I detective della medicina nella galassia del cervello di Ezio Minetto

I detective della medicina nella galassia del cervello Studiosi di psico-farmacologia riuniti a Torino I detective della medicina nella galassia del cervello Nuove indagini sul computer del pensiero per combattere le depressioni TORINO — C'è ancora qualcuno, in questo mondo tanto conflittuale, che non soffra di un po' di depressione psichica? Mentre l'antico e classico isterismo — forse a seguito di un sostanziale progresso culturale, laico e non più bigotto — si è praticamente dileguato nei nostri Paesi, la depressione — come sintomo e talora come malattia — si è fatta sempre più frequente in un contesto socio-culturale come l'attuale, sempre più chiuso a ogni barlume di esistenziale sorriso. E' la •depressione reattiva* — da cause sociali,familiari, interpersonali — che oggi serpeggia ed è forse addirittura destinata a diventare un .tratto., stabile e codificato, della personalità dell'uomo dell'oggi-domani. Accanto a questa forma «nevrotica», sta la •depressione endogena* o .maggiore., con connotazini morbose ben più concrete, annidate nel profondo della genetica, del¬ la psiche e della personalità. Da ieri, a Torino-Lingotto, gli Incontri Internazionali di Psico-farmacologia, sul tema «/ modi della depressione, tra biologia e psicodinamica* (presieduto da E. Genazzani e L. Ravizza, affiancati da R. Torta e C. Eva) si sono addentrati nel vivo della più fine neurobiologia e neurofarmacologia del cervello e delle sue .depresse deviazioni.. Dopo una millenaria interdizione al progresso scientifico in questo campo — solo interrotta 100 anni fa da Golgi a Pavia e da Roman y Cayal a Saragozza — l'uomo ha cominciato a conoscere il cervello, la parte più pluripotente di sé: e a trattarne in termini — non più poetici, filosofici, letterari o neostregoneschi — di scienza .organicistica.: cioè di neuroboiologia (recettori, enzimi, canali ionici, neorotrasmettitori) intorno a quel fulcro della funzione intima cerebrale che è il neurons e la «trasmittente» sinapsi. I neurofarmacologi sono entrati nel cervello — ha detto il rettore M. Dianzani in apertura del Congresso — e vi mettono i punti fermi della loro entusiasmante ricerca scientifica. Cervello come supercompu'.er? No. ha detto Erminio Costa — lo scienziato biellese, socio dell'Accademia delle Scienze americana e a capo del prestigioso Istituto di Neuroscienze all'Università di Georgetown, all'avanguardia della ricerca neurofarmacologica mondiale — in ciascuno di noi, nel modo più individuale, il cervello «programma» con assoluta originalità di pensiero e non con l'uniformità del computer. In quei due chilogrammi di materia cerebrale la natura ha messo un numero di «connessioni» uguale a 10 seguito da diecimila zeri (quando il numero delle «cariche positive» nell'universo è uguale a 10 seguito «solo» da ottomila zeri). Per simulare 1 circuiti neuronali si cerca di usare supercomputer capaci di risolvere 250 milioni di operazioni al secondo: ma sono ancora macchine non concorrenziali colla rete mirabile cerebrale. -E' in quella rete che il neurobiologo è finalmente entrato, in termini di conoscenza così accelerata che. già solo domani, i nostri orgogliosi schemi di oggi saranno considerati "errori"*. • Per curare malattie cerebrali e mentali occorrerà sempre più il riferimento alla realtà biologica della nostra galassia interna di quei ricettori, canali, enzimi e trasmettitori che noi oggi abbiamo appena imparato a conoscere nelle linee essenziali: e che già ci apprestiamo a schematizzare in modo troppo "riduzioni3tico"*. •Dovremo arrivare — ha proseguito Costa — a non usar solo più benzodiazepine o antiepilettici di sintesi — che sono farmaci utili ma ancor terribilmente grossolani e innaturali — quanto di sostenze già presenti nel cervello, che non si sostituiscano e forzino la natura, ma la aiutino e la assistano*. Ezio Minetto

Persone citate: Dianzani, Erminio Costa, Golgi, L. Ravizza

Luoghi citati: Pavia, Torino