Il psi difende l'opzione zero

Il psi difende l'opzione zero L'«Avanti!» replica alle accuse di Giovannini: non siamo stupidi Il psi difende l'opzione zero ROMA — I socialisti non sono disposti a modificare l'opzione zero, la controversa norma che vieta la proprietà contemporanea di un quotidiano e di una rete televisiva. Un corsivo pubblicato oggi daìVAvanti! respinge ogni tentativo di modificare l'attuale disegno di legge e denuncia 'l'arroganza' degli editori che in questi giorni lo hanno criticato. La rigidità dei psi viene confermata appena 24 ore dopo che il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, parlando al Congresso internazionale degli editori di giornali, aveva prospettato una possibile revisione della nonna. Al Congresso degli editori, che si conclude oggi, l'opzione zero è stata bistrattata dal presidente della Fieg Giovanni Giovannini, il quale ha accusato i politici di legiferare in maniera ignorante e affrettata sulla regolamentazione dell'informazione. L'on. Ugo Intini, portavoce di Bettino Craxi, ha dichiarato ieri: -Non ci fa per niente piacere che gli editori ci accusino di essere degli stupidi'. Il corsivo dell'Avanti! rincara la dose, accusando gli editori di voler trasformare i giornalisti in burocrati-robot. 'La sprezzante violenza del linguaggio — aggiunge l'organo del psi — nasconde il timore degli editori che una seria legislazione antitrust possa arginare lo sviluppo selvaggio dell'impresa privata'. In alternativa ad una soluzione drastica come 1'«opzione zero», Carlo De Benedet¬ ti, parlando ieri al Congresso, ha auspicato una legge che limiti la concentrazione di tv e stampa al di là di •certi tetti-. In linea di principio i partiti della maggioranza sono favorevoli ad una norma che fissi dei limiti percentuali. Ma la difficoltà, secondo i socialisti, sta proprio nell'impossibilità di mettersi d'accordo su quei limiti. 'Ne abbiamo discusso per mesi — dice Intini — ma la cosa non è semplice, perché ogni volta che si propone una percentuale si viene accusati di fare gli interessi di Agnelli, di Berlusconi, di De Benedetti'. Repubblicani, liberali e alcuni settori della de accettarono di includere l'opzione zero nel programma della maggioranza per non creare ostacoli insormontabili nella formazione del governo De Mita. Ma si propongono di riaprire la questione in sede parlamentare. Ma Intini ha anche ricordato che l'opzione zero riguarda solo la proprietà di reti televisive che trasmettono via etere, mentre nulla vieta ad un editore di giornali di avere anche emittenti televisive che trasmettono via cavo. «La norma regolamenta l'accesso alle frequenze, perché sono un bene limitato, mentre il caro non lo è', ha precisato il portavoce di Craxi. «In questo senso sono d'accordo con l'avvocato Agnelli quando dice che nel 2000 l'opzione zero non esisterà più-. Il presidente della Fiat lo aveva dichiarato lunedi al Congresso degli editori a.d.rob.

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