Penhé lo stadio non si può fermare
Perché lo stadio non si può fermare L'impianto della Continassa ha messo in crisi la giunta e diviso la città Perché lo stadio non si può fermare Il progetto esecutivo approvato con procedura d'urgenza per consentire al cantiere dì non interrompere i lavori - Se dovessero essere sospesi, i soldi dello Stato (40 miliardi) andrebbero ad altre città Il cantiere della Continassa, ieri, ha continuato a lavorare nonostante la pioggia battente e la crisi del pentapartito di Palazzo civico. «Lo scavo è praticamente ultimato — spiega il portavoce dell'Acqua Marcia. Renato Rolando —. adesso stiamo costruendo ìa collina di terra su cui poggeranno le gradinate del pubblico (sono previsti oltre 70 mila posti, tutti a sedere). Completeremo questa parte di lai-oro preparatorio entro sette-otto giorni». Si arriverà, quindi, alla metà della prossima settimana. E poi? -Noi siamo fiduciosi e pronti a scattare con le colate di cemento — conclude —. Ma per questo, il Comune ci deve fare un'ulteriore e definitiva consegna del cantiere, dandoci la possibilità di incominciare con le fondazioni». In teoria, il problema potrebbe apparire di semplice soluzione: la giunta municipale, martedi sera, ha approvato con procedura d'urgenza le delibere sul progetto esecutivo dell'impianto, assumendo i poteri del Consiglio che le aveva bocciate circa 20 ore prima. L'affidamento all'Acqua Marcia del cantiere-stadio vero e proprio potrebbe essere immediato, anche in attesa del visto del Corer,ó (Comitato regionale di controllo) e della ratifica della Sala Rossa. In realta, la questione è molto più complessa. Vediamo perché. Innanzi tutto, buona parte della de è convinta che l'aver adottato l'articolo 140 della legge comunale non sia legittimo. Il prosindaco Porcel¬ lana e il capogruppo Pizzetti hanno accettato il ripiego, ma hanno messo le mani avanti, precisando: • E' una scelta politica, non tecnica: vogliamo cioè dimostrare die il nostro partito si batte senza indugio per la realizzazione dello stadio, anche se ha molti dubbi sulla legittimità di dargli il via con il voto della sola giunta». In secondo luogo, in Comune nessuno conferma che le delibere siano state davvero inviate al Comitato di controllo. E', invece, certo che sinistra indipendente e dp abbiano già presentato un esposto chiedendo all'organo tutore sugli atti municipali di 'annullarle» per illegittimità: 'Sono decisioni respinte dal Consiglio — affermano Tartaglia e Laganà, a nome dei due gruppi di opposizione — all'una di martedì, non possono essere "ripescate"dalla giunta alle 21, invocando un'urgenza inesistente 20 ore prima». Tesi opposta sul fronte socialista e psdi, confortata dal parere del segretario generale e dell'assessore al Legale, Galasso (de): «7/ fatto nuovo c'è stato: la bocciatura dello stadio e le conseguenti dimissioni del sindaco e degli assessori, | avrebbero fatto slittare il riesame delle delibere, impedendo, di fatto, di costruire il nuovo impianto sportivo in tempo per i Mondiali di calcio del 1990. con una caduta d'immagine irrimediabile per la città'. Due giudizi a confronto su cui dovrà pronunciarsi il Coreco. A meno che lo sfaldamento del pentapartito, provocato dal «no» di otto franchi tiratori, non si ricomponga entro la settimana, come previsto nelle dichiarazioni ufficiali delle segreterie de. psi, pri e pli, mentre il psdi ha chiesto di rivedere gli incarichi di Trasporti e Urbanistica. Questa ipotesi porterebbe ad un rimpasto di giunta che, anche solo tecnicamente, sarebbe impossibile entro lunedi: tra presa d'atto delle dimissioni e la nuova elezione degli assessori trasferiti ad altri incarichi, nella più ottimistica delle ipotesi, passerebbero almeno altri 8 giorni. Fra polemiche e cavilli legali, il rischio di perdere il treno del Campionato mondiale è, dunque, tutt'altro che superato: se la vicenda stadio non sarà chiarita in tutti i dettagli entro 15-20 giorni, la Fifa non potrà far altro che escluderci dal circuito Mondiale. Molti (amministratori, operatori economici, sportivi) sono preoccupati, altri, invece, sostengono che la soluzione non nuocerebbe alla città. Sbaglia, però, chi ritiene che senza stadio (opera definita da alcuni «inutile e costosa») si risparmierebbero decine di miliardi. I fondi sono ormai stanziati dallo Stato, a Torino spetterebbero oltre 40 miliardi: se non arriveranno sotto la Mole, saranno ripartiti fra le altre città che hanno saputo cogliere la -grande occasione», come l'hanno definita il sindaco Maria Magnani Noya e l'assessore allo Sport, Lorenzo Matteoli, entrambi socialisti. Giuseppe Sangiorgio
Persone citate: Galasso, Giuseppe Sangiorgio, Laganà, Lorenzo Matteoli, Maria Magnani Noya, Porcel, Renato Rolando, Tartaglia
Luoghi citati: Torino
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