Ai veterinari non piace l'amaro

Ai veterinari non piace l'amaro Esposto contro lo spot tv: «Ci fa passare da stregoni, è un danno» Ai veterinari non piace l'amaro DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — 1 veterinari alla fine si sono stancati e hanno passato il Rubicone. Quello spot dell'Amaro Montenegro in cui si vede il veterinario che inforca la moto sidecar, cavalca per sentieri agresti, raggiunge nella stalla la povera bestia malata, le dà una pacca e quella sgambetta risanata, ecco, uno spot così li danneggia. E hanno inoltrato un esposto al giuri dell'autodisciplina pubblicitaria. 11 giuri si riunisco il 24 per decidere. L'esposto è firmato dalla Scivac. che sta por Società culturale italiana veterinari per animali da compagnia. La società è nata nell'84. raduna circa 1800 medici veterinari, ha gli scopi di curare l'aggiornamento professionale, di qualificare l'immagine pubblica del veterinario, di far vivere il meglio possibile gli animali che coabitano con l'uomo. Il porche quello spot danneggia l'immagine del veterinario lo dice Antonio Manfredi, appunto della Scivàc!'Prmrò: i<Cr'fa dji)iUrire degli stregoni. Una pacca affettuosa non basta a guarire un animale. Non siamo sciamani, taumaturghi. Studiamo cinque anni per conseguire la laurea. Prendiamo una specializzazione. Usiamo complesse apparecchiature mediche-. Secondo: -Ci sono complicazioni pratiche. Alcuni clienti si meravigliano se non saniamo subito le bestie, si iìisospettiscono, perdono stima. Guai a dirgli, poniamo, che occorrono 15 giorni di cura. Non vogliono spendere. Qualcuno alla fine della visita chiede: "Vuole un amaro?". E non ha nessuna intenzione di pagare. Sembra che io scherzi, ma è la verità. C'è chi lo fa per prenderci in giro, ma c'è chi ingenuamente lo fa sul serio-. Terzo: -Perette agiamo solo ora, dopo anni che quello spot va in onda? Prima di tutto perette speravamo che la smettessero, che quello spot sparisse. Invece peggiora. Adesso si vede un professore, un veterinario che fa lezione, che all'improvviso l'interrompe, salta su una jeep, arriva una bestia in aereo dal Polo Nord, pac, àn'éhè qui uno schiaffètto. e tut¬ ti sono felici. TI secondo motivo è che abbiamo invano cercato di metterci in contatto con l'agenzia che fa lo spot. Non si sono neanclie degnati di parlare con noi. Allora basta. Abbiamo fatto l'esposto-. C'è poro chi prende le cose con più ironia. Per esempio Ernesto Mambretti. del centro veterinario di Brera: -Adesso tuttavìa, grazie allo sjiot. In gente sa che ci siamo anche noi. Però sono d'accordo: quella pubblicità fa ridere. Almeno noi-. Come è venuto in mente all'agenzia «L&L — Longari <to Loman spa» di ricorrere a un veterinario per pubblicizzare un amaro? Che cosa larà se il giurì le dà torto? Impossibile saperlo. Il general manager Giancarlo Passerelli oppone da Bologna, con malagrazia, un legittimo: -Non possiamo commentare. Riservatezza professionale-. Il responsabile marketing dell'Amaro Montenegro, sempre di Bologna, più elegantemente fa sempre dire che è in riunione. I veterinari aspettano la decisione del giurì. Antonio Manfredi ripete: ..Siamo meèici. non stregoni-.'

Persone citate: Antonio Manfredi, Brera, Ernesto Mambretti, Giancarlo Passerelli, Longari, Rubicone

Luoghi citati: Bologna, Milano, Montenegro