Librai, effetto sorpresa

Librai, effetto sorpresa LE RIFLESSIONI DEI PROTAGONISTI DEL MERCATO Librai, effetto sorpresa TORINO — C'è chi preferisce definirlo una festa, questo Salone che chiude in positivo su tutti i fronti. Il libro, finalmente guardato senza timori reverenziali, toccato da nùgliaia di persone, scoperto da potenziali lettori. La sorpresa è grande e impone riflessioni, da oggi in poi, un po' a tutti. A cominciare dai librai poco convinti, alla vigilia, dell'effetto-Salone. Del resto immaginare che ci fosse gente disposta a pagare un biglietto d'ingresso e a comprare anche libri a prezzo pieno pareva davvero un controsenso. Palese poi il timore di una concorrenza poco leale tra espositori e librai. Risultato: successo di vendite delle case editrici e particolarmente di quelle piccole poco conosciute dal pubblico; aumento delle presenze nelle librerie cittadine. Angelo Pezzana. Togliamogli di dosso i panni dell'ideatore del Salone, rimettiamogli quelli del libraio. Ci saranno effetti positivi di mercato? -Come dubitarne? Ho fatto un'indagine e mi pare di aver capito che già in questi giorni ci sono stali effetti positivi nelle librerie torinesi. La verità è che il libro da venerato e nascosto è stato risvegliato. A questo primo sussulto ne seguiranno altri: il mercato ha bisogno di scosse profonde, linizio è quanto mai promettente-. Mario Fogola, libraio ed editore torinese: 'Inutile negarlo: c'è stata più affluenza. Noi però che veniamo dalla bancarella sappiamo die la libreria-santuario incute timore. La nostra preoccupazione è di tenere la porta sempre aperta. Il Salone ha riproposto in grande l'esperienza della bancarella-. Fogola già pensa al prossimo appuntamento, ha pronte un paio di novità tra cui la ristampa di una Gerusalemme liberata di antico torchio acfte ripeterà il successo della Iconologia presentata quest'anno-. Remo Croce, presidente dell'Associazione librai italiani: -Partenza sema dubbio eccezionale. Abbiamo dovuto prendere atto die c'è un vasto pubblico non ancora coinvolto ma disponibile. Aggiungo che mai come in questa occasione il libro è stato oggetto di una grandiosa campagna pubblicitaria. Sia noi librai che gli editori non dobbiamo perdere questa occasione favorevole. Il 4 e il 5 giugno a Padova si terrà l'assemblea dell'Ali: il Salone di Torino avrà un poste, d'onore nel nostro dibattito». Già, gli editori. Dicono: -Qui a Torino è emerso cove mai prima uno dei nodi che limitano il rapporto tra editoria e lettore. Questo nodo è la libreria-. La libreria sembra il capro espiatorio a cui addebitare la lentezza del percorso del libro dall'editrice allo scaffale del signor Rossi. E' cosi? Piero Femore della «Campus»: «Ci sono librai che devono aggiornarsi, capire che in piccolo occorre ri fan: al modulo di questo Salone: i libri vanno esposti, il cliente, come è acceduto qui, deve, se crede, sfogliarli senza sentire sul collo il fiato del commesso. Se è vero die i librai devono imparare a vendere è altrettanto vero che gli editori dovranno rivedere le loro strategie-. Ine alza Anna Maria Gandini di Mil no: -Chi dubita del domani he capito poco. Gli effetti ci saranno non solo a Turino. Mai tanti hanno parlato e scritto di libri come in questi giorni e noi librai dobbiamo rallegrarcene. Ma chi si lamenta? Chi non si ì ancora messo in testa che il libro Ila bisogno di promozione, va seguito-. Se ne sono sentite tante, qui al Salone: nei corridoi, negli stand, nei convegni. Una voce, ieri, all'incontro su «Il cliente biblioteca» promosso dalla Regione Piemonte: «Se le librerie non potessero contare sulla vendita delle edizioni scolastiche il settanta per cento di esse sarebbero costrette a chiudere-. Ancora Anna Maria Gandini: -Non è vero: le trecento librerie italiane che contano non trattano la scolastica: questa è un mercato a parte e con il libro come lo intendiamo noi c'entra ben poco-. Il rapporto tra biblioteca e lettore ed ancora tra editore e libreria sollecita Giulio Einaudi: -Ha visto quanta curiosità per i libri che di solito non si trovano in libreria? Non suggerisce nulla tutto ciò ai librai e ai distributori? Qui le piccole editrici hanno venduto parecchio: a dimostrazione die sanno soddisfare certi bisogni di cultura ignoti ai grandi editori. Forse significa che loro hanno ancora progetti editoriali e anche la stampa dovrebbe prestare più attenzione a questo fenomeno. Ad Acconterò ho suggerito per il prossimo anno di promuovere un convegno sullo stato della lettura pubblica in Italia, su come funzionano le biblioteche. Lo sa che c'è chi vanta come positivo il prestito di un libro l'anno a un abitante su dieci?-. Il Salone ha alzato parecchi veli su un pianeta di cui pareva di sapere tutto mentre in buona parte risulta ancora inesplorato. -Chi legge vale il doppio come uomo-, commentava l'altro giorno Valentino Bompiani sapiente conoscitore di libri. E aggiungeva; -A patto però di insegnargli ad amare la let¬ tura- Pier Paolo Benedetto

Luoghi citati: Gerusalemme, Italia, Padova, Piemonte, Torino