E dopo Io preghiera la setta uccide il traditore di Andrea Di Robilant

E dopo Io preghiera la setta uccide il traditore In una cascina-bunker della Calabria arrestati 3S seguaci, sequestrati mezzo miliardo, armi e gioielli E dopo Io preghiera la setta uccide il traditore DAL NOSTRO INVIATO AMANTEA — Per la gente di Amantea, un sonnolento paesino della costa calabrese, gli adepti della setta del Sacro Rosario erano solo 'tipi strani che vestivano sempre di nero-. Adoravano la Madonna, organizzavano processioni, ma non davano fastidio a nessuno. Anzi, molti contadini s'inerpicavano per l'impervio costone che sovrasta il paese per unirsi a loro in preghiera in un casolare che sorge a strapiombo su una vallata di ulivi. Il parroco di Amantea, don Franco Furchi, si domandava perché mai alle processioni del Sacro Rosario andavano centinaia di fedeli, mentre lui faticava a portarli in chiesa. E la spiegazione della gente di Amantea e dintorni è sempre stata la stessa: il potere che Lidia Naccarato. capo carismatico della setta del Sacro Rosario, aveva sulle persone. Un potere cosi forte da convincere gli adepti a sacrificare uno di loro. Pietro Latella. di 26 anni, ucciso martedì con dodic* revolverate. -Era un Giuda e dolevamo ammazzarlo per liberarci dal male-. Così si è giustificato il contadino Santo Sicoli. uno dei tre esecutori del delitto. Persino il capitano dei carabinieri Anionio Corasaniti. che ha organizzato l'irruzione nel casolare e l'arresto di trentotto adepti per concorso in omicidio volontario, è rimasto colpito -dallo sguardo penetrante- della santona. una donna minuta di 36 anni, dai capelli scuri e dalla pelle olivastra. -Quando l'abbiamo portata in caserma per l'interrogatorio l ho fissata dritta negli occhi neri e lei ha fatto lo stesso con me. Nessuno dei due voleva abbassare lo sguardo Poi ha detto: fatelo uscire o non dico niente. Cosi l'interrogatorio è proseguito senza di me. Ma non è servito a nulla perché si è rinchiusa in un mutismo totale-. Lidia Naccarato aveva assunto il controllo della setti — che aveva un seguito anche a Torino e a Pagan. (nella provincia di Salerno) — dopo la morte del fondatore. Antonio Naccarato. avvenuta cinque anni fa. Lidia impose agli adepti il culto di suo zio Antoni', e tutti dovevano \ estire eli nero in segno di lutto. Martedì cominciano i riti celebrativi in previsione di una reincarnazione dello zio. I seguaci, purificati dal sacrificio di Latella. smettono gli abiti neri e si vestono di bianco. Ma uno di loro. Lorenzo Tomasicchio. un barese residente a Torino, fugge quella sera. I compagni gli sparano, lo feriscono al volto e ai glutei. Tomasicchio arriva fino a Cosenza, dove viene ricoverato in ospedale. Sulla base di alcune sue indicazioni confuse, il maresciallo Mazza del comando di Amantea il giorno dopo I va a -dare un'occhiata» ai ■ casolare. Trova gli adepti | che danzano in cerchio tei nendosi per mano e invocando zio Antonio. Lidia Naccarato è sdraiata su un tavolo, apparentemente in -trance». Tutte le porte sono chiuse a chiave. Quella di un grande ripostiglio e saldata ermeticamente. Il maresciallo Mazza li invita a interrompere il rito e ad aprire quella porta. A quel punto Lidia si sveglia dalla sua -trance, e grida: -Non entrate li dentro perché mi fulminate-. Il maresciallo risponde che se non aprono la porta la farà sfondare. E Lidia: -Apro io. Ma non toccate nulla-. Nel ripostiglio il maresciallo trova il cadavere di Latella. L'uijmo è seduto su una sedia. lr\i polsi legati. Il sottufficia17^dei carabinieri telefona^ " capitano Corasani- ti. a Paola, e chiede rinforzi. I carabinieri arrestano subilo 35 adepti, tra i quali 15 donne e 3 minorenni. Ieri finiscono in carcere altre tre persone. Sono contadini della zona, casalinghe, disoccupati. Ma vi sono anche quattro residenti a Torino, tre venditori ambulanti e un meccanico. Il gruppo è formalo soprattutto da due nuclei familiari, i Naccarato e i Sicoli. Nella perquisizione, i cara' nieri trovano diciassette jcili da caccia, otto pistole , semiautomatiche di vario calibro, migliaia di cartucce, quaranta milioni in banconote, assegni per un paio di cei.'"snaia di milioni, depositi al p° latore per un importo anal^"). Eppoi cofanetti con Andrea di Robilant (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Luoghi citati: Amantea, Calabria, Cosenza, Salerno, Torino