Ma al Nord vincono le Leghe

Ma al Word vincono le Leghe Non c'è stata la temuta erosione provocata dalle liste di campanile Ma al Word vincono le Leghe A Pavia crescita record della «Lombarda» - A Novara, avanzata di «Piemont autonomia» e di una formazione analoga Catania, Pannello non sposta nulla DAL NOSTRO INVIATO CATANIA — Non è per citare un'ennesima volta il principe di Salina — che oltretutto, si sa, votava in un'altra provincia — ma un primo bilancio delle elezioni che a Catania avrebbero dovuto segnare -la scelta fra svolta e decadenza* è davvero difficile senza il ricorso alla famosa massima del «non cambiamento'. Cinque consiglieri per la lista civica di Pannella, il psi che diventa secondo partito cittadino, comunisti in calo costante, repubblicani, missini e socialdemocratici • puniti» per motivi diversi ma nella stessa misura. Si direbbe una catena di piccoli terremoti: e invece, per dirla con le parole del vincitore, -non vi sono cambiamenti die autorizzino alternative di governo*. Marco Pannella, a poche ore dalla chiusura dei seggi, celebra nella hall di un albergo un successo annunciato, ma ancora più vistoso di quanto si prevedeva. Ventimila catanesi hanno votato per la lista «civica, laica e verde» che tutti però si ostinano a definire tout. court -radicale». Cinque seggi a palazzo degli Elefanti, proprio come i missini e gli sconfitti partiti laici. Ma l'elemento di maggior rilievo è un altro: la de ha tenuto. Forse perderà uno dei 22 consiglieri comunali, eppure resta -i/ riferimento per qualsiasi, maggioranza di governo», come l'ex sindaco Angelo Munzone, coordinatore di questa campagna elettorale, dichiara soddisfatto in tivù. Per questo Pannella, pur ringraziando i catanesi per un voto •che non è stato di rabbia ma di attesa, non di protesta ma di proposta*, adesso ricorda che -un rovesciamento del vecchio sistema di potere a Catania si sarebbe ottenuto solo col primo o col secondo posto*. Non con venti, ma con centomila schede. A che servirà, allora, quest'affermazione della lista -civica e verde»? -Noi non avanziamo proposte: tranne a ricordare quella, già rivolta agli eletti, di non riunirsi per gruppi di partito. Vedremo se qualcuno raccoglierà quest'appello...*. Vedremo. Frattanto in termini numerici (ma anche politici) la sola ipotesi praticabile per un governo della città resta quella di un nuovo accordo fra de e psi, con uno o più partiti laici a fare da supporto. •Il pentapartito a Catania è morto, e noi non abbiamo alcuna intenzione di riesumare un cadavere — commenta con tono soddisfatto Salvo Andò, capolista nel psi —■. I socialisti non hanno partecipato alle risse e agli scontri -personali: hanno ragionato, e sono stati compresi*. Dieci seggi in Consiglio comunale ne fanno la seconda forza politica in Comune: una posizione sufficiente a rivendicare la poltrona di sindaco? I Giarrizzo, gli Scapagnini non si sono ricandidati, nonostante il successo al psi catanese sembra mancare la personalità di rilievo su cui far cadere l'investitura. Ma Andò taglia corto: •Non si diventa sindaco per titoli né per esami*. Chi potrebbe guidare, allora, la nuova giunta? • Vedremo, la pregiudiziale non è questa. Potrebbe essere, perché no, anche un radicale...*. II resto, per ora, è fatto di interpretazioni. Per il pei Vasco Giannotti, segretario provinciale, ammette che il suo partito non è riuscito -a intercettare la protesta, l'opposizione, la rabbia né a far passare una nuova proposta di governo*. Anche lui però è convinto che negli equilibri del potere poco sia cambiato. • Pannella adesso deve scoprire le sue carte: o s'impegna nel rinnovamento oppure si schiera dall'altra parte. In fondo, se appoggiata dalla lista civica, l'opposizione di sinistra a Catania sarebbe più forte di prima...*. Quella del pei — commenta Elio Rossitto, docente di economia politica, consigliere economico del presidente della Regione, Rino Nicolosi — è in realtà una crisi che si fa preoccupante: -Dal '75, a Catania, il pei non fa che perdere voti: una conferma di quanto il consenso, al Sud, si rivolga soprattutto verso i partiti che esprimono potere*. Ma allora cos'è cambiato, a Catania? •Ben poco, direi. La de ha tenuto soprattutto grazie alla presenza di un leader come Nicolosi. I partiti laici hanno scontato il deteriorarsi dei loro piccoli apparati di potere. L'eccezione è il pri: han tentato davvero di rinnovarsi, di allontanarsi dai vecchi gruppi {leggi Gunnella) e ha pagato questo sforzo. Il resto mi pare rientri nella tradizione catanese: c'è sempre una fascia di elettori (intorno al dieci per cento) che volta per volta fa confluire la protesta su questo o quel partito*. In qualche misura, anzi, la percentuale pare essersi ridotta. Nessun vero -rinnovamento», allora? Lo si capirà meglio oggi, attraverso il gioco delle preferenze. Basterà scoprire, per esempio, quanti consiglieri uscenti sono stati confermati nella lista della de. Sui 22 che avevano partecipato allo sfascio, 20 si sono ricandi- dati- Giuseppe Zaccaria Comune di CATANIA PARTITI COMUNALI '88 POL. '87 PREC. COMUNALI % seggi % % seggi DC 33,0 21 32,2 33,4 22 PCI 10,3 6 16,3 12,0 7 PSI 15,7 10 11,5 12,0 8 MSI-Dn 8,0 S 15,3 11,2 7 PRI 8,3 5 8,5 11,4 7 PSDI 8,3 5 4,1 10,3 6 PLI 4,1 2 3,1 3,6 2 PR — — 4,0 — — DP 0,8 — 1,3 0,7 — Verdi 1,0 — 2,0 1,3 — L. civica ver. 7,7 5 — — — Altri 2,8 — 1,7 4,1 1