Autogol del regime a Nowa Huta
Autogol del regime a Nowa Huta Autogol del regime a Nowa Huta E' quasi un'ironia della storia che le acciaierie di Nowa Huta. «inventate» dal potere comunista per fungere da bastione incrollabile della presenza proletaria nella regione più «bianca» della Polonia, siano diventate oggi il simbolo della contestazione antimarxista. Negli intenti dei promotori lo stabilimento doveva rappresentare il fulcro della rinascita industriale postbellica in una zona tradizionalmente povera di insediamenti produttivi, quel voivodato di Cracovia rurale, pastorizio, da sempre emarginato sotto il profilo economico ma uscito pressoché indenne dui conflitto. Un'occasione di lavoro dunque preziosa, di enorme attrattiva popolare, da inserire quale insostituibile elemento di richiamo nel clima di incertezza sociale degli Anni Cinquanta. Soprattutto, destinata a contenere l'influenza esercitata dalla maggioranza filocattolica della regione, ostile a Varsavia, sorda agli ammiccamenti del centro. Gli stabilimenti vennero creati a tavolino già nel 1446. all'indomani del referendum che sancì il passaggio da repubblica borghese a Stato socialista. Non fu tuttavia una ratifica plebiscitaria, Cracovia rispose anzi con affluenze elettorali inferiori al resto del Paese, suonando il campanello dall'allarme della protesta silenziosa. La dirigenza comunista corse subito ai ripari, d'autorità puntò al cuore dell'isola conservatrice prima con il trasferimento coatto di centinaia di famiglie legate alla Chiesa, poi con l'immissione di elementi fidati e ideologicamente impermeabili. L'operazione-ricambio riuscì però a metà: intervenne l'Episcopato locale per bloccare i trasferimenti, lo zoccolo duro rappresentato dalla massa operaia dei nuovi immigrati non ebbe vita facile. Nel 1^52 Nowa Huta iniziò a sfornare lingotti d'acciaio, in meno di un decennio la città-satellite era completata, centinaia di casermoni grigi e anonimi sorsero attorno alla gigantesca fabbrica per accogliere oltre 200 mila persone. Per la propa¬ ganda del partito il tutto costituiva una comunità-modello assistita da ampie infrastriuture sociali, scuole, ospedali, centri di ricreazione; i lavoratori sembravano ben disciplinati, tutti bravi stakanovisti: c'era il pienone alle assemblee Un quadro idilliaco che muta radicalmente attorno al 1470. quando — dicono adesso i nostalgici dell'ordine — <■// cane cominciò a mordere la mano del padrone). A sorpresa i metallurgici di Nowa Huta sfilano in testa ai cortei a contro il caro-vita, partecipano in massa anche alle proteste che scandiranno l'era di Gomulka. di Gierek. Su di loro ha fatto presa la pressione dei riformisti cattolici: dal pulpito della Cattedrale di Cracovia i sermoni del Cardinale Sapieha trovano larghi consensi fra i siderurgici, che reclamano migliori condizioni di lavoro e più soldi. Nell'Ottanta, infine, scoppia il turbine di Solidarnosc, le maestranze aderiscono compatte al sindacato indipendente: con la repressione della legge marziale centinaia d attivisti affrontano il caxcete. i processi, l'emarginazione. Sanno di avere dalla loro parte la garanzia del Papa, di Karol Wojtyla nato nella vicina Wadowice e arcivescovo amatissimo di Cracovia prima di trasferirsi in Vaticano, oltre al sostegno attivo del suo principaleconsigliere- cracoviano, lo scrittore Jerzy Turowicz, Tutto ciò concorre a spiegare le cifre dello sciopero. Sedicimila dipendenti — la metà delle maestranze — per nulla intenzionati a cedere che da martedì scorso sono pronti a proseguire l'agitazione a oltranza, respingendo un ultimatum dopo l'altro. Lasceranno gli impianti soltanto se le loro rivendicazioni verranno accolte, e finora nessun spiraglio pare preludere all'avvio di trattative. Nel 14X1 furono i cantieri di Danzica a sfidare Jaruzelski: ora la prova di forza è riesplosa — prima di contagiare gli arsenali del Baltico — nell'irriducibile Nowa Huta. il boomerang del regime. Piero de Garzarolli
Persone citate: Gierek, Gomulka, Jaruzelski, Jerzy Turowicz, Karol Wojtyla, Piero De Garzarolli
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Lo scoppio di un deposito di munizioni
- Nascita di Marconi
- Gorbaciov: volevano assaltare il Cremlino
- Un razzo Pioneer verso Giove Stazioni e traghetti spaziali
- La morte di Pagano nel campo di Mathausen
- "Come ho scoperto il decimo pianeta"
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- Il finimondo verrà da Nemesi
- Lo scoppio di un deposito di munizioni
- Nascita di Marconi
- Gorbaciov: volevano assaltare il Cremlino
- Un razzo Pioneer verso Giove Stazioni e traghetti spaziali
- La morte di Pagano nel campo di Mathausen
- "Come ho scoperto il decimo pianeta"
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- Il finimondo verrà da Nemesi
- Arrestate la studentessa-rivale e la madre per l'assassinio della giovane cantante Lolita
- Molto cibo tanto sesso
- Marito e moglie i trucidati del Tevere Fermato un amico: gravissimi indizi
- Cercano le nuove dive tra ragazze tredicenni
- Bimbe seviziate e bruciate a Napoli
- «So che esiste l'aldilà Lo ha detto mio figlio»
- La fucilazione dei due rapinatori
- Due auto si scontrano frontalmente Muore una giovane donna, 4 feriti
- «Ecco i cinque killer che uccisero Borsellino»
- � morto Peppino De Filippo se ne va la Napoli più estrosa
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy