Ottanta donne sulla tolda di comando di Fabio Galvano
Ottanta donne sulla tolda di comando La Danimarca è il primo Paese in cui sono impiegate in tutte le Forze armate Ottanta donne sulla tolda di comando Sono imbarcate su posamine e lanciamissili che scortano i pescherecci - Alloggi separati e un corso per superare pregiudizi e barzellette spinte - Escluse solo dal servizio sui sommergibili per problemi di «claustrofobia» DAL NOSTRO INVIATO COPENAGHEN — E' stato un «prezzo» relativamente modesto — cinque gravidanze e un matrimonio in pieno Atlantico — quello che le donne danesi hanno pagato .per guadagnarsi il diritto di essere davvero uguali agli uomini quando si tratta di servire la patria su-. gli oceani. All'avanguardia in Europa e nella Nato per la decisione di destinare il proprio personale militare femminile a un ruolo in prima linea, la Danimarca aveva ritenuto che non vi fossero particolari problemi nell'esercito e nell'aviazione, ma che gli spazi ristretti delle unità navali creassero qualche scoglio supplementare e negassero di fatto l'invocata uguaglianza dei sessi. Pragmatici come sempre, i danesi avevano deciso di fare una prova; e se oggi la lista delle volontarie per la Marina Reale è fitta, lo si deve proprio a quell'esperimento, da cui è emerso che soltanto sui sommergibili è consigliabile fare a meno delle donne. Di fronte a un'Italia che cuscute solo ora, con perplessità, il ruolo della donna nell'aviazione, u caso danese è quasi fantascientifico. E' valso infatti a dimostrare, a conclusione di una ricerca con tutti i crismi dell'indagine scientifica, che la dorma può aspirare a funzioni di prima linea, a ruoli di combattimento un tempo ritenuti inscindibili da una discreta quantità di forza fisica. Premere un pulsante, guidare un semovente o toccare i tasti del computer di bordo non vuol dire portare sulle spalle un mortaio o reggere la ruota del timone. E questo spiega forse, al di là di una Danimarca che impegna le donne più di quanto facciano i celebri repartì femminili d'Israele (senza obblighi di prima linea), perchè fra i sedici Paesi della Nato siano già tredici (ultimo è stato il piccolo Lussemburgo) quelli che dispongono di reparti femminili. Mancano all'appello, attualmente, soltanto Italia e Spagna, più l'Islanda che non ha forze annate. Qui in Danimarca gli esperimenti erano stati av¬ viati nel 1984. E i risultati sono stati sorprendenti. La disciplina, nel complesso, non ha sofferto per la vita in comune di soldati e soldatesse; e le ragazze si sono dimostrate, in tutti gli esami e le prove attitudinali, superiori del 5-6 per cento'agli uomini. Un rapporto pubblicato dagli Alti Comandi danesi precisa che le donne sono più motivate e per questo più concentrate, quindi con caratteristiche .uguali e talora superiori a quelle dei commilitoni maschi». Anche in marina, dove le «cavie» sono state 80: imbarcate, con 300 marinai, su sette fra unità posamine, lanciamissili e di scorta alle flottiglie dei pescherecci. Tutte ouperselezionate. da un nucleo originale di quattromila volontarie sottoposte, in fasi successive, agli stessi test fisici e psichici dei marinai, allo stesso addestramento, agli stessi corsi di specializzi.;:, me. Con qualche piccola accortezza: quartieri separati sulle navi (ma servizi igienici in comune) e un corso particolare per le mannaie volto a ren¬ derle impervie a pregiudizi, barzellette spinte, parolacce. Ma ci si era volutamente astenuti dall'impartire altre lezioni di vita in comune. • Quando i due sessi lavorano fianco a fianco su una nave — aveva scritto nel suo rapporto preliminare Susan Schluter, psicologa incaricata di seguire l'esperimento — c'è da aspettarsi casi che travalichino la semplice simpatia. Sì è ritenuto che non fosse opportuno impartire direttive su che cosa fare o non fare perchè, toccando il campo dei sentimenti, sarebbe stato del tutto inutile». La donna che combatte deve cancellare una tradizione che la spinge a identificare femminilità con pacifismo e che era stata raccolta persino dalle suffragette d'inizio secolo: la guerra come ossessione maschile, del lutto aliena a una mentalità femminile semmai tesa alla conciliazione. .Perche soltanto gli uomini possono difendere la patria?», ha domandato seccata a un giornalista il sergente Dorte Nielsen, una robusta signorina che è a capo di una squadra di tecnici che si occupa di una batteria di missili alla base di Skalstrup: .Le donne possono essere più forti anche fisicamente, ma dì sicuro la loro volontà è più ferma». Il caso danese insegna che la donna può fare il soldato (e l'aviatore e il marinaio). Ma conferma anche che non sono immaginari — anche se non insuperabili — 1 problemi relativi alla vicinanza dei sessi sotto le armi. Il rapporto sull'esperimento nella marina parla di flirt cominciati e finiti in un turbinio di gelosie, talora anche di risse, resi più gravi dagli spazi angusti. Si è accennato a problemi di claustrofobia (per questo le donne sono state escluse in Danimarca dal servizio sui sommergibili), n ministero della Difesa, che aveva cercato di resistere a una sentenza del 1978 sui diritti della donna, non ha avuto altra scelta — dopo un voto favorevole del Folketing. il parlamento danese — che quella di aprire gli arruolamenti. Fabio Galvano
Persone citate: Susan Schluter
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