La bestemmia è reato, anche contro Allah

La bestemmia è reato, anche contro Allah La Corte Costituzionale conferma ed estende a tutte le religioni la legge in vigore La bestemmia è reato, anche contro Allah ROMA — La bestemmia è reato. Ma non solo se si oltraggia Dio, la Madonna o i santi. La norma penale scatta anche se vengono offese divinità venerate da altre religioni, come Maometto o Allah. A queste conclusioni è giunta la Corte Costituzionale, presieduta da Francesco Saja, che ha inteso tutelare il sentimento religioso nel suo insieme, anche se da tre anni quella cattolica non è più considerata la religione dello Stato. La notizia è per ora ufficiosa. Diverrà ufficiale tra alcuni giorni quando la motivazione della sentenza, redatta dal vicepresidente della Corte, Giovanni Conso, sarà depositata in cancelleria. E' stata una decisione sofferta. I quindici giudici sono infatti rimasti chiusi un'intera mattinata in camera di consiglio a Palazzo della Consulta prima di giungere al verdetto sulla delicata questione, che interessa non solo il costume dei cittadini, ma, anche se indirettamente, i rapporti tra Stato e Chiesa. L'Avvocatura generale dello Stato non si era costituita in giudizio in rappresentanza della presidenza del Consiglio. La Corte ha cosi respinto le tesi dei pretori di Trento, Monfalcone, San Dona di Piave, La Spezia, Sestri Ponente e Roma, i quali sostenevano che nessun imputato poteva più essere processato e condannato per una bestemmia perché, dopo l'entrata in vigore del nuovo Con¬ cordato firmato nel 1985 dall'ex presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli, doveva ritenersi di fatto cancellata la disposizione contenuta nell'articolo 724 del codice penale che prevede la condanna da 20 mila a 600 mila lire di ammenda per -chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità o i simboli o le persone venerati nella religiOTie dello Stato*. I sei magistrati avevano sospettato di incostituzionalità sotto vari aspetti questa norma, introdotta a seguito dei Patti Lateranensi del 1929, perché la bestemmia dopo la sottoscrizione del nuovo Concordato con la Santa Sede non era più perseguibile penalmente, in quanto la religione cattolica non è più religione dello Stato. Altrimenti si sarebbe determinata un'ingiustificata disparità di trattamento a danno di quei cittadini che professano una religione diversa. Tra i casi all'esame della Consulta vi era quello della radicale Emma Bonino, denunciata da un triestino che aveva ascoltato da Radio Radicale la registrazione di un suo intervento tenuto a Chìanciano nell'83 durante il consiglio federale del partito. L'Alta Corte, dopo aver rilevato che in Italia si sono sinora celebrati appena 230 processi per bestemmia in 45 anni, ha esteso a tutte le altre religioni la portata dell'articolo 724 del codice penale, che finora era stata invece limitata solo a quella cattolica. I giudici costituzionali si sono in pratica allineati alle più recenti sentenze della Cassazione, secondo cui la bestemmia resta un reato, perché offende comunque il comune sentimento religioso. Due anni fa la terza sezione penale della Suprema Corte aveva tuttavia precisato che per la condanna è necessario che il magistrato individui concretamente quali parole offensive l'imputato abbia pronunciato contro Dio o le divinità. Gli esperti del diritto prevedono che in sede di applicazione pratica potranno sorgere però un'infinità di questioni, perché il giudice dovrà decidere caso per caso. Sinora sull'argomento la magistratura italiana si era trovata divisa ed aveva emesso decisioni contrastanti. I giudici istruttori di Torino e di Bologna, e i pretori di San Dona di Piave e Viareggio (quest'ultimo assolse il cabarettista napoletano Leopoldo Mastelloni che il 22 gennaio '84 durante una diretta televisiva mandata in onda dalla Rai da un noto locale della Versilia s'indispettì e si lasciò sfuggire una bestemmia) avevano infatti optato per il proscioglimento dell'imputato con formula piena ritenendo che l'articolo 724 del codice penale fosse stato implicitamente abrogato dal nuovo Concordato. Pierluigi Franz

Persone citate: Agostino Casaroli, Bettino Craxi, Emma Bonino, Francesco Saja, Giovanni Conso, Leopoldo Mastelloni, Pierluigi Franz, Radio Radicale, Sestri Ponente

Luoghi citati: Bologna, Italia, Monfalcone, Roma, Torino, Trento, Viareggio