Armi all'lran, nuovo arresto

Armi all'Iran, nuovo arresto Armi all'Iran, nuovo arresto In carcere l'ex amministratore dell'azienda romana Consar - Il giudice di Venezia indaga anche su un episodio di corruzione VENEZIA — Un altro arresto nell'inchiesta sul traffico d'armi con l'Iran, condotta dal giudice istruttore veneziano Felice Casson. Si tratta di Nicola Dubini. ex amministratore delegato della Consar, un'azienda romana specializzata nel commercio di armamenti. E sulla vicenda ora ce anche il sospetto di un tentativo di corruzione di uomini politici. Sarebbe questa la nuova pista che si segue nell'inchiesta partita dalle indagini sui rapporti tra la destra eversiva italiana e un gruppo di studenti iraniani, filokhomeinisti. residenti nel nostro Paese. Dubini è la quarta persona arrestata nel corso dell'inchiesta. Il primo fu un altro amministratore della «Consar», Luigi Corsi, finito in carcere nel marzo scorso. Seguirono i coniugi Ermanno Bertoldo e Cristina Coda, conso'-' in tre aziende produttrici di armamenti, la Ge.A. e la Erber di Torino e la Remi di Vicenza. Dei tre. solo a Cristina Coda è stata finora concessa la libertà provvisoria. Lo stesso giudice Casson aveva firmato anche un altro mandato di cattura, contro Mario Appiano, direttore commerciale della Sea di Torino che però si è reso irreperibile e pare si trovi in Francia. Consar e Sea sono filiali italiane della irancese Luchaire, un'azienda il cui nome è emerso più volte nel corso dell'istruttoria, nonostante le smentite dell'azienda e del ministero della Difesa francese. I coniugi Bertoldo furono arrestati il primo aprile scorso a Torino dal capo della Digos veneziana. Giuseppe Impallomeni. A loro carico vi sarebbero episodi avvenuti tra l'83 e l'87. Bertoldo venne interrogato più volte dal dottor Casson. in merito, a quanto è dato sapere, all'arrivo in Iran attraverso il Portogallo di parti di proiettili. L'imprenditore torinese avrebbe affermato di non essere stato a conoscenza della desiinazione iraniana del materiale e che il commercio con il Portogallo avveniva con tutte le autorizzazioni. L'effettivo arrivo in Portogallo del materiale sarebbe comprovato da una serie di documenti in possesso di Bertoldo. L'inchiesta del dottor Casson giunse a una svolta importante dopo il viaggio di lavoro compiuto verso la metà di marzo dallo stesso magistrato assieme al sostituto procuratore della Repubblica, Ivano Nelson Salvarani. a Parigi. Nella capitale francese, il dottor Casson incontrò il collega Michel Legrand, intestatario dell'inchiesta sul presunto traffico d'armi tra Francia e Iran, e interrogò alcuni funzionari della Luchaire. g. b.