«Segretario ma non più zar» di Emanuele Novazio

«Segretario ma non più zar» Secondo lo storico Ambarzumov, la conferenza del pcus potrebbe limitare il mandato del leader «Segretario ma non più zar» «Già Krusciov pensava a un massimo di due incarichi di 5 firn./'» - «Adesso un partito alternativo sarebbe un siluro per la perestrojka» - «Molte funzioni dell'apparato dovranno passare allo Stato» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Fra poco più di un mese, la conferenza del partito riunirà al Cremlino cinquemila delegati. Qualcuno si attende modifiche profonde nella vita del partito, qualcuno parla di «limiti» al mandato del Segretario generale. Accadrà davvero? Evgheni Ambarzumov, storico del socialismo tra i più autorevoli in Urss, ritiene di si: «E' possibile, anche nel programma di Krusciov si parlava di due mandati di 5 anni. In linea di principio sarebbe una decisione positiva: se il leader dà l'esempio, anche i responsabili locali del partito capirebbero di non essere più onnipotenti. Sarebbe una garanzia contro il pericolo di degenerazioni del potere». ! Anche le funzioni del Segretario generale potrebbero essere riviste? ! «In linea di principio si. Ma personalmente sono contrario a una limitazione dei compiti, in questo momento: sarebbe negativa, perché Gorbaciov è una garanzia importante della perestrojka. Sono favorevole all'elezione diretta di un Presidente della Repubblica, al posto del Segretario generale, da parte di tutti i cittadini: 1 nemici della perestrojka non potrebbero metterlo da parte con una decisione del partito». La conferenza sarà davvero una «resa dei conti» fra Gorbaciov e i suoi avversari? ' «Un approccio del genere è tipico della sovietologia occidentale, che presenta la vita politica dei Paesi socialisti come un Incontro di pugilato. La lotta polìtica si svolge ogni giorno: mi è sembrata più importante la pubblicazione di due noti articoli, quello su Sovietskaia Rossia e la risposta della Pravda. La resa del conti c'è stata allora. E poi bisogna tener presente che nel nostro Paese i grandi cambiamenti nei quadri del partito di solito non si svolgono ai congressi ma negli intervalli. Una redistribuzione di incarichi? E' possibile. L'elezione di nuovi membri del Comitato centrale? E' possibile. Ma niente di più». Ma si accentuerà la divisione di funzioni tra partito e Stato? «SI. Il partito non può occuparsi di ogni cosa: la vecchia formulazione "il partito è responsabile di tutto" portava a un impegno in tutte le direzioni, dall'elaborazione della strategia alla distribuzione dei prodotti alla popolazione. Ai tempi di Andropov si propose di eliminare le strutture che all'interno del partito riproducevano 1 ministeri. Non sono mai state abolite, ma prima lo saranno meglio sarà». Quali rapporti auspica tra Politbjuro e governo? «Ci sono già esperienze in altri Paesi socialisti. In Ungheria il governo ha ottenuto maggiori diritti rispetto al partito. Da noi i decreti importanti sono approvati da partito e governo insieme. E perché mai? E' chiaro che certi problemi sono di competenza esclusiva del governo o degli organismi economici. Il Politbjuro per esempio ha esaminato la produzione di nuovi modelli a Togliatti. Non credo debba rientrare nelle sue competenze. Le radici di questa situazione sono nel passato: lo stesso Lenin si lamentava di dover risolvere molti problemi minori perché nessuno voleva occuparsene. Questa situazione è legata alla situazione monopolistica del partito. Si cerca di cambiare ma è molto difficile». Serve una ridistribuzione dei poteri, dunque. •E' indispensabile al normale funzionamento del nostro sistema economico e politico. Oggi al primo Segretario del Comitato distrettuale del partito spetta l'ultima parola per la soluzione di molti problemi. Fino a poco fa poteva perfino ordinare al kolkoz quando cominciare la semina o 11 raccolto senza badare al giudizio dell'agricoltore. Ma questa situazione solleva un altro problema:- molti dirigenti del partito, perdendo il diritto di dare ordini, perdono la propria "ragione di essere"». Che cosa cambierà nella struttura del partito, con la conferenza? «Se per struttura si inten¬ de la composizione sr jiale o il numero degli iscritti al partito, ia conferenza non farà niente di simile. Non credo che ci possano essere espulsioni di massa, come avvenne in passato: non è un metodo adatto al giorno d'oggi». Ma che tipo di partito ne uscirà? «Gorbaciov arriva alla conferenza mantenendo e migliorando le proprie posizioni. Non credo che questa situazione cambierà. Ci aspettiamo tutti che confermi la rotta della peresLrojka e l'elaborazione di una riforma politica concreti., l'eliminazione degli ostacoli esistenti sulla strada deila perestrojka, che negli ultimi tempi si sono rafforzati, anche se si è riusciti a tener testa ai conservatori». Sembra però in corso la battaglia dei delegati, dopo l'appello di Gorbaciov perché siano eletti soltanto sostenitori della perestrojka. «Le forze dell'apparato sono entrate rapidamente in azione e ,--,410 riuscite a escludere i semplici membri del pari'.' . dalla scelta dei candidali. Ma c'è una differenza rispetto al passato: una volta la gente accettava comunque le Uste dei candidati. Adesso protesta e spesso riesce a spuntarla. Un esempio: nel quartiere Lenlnski era in lista anche il direttore dello stadio. Ma la gente ha protestato contro la sua candidatura. Al suo posto hanno proposto l'economista Otto Lazis, primo vicedirettore della rivista Kommunist, che ha avuto più voti del direttore dello stadio, perché è noto per le sue idee in favore della perestrojka». 1 L'invito di Gorbaciov a eleggere persone favorevoli alla perestrojka senza badare alle «quote» le sembra davvero rispettato? •Può darsi che nella maggioranza dei casi non lo sia stato affatto. Si continua ad egire secondo la tradizione. Sd In un distretto ci sono molti operai, vuol dire che bisogna eleggere un operalo. E cosi via». Questo inciderà sui risultati della conferenza? «Se alla conferenza ci sarà uii'j scontro politico, allora potrà incidere. Ma ritengo pcjuo probabile uno scontro vero e proprio. Ci sarà lotta, certo, ma non credo che si arriverà a uno scontro diretto tra due piattaforme». Sacharov e altri intellettuali hanno chiesto di rinviare la conferenza in attesa di garanzie democratiche per l'elezione dei candidati. «Garanzie assolute di democrazia non ne esistono: appaiono nel corso dello sviluppo della società, sono la coscienza e l'attività del nostro popolo. Ma non credo che l'idea di Sacharov e degli altri sarà accettata: la proposta viene da membri del partito ma anche da non iscritti. In una certa misura sembra imporre al partito un modo di comportamento. E poi c'è anche un problema di prestigio. E il rinvio potrebbe essere visto come una debolezza di Gorbaciov e dei sostenitori della perestrojka». Crede che dalla conferenza uscirà un nuovo rapporto tra gli iscritti e i non iscritti al partito? «Gorbaciov ha già parlato della necessità di includere i non iscritti nello sviluppo sociale del Paese. Il nostro partito, che si autodefinisce il partito di tutto il popolo, deve favorire la scelta dei quadri anche tra i non iscritti. Ciò potrebbe permettere di accelerare i tempi dello sviluppo. Lenin stesso diceva che il socialismo non può essere costruito soltant ■ dal membri del partito. In certi Paesi socialisti, oggi, ci sono ministri e vicepremier non iscritti al partito, e non credo che questo sia un male». Che cosa pensa dell'Unione democratica? «Il sistema pluralistico, co¬ me principio, è indice di democrazia. Ma bisogna tener conto della situazione concreta. Oggi, mentre Gorbaciov lotta per la vittoria della perestrojka, cercare di creare un partito alternativo sembra oggettivamente una sfida, un tentativo di silurare non solo 1 dirigenti del pcus, ma la stessa perestrojka. Si fa un regalo alle forze anti-perestrojka. Non voglio dire che si tratta di una provocazione consapevole». Crede anche lei che tra Gorbaciov e Ligp-iov ci sia stato uno scontri risolutivo? •Non credo che "scontro risolutivo" sia un'espressione adeguata. La perestrojka ha vinto un round ma non la guerra. Gorbaciov cerca di unire tutti attori .0 alla perestrojka, ma ognune 31 noi si accorge che la perestrojka ha dei nemici, che vanno combattuti e allontanati con metodi politici. Non bisogna dimenticare che lo stesso Ligaciov, le cui dichiarazioni sono alle volte discutibili, è stato un partigiano della perestrojka. Ma le esperienze della perestrojka come di ogni altra rivoluzione dimostrano che man mano che si avanza diventa sempre più evidente la polarizzazione e compaiono divergenze sul grado della perestrojka. Come in Francia, quando dalla "carrozza dei rivoluzionari" uscirono varie frazioni». Crede anche lei che Ligaciov abbia perduto qualche incarico? «Non ho informazioni ufficiali, ma pare che l'ideologia e l'informazione siano guidate da Yakovlev. Come si dice da noi, non c'è niente di eterno sotto la luna». Emanuele Novazio

Luoghi citati: Francia, Mosca, Ungheria, Urss