Danzica

Danzica Danzica caro-vita), soprattutto sbattere definitivamente la porta in faccia a eventuali negoziati con Solidarnosc. Un gesto di forza che si è già attirato le critiche del sindacato ufficiale Opzz. Il suo leader, Alfred Miodowicz, membro dell'Ufficio politico del poup, lo ha giudicato contrario nello spirito e nella lettera al processo di democratizzazione interna avviato all'ultimo congresso del parti¬ to, ma dovrà piegarsi ed accettarne le conseguenze. Intanto alle acciaierie cracoviane «I-Iuta Lenina. la situazione non si è affatto normalizzata come vorrebbero far credere le dichiarazioni ufficiali. Nei reparti laminazione e meccanica è in corso uno «sciopero di assenteismo., la sezione per la lavorazione del carbon coke lavorerebbe a ritmo ridotto. In un comunicato firmato da AndrzeJ Szewczuwaniec, il promotore dell'agitazione scoppiata II giorni fa che è riuscito a sfuggire all'arresto durante l'irruzione della polizia in fabbrica, gli operai hanno chiesto a «tutti i metallurgici del mondo di appoggiare la loro giusta lotta.. Le prime a raccogliere l'appello sono state la confederazione francese Cfdt filosocialista e Force ouvrière, l'Organizzazione internazionale del lavoro di Ginevra ha stigmatizzato l'inosservanza delle norme che tute. 'O le libertà sindacali. y «.vescovo Pranclszek harski. che ieri aveva rii.. ,to al Papa sugli ultimi sviluppi della crisi, è rientrato a Cracovia mentre l'episcopato polacco ha rinnovato l'appello alle autorità affinché non usino la forza anche a Danzica esprimendo 'dolore e preoccupazione' per gli eventi di Nowa Huta. Ma è ai cantieri di Danzica che si gioca l'ultima, definitiva partita di questa drammatica primavera polacca. Dei due-tremila operai che nei giorni scorsi avevano aderito all'agitazione ne sono rimasti circa la metà a spalleggiare Lech Walesa, rinchiuso dall'altro ieri nello stabilimento assieme al vice Bogdan Borusewicz ed al mediatore cattolico Tadeusz Mazowiecki. Sono decisi ad andare fino in fondo, dormono per terra come il Premio Nobel; gli altri hanno ceduto alla pressione psicologica esercitata dagli «Zomo» (approfittando dell'oscurità la polizia ha sferrato un finto attacco che per alcune ore ha seminato 11 panico fra gli assediati) ed alle minacce di sanzioni disciplinari. I rifornimenti alimentari e l'assistenza sanitaria sono sospesi, è caduta nel vuoto la richiesta di ripristinarli rivolta dal vescovo Tadeusz Goclowski al capo della polizia della città, generale Andrzejewski, lo sciopero di solidarietà al vicino bacino di carenaggio è fallito sul nascere. Un giovane scioperante ha tentato d'uccidersi lanciandosi da una finestra della sala mensa: è stato fermato in tempo dal compagni, rimanendo però ferito dalle schegge di vetro. Si ha l'impressione che la milizia, pur senza rinunciare ad intervenire, intenda ritardare l'opzione di forza preferendo catturare gli scioperanti per fame e stanchezza. I dispositivi di sorveglianza stesi attorno ai cantieri Lenin sono impenetrabili, non passa nemmeno: una fetta di pane, le pattuglie allontanano i passanti, vietato l'ingresso al personale medico. E la repressione continua. Ieri il tribunale di Danzica ha inflitto tre mesi di carcere a Bogdan Lis,' componente della direzione clandestina dell'ex sindacata indipendente. Sul piano internazionale c'è infine da registrare una; notizia raccolta negli am-' bienti diplomatici di Mosca. Se la crisi polacca dovesse: deteriorarsi, potrebbe slltta-j re la visita di Gorbaciov a' Varsavia prevista in giugno,, un modo elegante per defi-! larsi dal fallimento della pe-, restrojka alla polacca. Piero de Garzarolli 1

Persone citate: Alfred Miodowicz, Bogdan Borusewicz, Bogdan Lis, Gorbaciov, Lech Walesa, Lenin, Piero De Garzarolli, Tadeusz Goclowski, Tadeusz Mazowiecki

Luoghi citati: Cracovia, Danzica, Ginevra, Mosca, Varsavia