Milioni per una bottiglia di Sergio Miravalle

Milioni per una bottiglia A Montalcino festeggiati i cent'anni del Brunello Milioni per una bottiglia Presentato un catalogo con prezzi da 200 mila lire a 16 milioni - Convegno sul mercato unico ('92): allo scossone fiscale resisteranno meglio i grandi vini dal nostro inviato MONTALCINO (Siena) — Il Brunello festeggia il 100° compleanno riunendo alla sua corte i rappresentanti dei nobili vini d'Europa in una sorta di Gotha enologico che ha visto rimbalzare quotazioni da capogiro. Le quattro bottiglie del 1888 di Biondi Santi, che hanno fornito l'occasione per la festa (una è stata donata nei giorni scorsi al Quirinale al presidente Cossiga) sono fuori mercato, ma. per avere un'idea, basta pensare che un Brunello del 1891, sempre di Biondi Santi, è stato acquistato recentemente ad un'asta californiana per 25 milioni di lire. E il primo catalogo dei vini italiani d'antiquariato disponibili presso enoteche e privati collezionisti, presentato a Montalcino, riporta quotazioni da 16 milioni a 200 mila lire a bottiglia per annate che vanno dal 1880 al 1958. In un settore che discute di eccedenze e inesorabile calo dei consumi, l'appuntamento di Montalcino ha voluto essere un richiamo alla qualità che si mantiene nel tempo. Lo ha confermato il professor Mario Pregoni, presidente dell'Oiv d'organizzazione che raggruppa i maggiori Paesi produttori), aprendo il convegno sui vini d'Europa da invecchiamento in vista del mercato unico Cee. «Si fa un gran parlare dì vini bevanda e di vini semplicemente da tavola — ha ricordato Fregoni —, ma non dimentichiamo che la fama della viticoltura europea si è consolidata attorno ai vini nobili per ambiente e tradizione.. Usseglio Tommaset. dell'Istituto sperimentale per l'enologia di Asti, con i colleghi europei di Spagna, Portogallo. Jugoslavia e Ungheria, ha sottolineato le qualità scientifiche dei vini adatti ad invecchiare bene «cioè quelli che affinano nel. tempo le loro caratteristiche organolettiche'. Il convegno ha avuto un preciso aggancio con il mercato. Il vino di qualità appare destinato infatti a patire meno lo scossone fiscale che subirà l'Europa nel 1992 con la creazione del mercato unico. Oggi la situazione nei 12 Paesi membri è v • ta. Ci sono Stati come l'Italia dove il vino paga soltanto l'Iva (9%) senza altra tassn <; aree come quella ar.giosassone (Inghilterra e Irlanda sopratiutioj ili oui il peso delle accise (imposta di ingresso sul mercato) -iride tra le 1500 e le 2000 a bottiglia più l'Iva. La Comunità ha affidato al commissario europeo inglese Lord Cockfield il compito di giungere a un'armonizzazione fiscale. Le accise non spariranno subito, come sarebbe logico l>ensare. ma verranno rese omogenee in ogni Stato. Per l'Italia sarà una novità in negativo, visto che inciderà soprattutto per i vini di massa. Di positivo ci dovrebbero essere gli sbocchi alle esportazioni proprio nei Paesi europei dove oggi il vino è più tassato. E' previsto, non senza contrasti, anche un uguale peso fiscale per vino e birra. «Noi chiediamo che tutte queste decisioni siano prese con gradualità e sema traumi per il mercato — dice Antinori —. // 1992 è più vicino di quanto possa sembrare. Gli investimenti nel mondo del vino sono a lungo termine e non si può improvvisare una politica fiscale'. La riprova dei «tempi lunghi» è venuta proprio da Montalcino. Il .Brunello tira e tutta la produzione di 1.5 milioni di bottiglie annue è venduta con largo anticipo. •Ma per aumentarla ci vogliono almeno sette anni: tre per ottenere le prime uve dai nuovi vigneti e quattro di invecchiamento minimo', spiega Edoardo Virano, della tenuta Col d'Orda (Gruppo Cinzano) che allargando le sue vigne di 30 ettari. E da Montalcino arriva anche un altro esempio da seguire per gli altri rossi da invecchiamento: la creazione di una seconda Doc «cadetta» sullo stesso vigneto che consente alle aziende di uscire dal mercato con un prodotto più giovane ma con le stesse garanzie di origine e qualità. Il rosso di Montalcino Doc. creato nel 1983. è stato un successo e ha raggiunto 1.7 milioni di bottiglie. Anche in Piemonte, nelle zone del Barolo e del Barbaresco (a Montalcino erano presenti produttori e dirigenti dei consorzi delle altre Docg italiane) si chiede da tempo la creazione dì una Doc giovane, che permetta di alleggerire il mercato dei nobili rossi in cerca di rilancio. Sergio Miravalle

Persone citate: Antinori, Cossiga, Edoardo Virano, Fregoni, Mario Pregoni, Usseglio Tommaset