La Fed salva Wall Street di Ennio Caretto

La Fed salva Wall Street Massiccio intervento mercoledì per prevenire un crollo La Fed salva Wall Street Il governatore Greenspan rassicura il Congresso: «La salute dell'economia è eccellente» ■ Ma il mercato resta incerto - L'ex ministro Regan chiede di cacciare «disonesti e speculatori» dalla Borsa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La Riserva Federale è ieri intervenuta in modo massiccio sui mercati per prevenire il bis di mercoledì e vi è riuscita. Con un netto aumento di liquidità prima, e con le rassicurazioni del suo governatore Greespan al Congresso poi ('La salute dell'economia è eccellente*), ha rianimato Wall Street. Il suo intervento è stato agevolato dalla notizia del declino dei consumi ad aprile, meno 0,6 per cento, che ha placato in parte i timori di uno scoppio immediato dell'inflazione. La Riserva Federale non ha però potuto bloccare la crescita generalizzata degli interessi, sulla scia di quella del prime rate, il tasso bancario di base, dall'8,5 al 9 per cento. Alla seconda giornata dell'asta del Tesoro, i Buoni decennali hanno toccato il 9,06 per cento contro T8.21 per cento di tre mesi fa, e si presume che qualcosa di analogo faranno i Buoni trentennali. La pausa di riflessione della finanza americana ha però fatto constatare ai suoi protagonisti quanto sia precaria la situazione della Borsa. A parte la leggera ripresa di ieri, nelle ultime sei sedute l'indice Dow Jones dei titoli industriali ha perso circa 100 punti, scendendo di nuovo sotto quota 2000. Il mercato azionario viene disertato dai piccoli investitori, ed è trattato come un campo minato da quelli istituzionali. Esso vive nell'incubo che prima o poi si ripeta la tragedia del lunedi nero del 19 ottobre: nelle parole dell'anziano economista John Kenneth Galbraith, «è il più volubile dalla fine della guerra a oggi». Per questo, negli ultimi due giorni Wall Street ha assistito a un fenomeno senza precedenti: la denuncia feroce delle «manipolazioni» compiute da un gruppo di banche d'investimento e di agenzie di Borsa, della speculazione selvaggia e cosi via. E' difficile immaginare nei panni di Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio Donald Regan, l'ex capo di gabinetto della Casa Bianca ed ex presidente della Marrill Lynch. Regan li ha indossati per la sua testimonianza al Senato sui mercati azionari e delle merci. Questo finanziere che per dieci anni è stato uno dei «ras» di Wall Street, e che quando se ne è andato ha ricevuto una liquidazione di 50 milioni di dollari, oltre 60 miliardi di lire, ha detto che «il pubblico ha ragione quando pensa che la Borsa oggi sia una truffa». 'Troppi brokers sono drogali dai guadagni lampo delle fusioni, delle fughe dal dollaro. delle scommesse sui valori a venire di questo o quel prodotto — ha tuonato Regan —. Gli investitori devono tenersi lontani: vadano a giocare al casinò, dove almeno mangiano bene e si divertono». L'ex boss della finanza americana — per quattro anni è stato ministro del Tesoro — ha chiesto che il suo tempio, Wall Street, sia ripulito 'dai disonesti e dagli speculatori». Non ha proposto solo, come molti suoi pari, che venga bandito il cosiddetto program trading, cioè la trattazione coi computers, ma anche il sistema dell'»index futures». Sul New York Times, Louis Loweinstein, un noto economista della Columbia University, gli ha dato ragione. 'Come nel '29 — ha scritto — abbiamo passato il segno. Allora escogitammo i minidepositi, gli investimenti di gruppo e altre tecniche di aggiramento delle norme del mercato. Adesso abbiamo le opzioni sull'andamento futuro dei mercati e altri trucchi». Charles Schab, la cui banca d'investimento poggia sui piccoli investitori, ha svolto un sondaggio d'opinione: i due terzi dei clienti vogliono subito una riforma. L'argomentazione di Regan, Loweinstein e Schab è che. in un regime in cui contano solo i profitti trimestrali, o peggio quelli istantanei della Borsa e dei cambi, le strategie a medio o lungo termine, i binari su cui corre l'economia, passano in secondo piano, e il Paese ne viene enormemente danneggiato. Essi paragonano gli ultimi anni in Borsa a una lunga ubriacatura, o addirittura a un'intossicazione da droga, che trascinerà gli Stati Uniti in un baratro simile a quello degli Anni Trenta, se non verrà curato. „ . _ Ennio Caretto Il presidente della Federai Reserve, Alan Greenspan, sorregge le colonne di Wall Street in un disegno di Levine

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