la festa di san Stanislao, patrono della Polonia, di avere intrapreso iniziative per la liberazione di tutti gli operai e degli studenti fermati dalla polizia dei giorni scorsi. r. es. ■MHI Danzica. Nei cantieri Lenin gli operai sono ancora in sciopero e asserragliati in fabbrica