Jaruzelski: questa riforma non va

Jaruzelski: questa riforma non va Mentre a Danzica si tratta, il leader polacco «ripensa» la sua linea economica Jaruzelski: questa riforma non va «La società la vede come un peggioramento del tenore di vita» - Si riparla dei Piano Baka, che prevede un approccio «di mercato» - Quattrocento operai dei cantieri rinunciano all'occupazione - Walesa: lo sciopero mi ha preso in contropiede VARSAVIA — Improvvisa svolta nella vertenza sindacale che da oltre una settimana impegna le maestranze dei cantieri navali Lenin di Danzica in un logorante braccio di ferro con il regime di Jaruzelski. Nella tarda serata di ieri Alojzy Szablewski. presidente del comitato di sciopero, ha annunciato trionfalmente ai compagni che la direzione dello stabilimento navale aveva accettato «in linea di massima* i tre punti del pacchetto di rivendicazioni avanzato dalla base operaia: aumento mensile di 15 mila zloty (47 mila lire circa), riassunzione degli attivisti di Solidarnosc licenziati per attività sindacale illegale, impunità a tutti i lavoratori che hanno preso parte all'agitazione. Ha annunciato Szablewski dopo un incontro di tre ore: •E' un grosso passo avanti*. Piotr Konokpka, collaboratore di Walesa, ha commentato: 'L'atmosfera è ottima. Non pensano di essere sotto assedio... ritengono di trovarsi su un lembo di terra polacca libera*. Il fatto che la direzione abbia accettato di incontrare il comitato di sciopero, ha sottolineato, significa che esso viene riconosciuto come organo rap¬ presentativo degli scioperanti. Il vescovo di Danzica, monsignor Tadeusz Golowski, promotore dell'incontro fra direzione e operai, ha commentato gli ultimi sviluppi: -Sono convinto che una soluzione sema l'uso della forza sia possibile*. Lo sblocco della vertenza sul Baltico, sebbene non confermato dalle autorità, è giunto al termine di una giornata che sembrava piuttosto destinata a confermare l'impressione di un graduale affievolimento della rivolta nei cantieri. Ieri infatti almeno 400 operai avevano alzato bandiera bianca riducendo a circa 800 gli irriducibili rimasti a difendere l'ultima trincea di Lech Walesa, ma già tre sviluppi, legati dalla volontà comune di evitare strappi laceranti, concorrevano ad indicare che la crisi stava per imboccare sentieri più distensivi. Da un lato la mediazione portata avanti dal vescovo della città baltica Tadeusz Golowski, con l'intento di evitare il bis all'intervento della polizia che a Nowa fiuta aveva scavalcato brutalmente i plenipotenziari cattolici. In mezzo, la prova di buona volontà offerta dalla direzione dei cantieri baltici impegnata per la prima volta in negoziati «faccia a faccia» con rappresentanti di Solidarnosc. E sul versante opposto, il sorgere a sorpresa dell'ipotesi di una «riforma della riforma» avanzata dal presidente Jaruzelski. Questi ha scelto una platea molto significativa, il summit della finanza e dell'economia nazionale radunato a celebrare il 160" anniversario della Banca di Stato, per ammettere quanto tutti, da destra e da sinistra, stanno dicendo da tempo. Ossia che «fa pressione esercitata sui prezzi non ha contribuito affatto a migliorare la situazione sul mercato, ha peggiorato anzi l'andamento di alcuni settori. Ciò ha indotto una fetta della società a considerare la riforma non come un processo destinato a risanare i conti pubblici ma piuttosto come un complesso di circostanze che hanno contribuito ad appesantire il tenore di vita della popolazione ed a scatenare le proteste dei lavoratori*. Certo, si tratta di un «mea culpa» sintomatico che potrebbe preludere a clamorosi mutamenti di rotta. Finora la linea di Jaruzelski era ispirata ai principi riformistici proposti dal viceprimo ministro Zdislaw Sadowski, l'esperto economico privo di tessera politica fautore dell'aumento amministrativo dei prezzi alimentari e dei costi energetici. Rincari drastici, a 360 gradi, svincolati dalla rete di protezione delle sovvenzioni politiche a fondo perduto, da mitigare tramite l'erogazione di modeste compensazioni salariali. Adesso le parole del generale lasciano intravedere la scelta dell'opzione alternativa, figlia della «seconda anima» della riforma che fa capo a Wladyslaw Baka, presidente della Banca nazionale. In sostanza egli suggerisce di abbandonare la corsa ripetitiva a rincari generalizzati, alla resa dei conti minutili perché non spengono ma moltiplicano l'inflazione*. Meglio scegliere 'meccanismi di stretta dipendenza fra incremento dei redditi e lievitazione reale della produzione*, una manovra a tenaglia di modello occidentale, per niente marxista, ma dagli obiettivi trasparenti: spronare la domanda interna equilibrando i prezzi all'oscillazione della domanda e dell'offerta. Jaruzelski approfitterebbe dunque dei «poteri speciali» temporanei che riceverà mercoledì dal Parlamento per riscrivere la terza fase della riforma varata in febbraio. Via l'attuale équipe dirigente e luce verde alle tesi di Baka. Il presule si era incontrato in mattinata con il capo della polizia locale, generale Jerzy Andrzejewski, ottenendo a quanto pare la mezza promessa di non bissare il blitz di Nowa Huta, poi, all'interno dei cantieri Lenin, ha discusso a lungo con i quattro esponenti del comitato di sciopero (Alojzy Szablewski, Bruno Baranowski, Jan Gorzak, Leszek Kacynski) assistiti dall'intermediario di area cattolica Tadeusz Mazowiecki, incontro che infine è stato allargato al vertice aziendale. All'esterno degli stabilimenti navali il logoramento degli operai assediati proseguiva intanto a fasi alterne. E' calata sensibilmente rispetto ai giorni scorsi la vistosa presenza dei reparti speciali antisommossa, gli automezzi degli «Zomo» sono stati concentrati a ridosso dei cancelli dello scalo ferroviario, tuttavia la sorveglianza rigorosa dei miliziani resta impenetrabile. *Non passa uno spillo*, dicono. Sebbene a corto di cibo. acqua ed assistenza medica, gli scioperanti hanno mantenuto alto il morale cantando in coro canzoni patriottiche, spesso si riuniscono in preghiera dinanzi alle immagini del Papa e della Madonna di Czestochowa, la Regina Madre della Polonia. A galvanizzarli è bastato un breve discorso improvvisato da Lech Walesa nella sala mensa. 'Sappiate — ha esclamato il Premio Nobel — che Solidarnosc si preoccupa anche della sorte delle persone che vi sono accanto. Ognuno di noi ha migliaia di problemi: perché vuole bene alla moglie ed invece deve stare qui; perché quando è uscito di casa ha lasciato appena 500 zloty (duemila lire) ed improvvisamente si rente conto che essa non ha di che vivere*. Frasi emotive, ad effetto, molto diverse dall'intervista concessa al quotidiano tedesco Tageszeitung in cui il presidente degli ex sindacati liberi confessa di sentirsi «un po' vecchio. Sono malato nel fisico ma non nella psiclie*. soprattutto sorpreso 'dallo scoppio prematuro dello sciopero ai cantieri il die rende difficile identificarmi con i giovani di oggi,.. Piero de Garzarceli

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Varsavia