Già in carcere uno dei killer

Già in carcere uno dei killer Già in carcere uno dei killer A Bologna, con un complice - C'è un latitante BOLOGNA — Altre due persone arrestate e una terza latitante, ricercata in tutta Italia. Sono queste le novità dell'inchiesta sull'omicidio di Amedeo Damiano, il presidente della Usi 63 di Saluzzo (Cuneo), ferito da sicari a colpi di pistola il 24 marzo dello scorso anno, mentre stava rientrando a casa sua. in corso Italia 56. dopo una giornata di lavoro passata tra il suo ufficio di assicuratore e l'importante incarico amministrativo, e morto quattro mesi dopo. L'inchiesta, dopo la clamorosa svolta con l'arresto nei giorni scorsi del ginecologo Pierluigi Ponte. 56 anni, ex direttore amministrativo dell'ospedale di Saluzzo. sta giungendo all'epilogo. La cortina di silenzio è fittissima. Il magistrato che conduce l'inchiesta. Alberto Candi. della procura di Bologna, rifiuta di rilasciare dichiarazioni. Solo attraverso indiscrezioni non confermate è possibile tracciare un primo quadro dell'indagine. Il delitto di Saluzzo. che ha sconvolto una cittadina tranquilla della provincia cuneese. è maturato negli ambienti eccellenti della sanità. E protagonisti di questa storia assurda sono alcuni insospettabili. L'ipotesi inquietante era slata in parte accreditata con l'invio, alcuni mesi fa. di due comunicazioni giudiziarie per omicidio volontario al professor Ponte, democristiano come Damiano, e a suo cugino, l'imprenditore Pier Carlo Roggiero. già presidente dc?l Cuneo Calcio. L'arresto del ginecologo, che sarebbe già stato interrogato nel carcere Dozza di Bologna, conferma l'ipotesi dell'omicidio eccellente. Ma chi sono gli altri arrestati? Per il momento sembra non vi sia¬ no elementi di incriminazione sufficienti per Roggiero. che rimane solo indiziato. In carcere a Bologna, insieme con Ponte, sarebbe finito invece uno dei due killer, un pregiudicato già condannato all'ergastolo, che. approfittando di un periodo di permesso, evase pochi giorni prima dell'agguato a Damiano. Con lui avrebbe agito un complice, che la sera del 24 marzo fece fuoco contro il presidente della Usi, ferendolo alle gambe e alla spina dorsale e portandolo poi alla morte il 3 luglio successivo, in un centro fisioterapico di Imola, nel Bolognese. Forse, i due sicari volevano solo ferirlo, lanciargli un segnale di avvertimento, come vuole il linguaggio dei mafiosi. Dell'altro arrestato s'ignora anche quale ruolo abbia avuto in tutta la vicenda. Entrambi, come Ponte, si sarebbero dichiarati innocenti, rifiutandosi di collaborare con gli inquirenti. Gli identikit dei due killer, realizzati e diffusi dalla questura di Torino dopo l'agguato mortale, rimandano l'immagine di due giovani perbene: sbarbato con l'aria mite il primo; con barba e occhiali e lo sguardo riflessivo il secondo. I due sarebbero stati armati dai mandanti, forse per contrastare l'impegno di un presidente che si era esposto in prima persona contro soprusi e scorrettezze professionali, ridimensionando il potere di alcuni -baroni» della sanità. Fu lo stesso Damiano ad indicare ai giudici questa pista. Dopo avere frugato a lungo nella sua vita privata alla ricerca di un movente, disse di non aver trovato nulla che non portasse alla Unità sanitaria locale della quale era presidente. Marisa Ostolani

Persone citate: Alberto Candi, Amedeo Damiano, Dozza, Marisa Ostolani, Pier Carlo Roggiero, Pierluigi Ponte, Ponte, Roggiero

Luoghi citati: Bologna, Imola, Italia, Saluzzo, Torino