«Forza Cee in Palestina Per ora resta un'ipotesi»
«Forza Cee in Palestina Per ora resta un'ipotesi» Andreotti dopo l'incontro con Peres a Milano «Forza Cee in Palestina Per ora resta un'ipotesi» Il ministro degli Esteri israeliano reduce dalla «storica» visita in Ungheria MILANO — 'Bisogna lavorare tutti per cercare di trovare una soluzione* Noi appoggiamo il piano Shultz, per una forma di possibile conferenza internazionale. Sappiamo che alcuni punti devono essere rivisti Ma su questi problemi tanto più si medita, meglio è; e tanto più invece si chiacchiera, peggio è*: cosi, 11 ministro degli Esteri Giulio Andreotti, ieri, dopo un incontro di 50 minuti con il collega israeliano Shimon Perez reduce da una visita in Ungheria. Le attuali relazioni del nostro Paese con Israele? «Con gli ebrei*, ha risposto Andreotti, «abbiamo sempre avuto una linea di amicizia, e relazioni durature. Oggi sosteniamo le cause dei palestinesi, nei territori occupati, con lo stesso vigore con cui nel passato abbiamo sostenuto le cause della sicurezza e della libertà degli ebrei. Allo stesso modo faremmo ancora, se fossero in pericolo*. A che punto è il progetto italiano per un mandato europeo sotto l'egida dell'Onu? •Mi pare che non ci sia, al momento, possibilità di fare procedere quest'ipotesi*. L'incontro fra Andreotti e Peres è stato improvviso e si è svolto nella saletta vip dell'aeronautica militare. Mordechai Drory, ambasciatore d'Israele presso 11 Quirinale, ha specificato che «é stato chiesto da Andreotti, ma entrambi i ministri erano molto lieti di vedersi*. Alle 18,25 il ministro israeliano è partito per Madrid. Qui, il laborista Shimon Peres parteciperà al congresso dell'Internazionale socialista. Una risoluzione sul problema Palestina sarà diramata giovedì, secondo alcune indiscrezioni verrebbe richiesta l'espulsione dei labo- risti israeliani dall'Internazionale a causa della politica di repressione nei territori occupati. Dalla Spagna, Peres si trasferirà quindi a Washington per incontrarsi con il segretario di Stato americano George Shultz. Scambio di vedute sulla situazione in Medio Oriente e verìfica della possibilità di intensificare i rapporti fra Israele e Ungheria: questo, ha raccontato Perez, il significato della sua visita. Mordechai Drory ha aggiunto che a Budapest si è parlato «non direttamente, e in termini molto generali* dei rapporti fra Israele e l'Unione sovietica. Ha poi specificato che non si è parlato di una visita del ministro degli Esteri del Cremlino, Shevardnadze, in Israele. Intanto, nei territori occupati, la rivolta popolare è entrata nel sesto mese: quasi 200 ì palei'inesi uccisi; Abu Jihad, il «numero due» dell'Olp, assassinato da un commando israeliano; condizioni economiche sempre più disastrose. La sua opinione sulla situazione? 'Nella West Bank e a Gaza si è sviluppato un grande senso di frustrazione*, ha risposto Peres, *perché nonostante tutti gli sforzi, e la simpatia della stampa mondiale, i palestinesi non hanno potuto ottenere una realtà politica diversa. Con la loro violenza, lanci di pietre e pistole, non si potrà raggiungere molto*. Ritiene possibile un incontro fra israeliani e palestinesi? *Penso di si*. Anche con l'Olp? «Non credo proprio. L'Olp rifiuta l'esistenza dello Stato d'Israele. Noi vorremmo che l'Olp trovasse una leadership che avesse la forza e la determinazione per fare la pace*. Ornella Bota
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