Liberati i due tecnici italiani da 6 mesi «ostaggi» in Etiopia
Liberati i due tecnici italiani da 6 mesi «ostaggi» in Etiopia Dopo una ridda di conferme e smentite finalmente la notizia ufficiale Liberati i due tecnici italiani da 6 mesi «ostaggi» in Etiopia Sono stati consegnati dai guerriglieri alle autorità del Sudan - Forse si sono ammalati di malaria DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La conferma è arrivata solo a sera, quando le autorità sudanesi hanno comunicato ai negoziatori inviati a Khartum dalla Farnesina che i ribelli etiopici avevano affidato alla loro cura Salvatore Barone e Paolo Bellini. L'odissea dei due tecnici italiani rapiti a Kunzilla, nel pressi del Lago Tana, nell'Etiopia del Nord, il 16 novembre scorso è cosi terminata dopo quasi sei mesi di prigionia. Non si sa ancora esattamente in quali condizioni siano i due. Sembra che durante la lunga detenzione in un campo dei guerriglieri abbiano preso la malaria. La notizia della loro liberazione era stata data per sicura due giorni fa. Il titolare della Sorige, Mario Costoncelli, aveva comunicato che fonti vicine ai ribelli avevano assicurato ad un emissario della società la liberazione dei due italiani. Ci sono volute ancora 48 ore per avere conferma del fatto. Giovedì la Farnesina aveva smentito la liberazione, invitando tutti ad estrema cautela nel diffondere notizie. Il ministero degli Esteri italiano ha seguito da vicino la vicenda in questi mesi. A Khartum, dove i ribelli etiopici hanno una sede legale, si era recato anche il direttore generale della cooperazione italiana in Africa, Schmidlin. E' stato proprio il funzionario italiano a comunicare ieri sera a Roma la notizia ufficiale della liberazione avuta dalle autorità sudanesi. A Voltre di Civitella (Forlì), Francesco, fratello di Paolo Bellini, si è potuto finalmente rilassare dopo giorni e giorni di notizie incerte: «Per noi è stato un grande sollievo. Sapevamo di essere vicini alla soluzione, ma c'era chi diceva di si, chi diceva di no. Abbiamo rischiato di non capirci più niente. Ormai le cose si sono messe a posto ed è questione di poche ore. Andremo a prenderli all'aeroporto e qui in paese ci sarà una grande festa: se la meritano'. Anna Messina, moglie di Salvatore Barone, ha trascorso questi lunghi mesi a Crotone, a casa della madre: «Sono contenta dopo le notizie che si sono rincorse in questi giorni, con conferme e smentite. Però fino a quando non saprò che mio marito è arrivato a Khartum non sarò completamente felice, voglio avere la certezza che abbia raggiunto il Sudan. Mi sembra un sogno: abbiamo passato mesi e mesi al telefono sperando in una notizia buona: I coniugi Barone hanno una bambina di due anni, Elisa. La signora si dice molto preoccupata per la notizia della malaria contratta dal marito: «Spero di trovarlo in buone condizioni di salute. E poi tutte le tristezze di questi mesi scompariranno. Credo proprio che mio marito non andrà più a lavorare in Etiopia'. Anche il signor Costoncelli ha espresso il proposito di non inviare più i suoi lavoratori in Africa: mMi sembra troppo rischioso: Non si hanno notizie di quali trattative abbiano consentito la liberazione dei due italiani, che qualche mese fa sono stati raggiunti da una trou- pe televisiva e intervistati. Nessuna fonte ufficiale italiana ha mal avallato la tesi che un vero e proprio negoziato sia stato condotto con i rapitori dei due tecnici. Barone e Bellini, dipendenti della «Sorige perforazioni» di Parma, stavano compiendo prospezioni geologiche in Etiopia per conto della ditta romana Salini, capo-commessa del progetto finanziato dagli italiani per il risanamento del Tana Beles. Il progetto va avanti con l'accordo del regime di Menghistu. Ma viene fortemente osteggiato dall'iSfftioptan people's revolutionary party, che si oppone con azioni di guerriglia al governo di Addis Abeba. In particolare i guerriglieri che hanno tenuto prigionieri i due italiani contrastano le operazioni di cosiddetto resettlement, e cioè lo spostamento di intere popolazioni dalle zone aride dell'Etiopia nei dintorni di dove sta avvenendo il risanamento. Il rapimento di Barone e Bellini non è infatti il primo gesto dell'£prp contro l'Intervento Italiano. Già l'anno scorso, tra gennaio e aprile, altri due italiani vennero tenuti prigionieri per alcuni mesi. Ciò nonostante i lavori sono continuati, cosi come questa sorda e infinita guerriglia tra regolari e ribelli etiopi.
Persone citate: Anna Messina, Bellini, Civitella, Mario Costoncelli, Paolo Bellini, Salvatore Barone, Schmidlin
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