«Nessun dc cercò la prigione di Moro »

«Nessun di cercò la prigione di Moro » L'avvocato Martignetti non rivela il suo informatore ma polemizza con i politici «Nessun di cercò la prigione di Moro » «Perché non si alzarono dalla poltrona per verificare in via Montalcini?» - La segnalazione del legale a Gaspari era circostanziata: non riguardava soltanto la Renault rossa - Il giudice ha sentito il br Spadaccini, autista" della R4 ROMA — Niente nomi, per ora. L'avvocato Martignetti, superteste del segreto di vìa Montalcini, non è stato riascoltato dai magistrati. Una decisione che assomiglia alla scelta di voler prendere tempo, anche perché lo stesso avvocato ieri mattina ha lasciato ai giornalisti un lungo comunicato in cui in sostanza afferma di essere pronto a -rendere testimonianza'. qualora i giudici glielo vogliano ordinare. Martignetti, il professionista che un mese e mezzo dopo la morte di Aldo Moro segnalò all'allora vicesegretario della democrazia cristiana l'indirizzo della prigione in cui le br avevano tenuto il leader de. ha manifestato la sua disponibilità al termine di un lungo ragionamento giuridico. Ma, insieme a queste sue ragioni, fornisce anche una notizia che finora non era affatto scontata: la sua «fonte», cioè l'uomo che gli indicò l'indirizzo di via Montalcini, è vivo e non è un detenuto. Dice infatti Martignetti che «/a persona alle cui rivelazioni si interessa la giustizia, si è premurato di venire nel mio studio per ricordarmi che ero vincolato dal segreto professionale'. Insieme a tutto ciò, l'avvocato Martignetti polemizza duramente con Gaspari e con Rognoni, allora ministro dell'Interno. -E' triste che nessuno degli uomini politici che pur sono stati visti lacrimare e piangere Aldo Moro, abbia trovato la forza di alzarsi dalla poltrona per andare a rendersi conto di persona se poteva essere vero che la prigione dello statista fosse ubicata in via Montalcini'. Una polemica che contiene anch'essa una nuova conferma: la segnalazione di Martignetti non riguardava tanto la famosa Renault rossa su cui venne trovato il corpo di Moro ucciso dalle Brigate rosse, o almeno non solo quell'elemento. Vi era, come finora si era potuto soltanto ipotizzare, l'indirizzo esatto della prigione e molto probabilmente anche i nomi dei due inquilini dell'appartamento: Anna Laura Braghetti, legittima intestataria dell'al¬ loggio, allora incensurata, e Luigi Altobelli, nome di copertura di Prospero Gallinari, convivente della donna, carceriere e presunto killer di Aldo Moro. Al momento, però, i magistrati che indagano su questa coda dell'indagine Moro si sono fermati davanti al segreto professionale di Mario Martignetti e stanno rispolverando la storia della Renault rossa, che è il corollario principale della segnalazione offerta dall'avvocato a Gaspari. ma pur sempre un corollario. E cosi ieri mattina in piazza Adriana, dove si trovano gli uffici-bunker degli inquirenti di terrorismo, sono sfilati tre testimoni brigatisti: i pentiti Antonio Savasta e Renzo Cianfanelli e il dissociato Teodoro Spadaccini. Savasta e Spadaccini sono i due che, nel gergo brigatista, hanno -gestito' la Renault durante i giorni del sequestro Moro, prima che questa venisse usata per «restituire' il corpo del presidente democristiano. Dalle deposizioni dei due non sono venute novità, né potevano venire. Spadaccini ricevette la Renault da Bruno Seghetti, uno dei nove di via Fani, tuttora brigatista non pentito.'aU'inizio di aprile, pochi giorni dopo il rapimento del leader de. Il compito di Spadaccini era quello di parcheggiare la Renault ogni giorno in una via diversa, in modo che non potesse cadere sotto l'occhio indiscreto di nessuno. All'auto venne cambiata targa, come sempre facevano le Br alle vettura che dovevano essere utilizzate per operazioni di terrorismo. Tra l'altro essa venne usata anche per un'attentato (senza morti né feriti) contro una caserma dei carabinieri. Spadaccini. affiancato dal suo avvocato Grazia Volo, ha confermato di aver fatto diligentemente il suo lavoro di brigatista «irregolare», ha detto di non aver saputo a che cose sarebbe servita la Renault che lui stesso riconsegnò a Seghetti «quattro o cinque giorni prima della morte di Moro«. L'assenza di notizie e di soluzioni al nuovo mistero alimenta le polemiche. L'alti o giorno i repubblicani hanno chiamato il presidente del Consiglio e il ministro dell'Interno a ripondere in Parlamento dei nuovi interrogativi sul caso. Altre interrogazioni non sono state presentate, ma il radicale Teodori ha proposto che si faccia una nuova commissione di inchiesta, il repubblicano Ferrara ha detto che la questione potrebbe essere affrontata dalla nuova commissione sulle stragi, il liberale Battistuzzi ha affermato invece che Rognoni e Gaspari potrebbero essere ascoltati dalla commissione Interni della Camera. c. m.

Luoghi citati: Ferrara, Roma