Capitali liberi, la Cee frena

Capitali liberi, la Cee frena Tra i Dodici a Travemiinde nessun accordo sulla deregulation totale nella Comunità Capitali liberi, la Cee frena I. itali;! (ora appoggiata dalla Francia) chiede 24 mesi di tempo dall'approvazione della direttiva • A fine giugno vertice dei capi di Stato e di governo - Belgio e Lussemburgo pronti a rinunciare al doppio sistema di cambio TRAVEMUENDE — Per la liberalizzazione dei movimenti di capitali il via della Cee dovrebbe arrivare solo in giugno. I ministri dell'economia e delle finanze della Comunità riuniti da venerdì sera a Travemùnde (cittadina balneare del Baltico) non hanno raggiunto un accordo sul principale nodo ancora da sciogliere: la data di entrata in vigore. L'Italia chiede 24 mesi di tempo a partire dall'approvazione della direttiva. Ieri però si è ritrovata al suo fianco la delegazione francese la quale, per la prima volta, ha fatto notare che questo periodo di tempo potrebbe anche non essere sufficiente. «Gli avvenimenti politici —ha commentato il ministro del Tesoro, Giuliano Amato, alludendo alia rielezione di Mitterrand — hanno le loro conseguenze». Al termine della riunione il presidente di turno, il ministro tedesco Gerard Stoltenberg, ha dichiarato che la questione non era tale da poter far fallire la trattiva. I risultati di otto ore di discussioni informali, sono stati giudicali positivamente un po' da tutti. Amato si è detto soddisfatto in particolare anche del dibattito sul futuro del sistema monetario europeo. II presidente della commissione Cee. Jacques Delors, si è compiaciuto del processo di accelerazione registrato visto che adesso, nonostante le divergenze, si è preparata la discussione che i capi di Stato e di governo della Cee avranno al Consiglio europeo di Hannover a fine giugno. Ed a partire da ieri è ormai acquisito cne questo dibattito ci sarà. Un elemento importante emerso dalla riunione è anche la rinuncia di Belgio e Lussemburgo, in linea di principio, ad eliminare gradualmente entro la fine del '92 il doppio sistema di cambio valutario in vigore nei rispettivi Paesi. E' quanto hanno riferito fonti presenti all'incontro dei ministri finanziari e dei banchieri centrali della Comunità Europea. La notizia è stata in seguito confermata dal ministro delle Finanze belga. Maystadt. il quale si è visto costretto ad intervenire sulla faccenda per correggere quanto affermato in precedenza dal governatore della Banca centrale belga. Jean Godeaux. Questi aveva detto che l'abolizione del doppio sistema di cambio sarebbe avvenuta entro il 1989 ma si è in seguito corretto dicendo di aver detto '89 per errore intendendo invece il 1992. Il doppio sistema di cambio belga-lussemburghese è, da tempo, oggetto di critiche da parte degli altri Paesi della Comunità. I due Paesi usano, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, due diversi tassi per convertire le proprie valute contro altre divise. Questo sistema è stato istituito per separare il flusso delle merci da quello dei capitali in modo da proteggere le economie dei due Paesi nel primo dopoguerra. Il sistema è stato hi seguito istituzionalizzato e. a dispetto delle critiche, i funzionari dei due Paesi dicono che esso non rappresenta alcun ostacolo per la liberalizzazione dei capitali all'interno della Cee.

Persone citate: Gerard Stoltenberg, Giuliano Amato, Jacques Delors, Jean Godeaux, Maystadt, Mitterrand

Luoghi citati: Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Travemùnde