«Su quell'Air sbagliarono i piloti» di Giovanni Bianconi

«Su quell'Air sbagliarono i piloti» «Su quell'Air sbagliarono i piloti» E' la tesi del direttore del Rai: «Non abbiamo l'obbligo di omologare gli aerei in base all'uso che ne verrà fatto» -1 comandanti del sindacato Appi: «Confermata la nostra tesi: il Colibrì è inaffidabile» ROMA — L'autodifesa del Registro aeronautico italiano, incriminato per l'Atr 42 precipitato a Conca di Orezzo, è già pronta. La pronuncia l'ingegner Alberto Corradi, direttore del Rai: «/Voi non abbiamo alcun obbligo di omologare gli aerei in base all'uso che ne verrà fatto. Ci limitiamo a valutarne la corrispondenza con gli standard tecnici internazionali e con alcune norme sulle prestazioni e sulla robustezza dell'apparecchio. Inoltre ci riferiamo, nei parametri, alle condizioni ambientali e meteorologiche statisticamente più probabili. Tutto qui. Non c'è alcun collegamento con le tratte che l'aereo è destinato a coprire». Per l'ennesima volta dunque, anche di fronte ad un atto formale della magistratura, il Rai si lava le mani: con le omologazioni il disastro del 15 ottobre '87 non c'entra. Ma allora perché è caduto quell'aereo? 'Probabilmente non doveva neanche decollare — risponde Corradi —. Il regolamento tecnico che noi utilizziamo per la concessione delle autorizzazioni stabilisce limiti e norme entro cui l'Atr 42 deve operare. Quella sera i limiti sono stati superati, e i procedimenti correttivi previsti non sono stati attivati. I piloti stavano tentando di salire ad una quota superiore a quella stabilita dal manuale, e infatti non ce l'hanno fatta*. Insomma, fu colpa dei piloti? -Non solo. I piloti sono soltanto un anello della catena. Che istruzioni avevano avuto? E come furono addestrati?-. Gli interrogativi che avanza l'ingegner Corradi se li è posti anche il procuratore di Como. La risposta è negli ordini di comparizione che hanno colpito 1 responsabili dell'Ati e de 1171éroformation, la scuola di addestramento francese. L'Alitalia, di cui l'Ati è una consociata, ai provvedimenti del magistrato replica con il «no commenti, di rito. Da quando precipitò l'Atr 42 «Città di Verona» ha sempre evitato, per quel che gli è stato possibile, di prendere posizioni, rimettendosi al lavoro del giudici e della Commissione d'Inchiesta istituita dal ministro dei Trasporti. « Toccherà al nostro ufficio legale compiere gli atti necessari*, si sono limitati a dire, ieri sera, 1 portavoce dell'Alitalia. Anche da parte degli altri enti incriminati dal giudice Del Franco, per ora, non ci sono reazioni. Ci sono invece da parte dei piloti. «Questo atto della magistratura — commenta il comandante Frezzolini, segretario dell'Appi — dimostra una volta di più che la responsabilità dell'incidente non è da addebitare ai piloti. Sono stati fatti salire su un aereo improponibile, adoperato male e senza le adeguate informazioni». Se l'Inchiesta della magi¬ stratura è arrivata ad una svolta con gli ordini di comparizione, quella amministrativa è alle battute finali. I tecnici che indagano per conto del ministero dei Trasporti hanno chiesto al Rai l'autorizzazione per compiere, con un Atr 42, un'ultima prova In volo prima di trarre le loro conclusioni Ma mentre l'Aeritalla ha già messo un CoHori a disposizione della Commissione, il Regi¬ stro aeronautico potrebbe anche negare il permesso, ed ha chiesto ai tecnici ulteriori chiarimenti, Quello che finora la Commissione ha potuto appurare, grazie anche alle perizie giunte dalla Gran Bretagna, coincide sostanzialmente con le conclusioni tratte dalla magistratura. Soprattutto su un punto: in condizioni di ghiaccio l'Atr 42 diventa un veicolo difficilmente governabile. Per i piloti, infatti, è quasi impossibile accorgersi di come e quando il ghiaccio si sta formando. Dalla cabina di pilotaggio del Colibrì 11 dorso dell'ala non si vede, ed è 11 che si crea il pericolo. Azionare il sistema de-ice troppo tardi, quando il pilota si rende conto dell'emergenza, può essere fatale. Gli stessi comandanti Lainé e Lampronti, che erano alla guida del «Città di Verona» la sera del 15 ottobre, non hanno avuto la certezza di quanto stava accadendo. Nel colloquio fra i due registrato dalla scatola nera, pochi attimi prima dello schianto, il secondo pilota dice al comandante: *Sembra che si sia formato (il ghiaccio), sulla parte posteriore, vero?» Le associazioni sindacali hanno dato disposizione ai piloti di volare, in condizioni meteorologiche critiche, con rimpianto di deghiacciamento sempre acceso, in modo da farlo funzionare come sistema anti-ghiaccio. Hanno chiesto al Rai di trasformare questa raccomandazione in una direttiva obbligatoria, ma la risposta non è ancora venuta. Giovanni Bianconi

Persone citate: Alberto Corradi, Appi, Conca, Corradi, Del Franco, Frezzolini, Lampronti

Luoghi citati: Como, Gran Bretagna, Roma, Verona